In questo periodo di isolamento forzato la cucina ci è venuta in soccorso. Anche chi mangiava spesso fuori, dal panino trangugiato al bar al ristorante per le cene chic, si è vista costretta a rimettersi ai fornelli. A volte, addirittura, a dover cucinare pranzi e cene per famiglie affamate.

Abbiamo rispolverato i nostri cavalli di battaglia, poi siamo passate alla ricette della nonna, poi abbiamo chiesto aiuto alle amiche via whatsapp e ci siamo scambiate ricette di ogni genere.

Tutto, e sempre, chiuse in casa. Perché viaggiare, diciamocelo, ci manca un sacco. Andare in un paese poco conosciuto, assaggiare piatti nuovi, portarsi a casa ingredienti mai visti. Anche questo fa parte del viaggio. E visto che viaggiare ancora non si può, non almeno in carne e ossa, facciamolo almeno con le papille gustative.

Ma facciamolo davvero, uscendo dalla nostra comfort zone. Cosa ne dici di provare, per esempio, la cucina rumena? Stai già arricciando il naso, vero? E pensi alle rape, al cavolo e alla ciorba. Be’, sii pronta a stupirti. Irina Georgescu ha scritto un libro in cui ha riunito tutte le ricette della sua nativa Romania. Carpathia, questo il titolo del libro, potrebbe essere il tuo primo passo alla scoperta di un Paese poco conosciuto, ma che ha molto da dire (io sono stata a Bucarest, e ho capito perché la chiamano ‘La Parigi dell’Est’).

Sami Tamini e Tara Wigley, invece, mettono in tavola le ricette palestinesi nel libro Falastin (che si chiama così perché in arabo non c’è la lettera P, come spiega lo chef Sami Tamini, a capo di un ristorante palestinese di successo a Londra).

Falastin

Una ricetta palestinese tratta dal libro Falastin

La cucina palestinese è una cucina da condividere. Un piatto in mezzo alla tavola e tutti che ‘pescano’ a piacimento. Altamente sconsigliabile, in tempo di coronavirus, farlo con gli amici. Ma gli affetti stabili hanno fame tanto quanto gli altri, no?