“Viaggio sola“, la cui regista è una “figlia d’arte”, Maria Sole Tognazzi, figlia dell’indimenticabile Ugo, è una piccola perla nel panorama delle commedie italiane sullo schermo.
La regista ci regala infatti una figura di donna inconsueta nella rappresentazione di questi anni, nella filmografia italiana e non solo: di età media, single con appartamento autonomo, una famiglia d’origine composta da una sorella scombinata, le di lei figliolette e il marito musicista, che l’accolgono e la criticano, come in tutte le famiglie. Una donne come tante, insomma, che ha un ex-amore trasformato in amicizia del cuore, con reciproca soddisfazione, e che vive il proprio istinto materno con le amate nipotine, con cui ha un rapporto diretto e amoroso.
La donna, Irene, svolge però un lavoro singolare: è ispettrice di hotel a 5 stelle. Questo la porta a viaggiare ovunque nel mondo e a fingersi una viaggiatrice dai volti sempre diversi per rimanere in incognito. Una prospettiva che risulterebbe sconfortante per molti ma non per lei, che vive esattamente la vita che ha voluto per sè: un lusso sempre vario, di cui conosce la finzione e l’apparenza e per il quale applica il suo concetto di eguaglianza: (“è un servizio che dev’essere fornito a tutti gli ospiti, anche quelli che hanno il viaggio di nozze pagato dai parenti e che non torneranno più”), una serenità di comportamenti e di sentimenti.
Il film racconta molto bene, senza esasperazione e molta naturalezza, lo scorrere di vite in cui può però accadere sempre qualcosa, che all’improvviso mette alla prova (la paternità inaspettata e indesiderata dell’amico del cuore; la morte fulminante di una conoscente che ci ha affascinato e coinvolto su un percorso appena intravvisto) ) e costringe a fare conti con i propri limiti.
Irene, che aveva fino a quel momento rifiutato le più comuni regole sociali “al femminile” (famiglia, figli) semplicemente assecondando se stessa, sale così sulle montagne russe dell’insicurezza e del dubbio, e disordinatamente cerca di reagire: seduce il vecchio fidanzato, litiga con la sorella.
Ma sarà il recente percorso di errore che le farà comprendere, finalmente con consapevolezza piena, che è proprio quella forma di vita, per altri bizzarra e solitaria, ciò che ha sempre desiderato per sé; che la solitudine può essere egualmente molto piena e appagante; che il rispetto della propria natura è il percorso giusto da seguire, sempre.