A fine ottobre del 2015, a Dublino, una designer teatrale scrive un post su FB facendo notare quanto mancassero nomi femminili nel cartellone di uno dei teatri di riferimento della capitale, l’Abbey Theatre.
Il giorno successivo il direttore di quel teatro, sulla strada dell’aeroporto verso le sue vacanze, risponde difendendo la sua scelta, comunicando che le sue decisioni si basano su fatti: con chi considera interessante lavorare, chi lui stimi, e che generalmente le produzioni femminili non funzionano.
Il giorno dopo questa simpatica dichiarazione una direttrice teatrale twitta tre parole: “Waking The Feminists”. E da quel momento la scena teatrale di Dublino non sarà più la stessa.
Nei giorni successivi quelle tre parole diventano un hashtag rimbalzato dai vari social media e da varie personalità femminili del mondo teatrale: nel giro di pochi giorni vengono organizzate riunioni, interviste, lettere sui giornali.
Le discussioni si susseguono a supporto di quello che nel giro di appena una settimana è diventato un movimento sempre più esteso, che riverbera il suo messaggio sia all’interno di organismi pubblici che di organizzazioni private, richiamando sostegno anche fuori dall’Irlanda e assicurandosi la copertura di giornali inglesi e americani. Il rimbalzo internazionale è anche sui social, fiumi di messaggi piovono a sostegno dell’iniziativa.
Qualcosa inizia a cambiare, una presa di coscienza generale. Altre organizzazioni irlandesi nel mondo delle arti si pronunciano, molti teatri e istituzioni riconoscono di sottorappresentare le donne. A tutti viene chiesto di rivedere la loro programmazione o di incontrare il direttivo del movimento #wakingthefeminists per riorganizzare i piani per il futuro.
A novembre 2016, un anno dopo il primo evento, viene realizzato un nuovo evento a Dublino.
L’Abbey Theatre nel frattempo ha rilasciato la sua nuova policy, ha un nuovo programma più inclusivo, ma secondo il movimento c’è ancora tanta strada da fare: si riconosce una maggiore rappresentazione femminile, ma non ancora una parità. I numeri non mentono.
A giugno 2017 viene rilasciato un report, commissionato dal movimento e sostenuto economicamente dall’Arts Council e altre organizzazioni, che riporta i dati raccolti sulla parità (o imparità) di genere nel teatro irlandese nel periodo 2006-2015. Un piccolo evento quello stesso mese celebra e chiude le conquiste e le attività del movimento, nato appena un anno e mezzo prima.
Sul sito del movimento (www.wakingthefeminists.org) si trova un nuovo report del 2020. Un risultato viene riconosciuto. I ricercatori riportano che “nulla è accaduto automaticamente o per caso. È il risultato di pianificazione, impegno e del lavoro pratico di persone che hanno contattato, preso nota, apportato cambiamenti. Applaudiamo questo impegno e questo sforzo e incoraggiamo a continuare per raggiungere e mantenere una parità di genere nel teatro irlandese”.