Chi l’ha detto che Venezia è una città (solo) per gli innamorati? Prova a visitarla da sola, o magari con un’amica. Scoprirai che oltre a essere una delle città più belle del mondo è anche una delle più sicure; che puoi girare in tutta tranquillità a qualunque ora del giorno e della notte; che le donne, fin dai tempi della Serenissima, hanno avuto un ruolo speciale e in alcuni casi continuano ad averlo ancora oggi…
Cliccando nelle varie sezioni troverai tanti consigli women-friendly per visitare la città, per fare un po’ di shopping o per risolvere ogni tipo di problema dovessi incontrare nel corso del tuo soggiorno.
di Daniela de Rosa
La città
Benvenuta sulla magica isola di Venezia. La città è collegata è alla terraferma da un ponte, il Ponte della Libertà, costruito (solo) all’inizio del Novecento. La città di Venezia vera e propria (chiamata centro storico per distinguerla da Mestre, con la quale forma un unico comune) è formata da 115 isole più piccole, collegate fra loro da oltre 354 ponti pubblici (ce ne sono anche 56 privati) e attraversate da 177 canali.
E’ divisa in quelli che altrove si chiamarebbero quartieri ma qui si chiamano sestieri (infatti sono sei): San Marco, Santa Croce, Dorsoduro, San Polo, Cannaregio, Castello, più l’isola della Giudecca.
I sestieri
San Marco: è il sestiere più centrale, quello dove si trova la celeberrima piazza (l’unica, tra l’altro di Venezia: tutte le altre si chiamano campi). Un tempo era quello in cui si trovavano i teatri, le case da gioco, i ritrovi e i caffé. Oggi è piuttosto turistico e molto caro, anche perché è molto ambito.
Dorsoduro: comprende la zona intorno all’Accademia, le Zattere, campo Santa Margherita. E’ il quartiere universitario per eccellenza (anche se oggi molte facoltà si sono spostate in altre parti della città) ed è quello più dotato di vita notturna.
San Polo: un grande, grandissimo campo, uno dei preferiti dai bambini per giocare, intorno al quale si apre l’omonimo sestiere.
Santa Croce: prende il nome da una chiesa demolita nell’Ottocento. Si sviluppa di fronte alla stazione ferroviaria.
Castello: conta 23 isolette ed è uno dei più popolari, poco visitato dai turisti.
Cannaregio: il nome significa “regione delle canne”, perché un tempo era una zona paludosa. Come Castello è popoloso e popolare.
Giudecca: discorso a parte. La Giudecca è un’isola, separata dal resto di Venezia dall’omonimo canale. Di tradizione operaia, ospitava un tempo le grandi fabbriche e gli uomini e donne che vi lavoravano. Non ha molto da offrire dal punto di vista turistico (nessun albergo, pochi ristoranti, pochi negozi) ma si sta rilanciando da quello residenziale. Alcuni grandi edifici in disuso sono stati trasformati in appartamenti e qua e là si possono trovare loft e studi di architetti o di professionisti piuttosto inusuali in una città come Venezia.
Arrivare
Chi arriva in aereo sbarca all’aeroporto Marco Polo, a Tessera. Cioé sulla terraferma. Da qui si possono scegliere diverse strade, a seconda del tempo a disposizione o delle disponibilità economiche.
* La soluzione più comoda è senza dubbio il taxi acqueo. Li trovi fuori dalla hall degli arrivi, in 20 minuti ti può portare in qualunque punto della città. Il costo della corsa è di 110 euro (dopo anni di sfinenti trattative con i tassisti il Comune si è deciso a obbligare le cooperative a una tariffa flat). Non è possibile pagare con carte di credito. Il servizio taxi termina con gli ultimi atterraggi. Ma se arrivi di notte, può darsi che tu debba aspettare un po’ per trovare una barca disponibile.
* Sempre dall’aeroporto parte la Alilaguna, una lancia pubblica che in 70 minuti porta in piazza San Marco, passando per Murano e per il Lido. Partenze ogni ora dalle 4.45 a mezzanotte.
* In alternativa si possono prendere due tipi di autobus per piazzale Roma: quello della ATVO, più veloce, impiega 25 minuti e parte in concidenza con l’arrivo di molti voli. Quello dell’ACTV, il numero 5, impiega 35-40 minuti. Per chi ha fretta (o per chi arriva dopo mezzanotte) ci sono i taxi tradizionali (quelli su quattro ruote, per intenderci) che in 20 minuti circa portano a destinazione per circa 30-35 euro.
