Un magazine come Permesola, la cui ragione d’essere sono i viaggi “al femminile”, non può ignorare le recenti aggressioni di Capodanno avvenute a Colonia e in altre città tedesche contro donne sole, o in gruppo, o accompagnate, che volevano solo condividere con altri per strada la gioia di S.Silvestro.
La nostra persistente vulnerabilità fisica è stata messa a nudo più che mai, più evidente perché in una città civile di una nazione civile, in tempo di pace, senza provocazione alcuna.
E anche Permesola, che fa della condizione di sicurezza un elemento imprescindibile della sua organizzazione, della sua attenzione e della programmazione di ogni viaggio, di certo neanche Permesola può avere la ricetta, la soluzione definitiva.
Poiché però siamo testardamente convinte – come diceva l’antropologa Margaret Mead – che “un piccolo gruppo di cittadini [e cittadine] coscienziosi e impegnati possa cambiare il mondo. In realtà, è quello che è sempre accaduto”, continuiamo a sostenere che le donne possono e debbono poter fare in libertà quello che amano, come viaggiare.
Ogni timore in questo senso rischia di fare esattamente il gioco degli assalitori (e degli attentatori di questo tempo di attentati e di timori diffusi ovunque), perché è appunto questo l’obiettivo: mostrare che si tratta di uno scontro di civiltà.
Il suo “brodo di coltura” è la sottovalutazione nei nostri Paesi delle oggettive difficoltà di integrazione degli stranieri non seguite da alcuna politica; è la violenza che sempre ha accompagnato questi esodi migratori (basti pensare agli Stati Uniti fra le due guerre); sono il controllo e la prevenzione inesistenti.
Tutto questo richiederebbe che la libertà e la dignità delle donne fossero veramente messe al centro, non solo nelle dichiarazioni roboanti, ma nella pratica quotidiana dei nostri Paesi, insieme con la loro volontà di vivere lo spazio pubblico e di non sottomettersi in quello privato.
Quello che possiamo fare noi, che abbiamo sempre viaggiato anche da sole e che vogliamo continuare a farlo, e vogliamo pure che sempre più donne di ogni tipo e ogni Paese possano farlo, ebbene è proprio continuare in questa direzione, non intimorendoci, non asserragliandoci.
E se è possibile, e verosimile, che ognuna di noi può diventare un bersaglio potenziale, quello che possiamo fare è proprio questo: continuare, anzi crescere di numero.
Continuare a téssere, come sempre abbiamo fatto in ogni epoca, la nostra trama sociale dignitosa e rispettosa di noi stesse e degli altri, impossibile da disfare, perché sarebbe come fermare il tempo.