Chi arriva in treno, da qualunque destinazione provenga, passa dalla stazione di Mestre e, dopo aver percorso gli ultimi chilometri con la sensazione unica di correre su binari d’acqua, arriva alla Stazione Santa Lucia. Da qui partono molti vaporetti per raggiungere ogni punto della città. Il più veloce per Rialto e San Marco è il 2.
Chi arriva in auto deve subito affrontare un problema, e cioé dove parcheggiare un mezzo che non servirà più per il resto del soggiorno. A piazzale Roma, punto di arrivo dei mezzi su quattro ruote, esistono tre parcheggi auto: l’Autorimessa Comunale, il San Marco, il Sant’Andrea, o ancora il Tronchetto, un grande parcheggio costruito su un isola a poca distanza da piazzale Roma. Da lì si può prendere il vaporetto 2 o il nuovissimo People Mover, treno monorotaia per piazzale Roma. Le cifre dei parcheggi sono folli, soprattutto se ci si deve fermare più di 24 ore. E allora? Le alternative sono poche: si lascia la macchina a Mestre (davanti alla stazione c’è un parcheggio che costa pochi euro per 24 ore) o ancora si può optare per uno dei parcheggi di via Righi, subito prima del ponte della Libertà. Di fronte ai parcheggi passano frequentemente tutti gli autobus che portano a Venezia in pochi minuti.
Muoversi
Prima di tutto una piccola ma necessaria premessa: sai quanto misura Venezia? 830 ettari, cioé 11 chilometri di perimetro; insomma, sei in una città che, per le sue ridotte dimensioni, può essere girata interamente a piedi. E forse è questo il modo migliore: ti aiuta a conoscerne a fondo anche gli angoli più segreti e, cosa che non guasta, ti tiene in forma. Ma se l’attività fisica, per quanto romantica sia, non ti interessa sappi che ci sono tanti mezzi per andare da un punto all’altro della città.
In vaporetto: sotto questo nome vanno tutte le barche pubbliche da trasporto, che in realtà comprendono anche i più piccoli motoscafi e le più grandi motonavi. Comunque non è il caso di andare per il sottile: vaporetti e affini appartengono all’Actv, l’azienda dei trasporti di Venezia, e funzionano, con linee e nomi diversi, 24 ore al giorno. Alcuni percorrono il Canal Grande, altri compiono un giro più esterno alla città, altri ancora raggiungono le isole della laguna, come Murano, Burano, Torcello, Sant’Erasmo, San Lazzaro degli Armeni o il Lido. I vaporetti partono a orari prefissati (di solito ogni 10 minuti) affissi a ognuna delle fermate. All’ufficio informazioni dell’Actv è invendita un opuscolo con tutte le linee e gli orari di partenza.
I biglietti sono piuttosto cari per i non residenti: una corsa semplice costa 6,50 euro a persona (ma se si tratta solo di attraversare il Canal Grande, o di andare da San Giorgio a San Zaccaria, o dal Lido a Sant’Elena, il costo scende). Ci sono però molti modi per spendere meno: i biglietti giornalieri, quelli validi tre giorni. Oppure si possono acquistare biglietti cumulativi per tre, quattro o cinque persone. Chi decide di risiedere a Venezia per un mese o più e può comprovare di avere motivi di studio o di lavoro per farlo può avere diritto ad abbonamenti mensili molto convenienti.
I biglietti si comprano nelle tabaccherie, nelle edicole, nelle fermate principali o nell’ufficio principale di piazzale Roma. Si possono anche acquistare a bordo, chiedendoli al marinaio al momento di salire, ma bisogna pagare un picolo sovrapprezzo.
Infine, una piccola attenzione nei confronti dei residenti. Lo spettacolo che scorre sotto gli occhi di chi sale per la prima volta su un vaporetto è veramente magnifico: palazzi, chiese, calli, gondole e barche che si incrociano. Si rimane incantati e spesso si cade nella tentazione di scattare una foto dall’acqua. Tutto questo, però, non deve andare a scapito dei veneziani, che il vaporetto lo prendono per andare al lavoro o a fare la spesa, o che vanno di fretta. Bisogna quindi lasciare libere le uscite e mettere i propri bagagli dove non diano fastidio agli altri passeggeri.
In gondola: diciamo la verità, un giro in gondola per i canali di Venezia, magari con l’accompagnamento musicale e il cantante che intona con voce baritonale “O sole mio” (tanto i turisti giapponesi non capiscono un’acca) è delle cose più kitsch che si possano fare. Eppure in gondola andavano anche il colonnello Cantwell e la sua Adriana (hai letto “Di là dal fiume tra gli alberi”, di Ernest Hemingway?) e Peggy Guggenheim, che aveva addirittura la sua gondola personale. Già, perché Venezia vista dall’acqua ha un sapore (e anche un odore, inutile negarlo) del tutto particolari. Se insomma non vuoi perderti questa esperienza, sappi almeno che ci sono delle tariffe prestabilite: in giro di circa 50 minuti costa circa 80 euro, ma il prezzo può salire se sale il numero delle persone a bordo. Il brivido della gondola, a prezzi decisamente più popolari, puoi provarlo anche servendoti dei traghetti, gondole che attraversano il canal Grande in diversi punti della città, molto usati dai veneziani. Il costo del traghetto è di 70 centesimi per i veneziani, 2,5 euro per ‘gli altri’. Ci sono diversi luoghi in cui puoi traghettare su una gondola. A San Tomà lavora l’unica gondoliera donna della città. Si chiama Giorgia, figlia di gondolieri, sempre sorridente.
In taxi: mezzo pubblico usato dalle star del cinema (che se lo possono permettere), dai politici (che non pagano di tasca loro), dagli uomini d’affari (che presentano la nota spese all’azienda). Nonostante una legge un regolamento comunale imporrebbe un tassametro, in realtà nessuno lo usa. Risultato: i taxi a Venezia sono carissimi. Una corsa da un punto all’altro della città, tipo hotel-ristorante, costa facilmente 50 euro. Se si deve andare all’aeroporto, il prezzo sale a oltre 100 euro. Chi proprio lo vuole prendere, si accerti almeno che si tratti di un taxi con licenza. Li riconosci dal numero di licenza scritto su una banda gialla sul finestrino. E non ti sognare di salirci se prima non hai discusso con il tassista il prezzo della corsa.
Tips
Al tuo arrivo in città, qualunque mezzo tu scelga per arrivare a destinazione, verrai lasciata sola con il tuo bagaglio in una calle o lungo una fondamenta: meglio, molto meglio se il bagaglio in questione è dotato di rotelle; potrai trascinarlo (più o meno) comodamente fino a destinazione.
Per quanti vaporetti tu voglia prendere durante il tuo soggiorno, a Venezia camminerai comunque molto. Le scarpe con i tacchi non sono quindi affatto consigliate. Le veneziane hanno imparato a farne a meno e le hanno sostituite con le più comode (e molto minimal chic) furlane.
Dormire
La città veneta è un connubio incredibile di storia e leggenda che affascina tutti quei viaggiatori che si avventurano per le sue calle ed i suoi canali alla ricerca di un’emozione in più.
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Mangiare
Una donna che cena da sola è sempre guardata, chissà perchè, con un misto di curiosità e sospetto. E spesso gli uomini si sentono in dovere di offrirle una compagnia che, nella maggioranza dei casi, non desidera affatto. Se vuoi cenare in santa pace, da sola o con le tue amiche, eccoti un elenco di posti dove troverai un’accoglienza calorosa e discreta.
Venezia è una città unica al mondo anche a tavola. Soprattutto al momento del conto. I quotidiani locali periodicamente riportano notizie di turisti letteralmente “spennati” e la fama della città come luogo in cui si mangia malissimo pagando tantissimo è ormai estesa ovunque. Questo però non significa che non si possa mangiare – e bene – spendendo cifre tutto sommato non esorbitanti. L’importante è sapere dove andare. I ristoranti intorno a piazza San Marco, per esempio, pensati esclusivamente per i turisti, sono assolutamente da evitare. La qualità è pessima e i conti salati.
Vanno benissimo, invece, i ristoranti di chiara fama, perché la qualità è sempre alta e il servizio di buon livello. Oppure quelli frequentati anche dai veneziani, perché la spesa non sarà mai ingiustificata. Difficile trovarli? Eccone un elenco.
Le Testiere
calle del Mondo Novo – Castello 5801
tel 041 5227220
Uno dei migliori posti della città, il cui nome viene dalle vecchie testiere di letto usate come scaffali per bicchieri e bottiglie. Lo gestiscono giovani veneziani che, una volta tanto, hanno voglia di sperimentare qualche variazione sul tema della solita cucina locale. La carta dei vini è superba. I sapori e i profumi eccezionali. Fa parte dei ristoranti della Buona Accoglienza.
Al Vecio Fritoin
calle della Regina – Santa Croce 2262
tel 041 5222881
Una volta era una friggitoria, dove i barcari compravano un cartoccio di pesce fritto per placare i morsi della fame. Poi è passato in mano a una vulcanica signora che fa della cucina fresca e originale una questione personale. Irina si fa in quattro per provare accostamenti diversi: il pesce con le spezie, le verdure con le paste. Poi ti stende con dolci anti-dieta. In fondo alla sala c’è un tavolo rotondo appartato, ideale per una cena tra amiche. Sconti per le socie di permesola.
Ostaria da Rioba
Fondamenta della Misericordia 2553
tel 041 5244379
Aperta da poco da una giovane veneziana di nome Eloisa, è la classica trattoria veneziana di cui si può dire che “si farà”. Per ora è senza pretese ed economico, almeno per gli standard veneziani.
Osteria Anice Stellato
Fondamenta de la Sensa – Cannaregio 3272
tel 041 720744
Prenota il tuo tavolo in questa trattoria che, in passato, è stata uno dei punti caldi della città. La cucina è ok (all’inglese, cioè non indimenticabile) i prezzi buoni, il servizio un po’ lento.
Bancogiro
campo San Giacometto – San Polo 122
tel 041 5232061
Si chiama così perché si trova a Rialto, nel luogo in cui ai tempi della Serenissima si sedevano i banchieri incaricati di pagare gli acquisti dei nobili (che non si sporcavano le mani portando con se vile denaro…). Una insolita sfilata di cicheti al piano terra e, al primo piano, una saletta molto suggestiva in cui assaggiare piatti un po’ fuori dell’ordinario. Per scelta, nessun primo piatto, tanto per smentire chi pensa che in Italia ci sia solo la pasta…
Consigli
• Al momento del conto guarda se è presente la voce “servizio compreso”. In caso contrario è necessario lasciare una mancia del 10%.
• Spesso i ristoranti scrivono il conto su un semplice pezzo di carta. Non è legale: pretendi sempre una ricevuta regolare.
• Se al termine del pranzo o della cena ti senti offrire un amaro o una grappa “omaggio della casa” non pensare a un’avance del ristoratore: è un semplice atto di gentilezza che puoi accettare in tutta tranquillità.
Shopping
Linda
San Marco 3637
tel 041 5235785
Non si va per la grande firma ma per il gusto insolito senza essere eccessivo, in questo piccolo negozio minimal, gestito con mano gentile dalla proprietaria. Che se una giacca o una gonna non ti va a pennello te la fa aggiustare in pochi giorni. Servizio d’altri tempi… Sconti per le socie di permesola.
Attombri
Sottoportico Orafi, San Polo
tel 041 5212524
Metti insieme perle di pasta di vetro con materiali “poveri” come filo di rame o di ferro. I fratelli Attombri ne tirano fuori collane, bracciali e orecchini che rispecchiano i colori della laguna ma allo stesso tempo hanno un sapore etnico. Meravigliosi. Non c’è altro da aggiungere.Sconti per le socie di permesola.
Gianni Dittura
calle San Vio e calle Fiubera
Le furlane. Sono le scarpe dei gondolieri, di velluto colorato e con la suola di gomma. Le signore chic di Venezia le indossano come scarpe estive, da abbinare ai vestiti. Ne trovi in quantità nei negozietti sul ponte di Rialto, ma le più economiche sono quelle che vende Gianni Dittura, calzolaio da qualche decennio.
Madera
campo San Barnaba 2762
tel 041 5224181
Oggetti in legno, realizzati da un’artigiana, in coccio, da un’altra. Ciotole, vasi, piatti, mestoli. Più qualche sciarpona e qualche borsa. Minimal.
Libreria Toletta
calle della Toletta – Dorsoduro 1213
tel 041 5232034
Anche se sembra incredibile, qui puoi trovare libri nuovi e nuovissimi con sconti anche del 50%. Negli altri due negozi del gruppo, poi (uno di fronte e una pochi metri prima di questo) trovi rispettivamente magliette, calendari e oggetti regalo e libri di architettura e design.
Il Mare di Carta
Santa Croce 222
tel 041 716304
Come suggerisce il nome, qui trovi libri sul mare (ma anche sulla laguna), manuali di navigazione, carte nautiche, manifesti, cartoline, cd rom, modelli di imbarcazioni lagunari e attrezzatura per la navigazione in acque dolci, salate, calme e tempestose. Mare di Carta è anche editore di libri bellissimi sulla navigazione e sulla laguna. Vale una visita.
Curiosità
Venezia è stata una delle prime città d’Italia ad avere un assessorato alla Cittadinanza delle Donne, che si dedica allo sviluppo delle pari opportunità.
Da oltre vent’anni nel comune di Venezia esiste il Centro Donna, uno spazio pubblico dove le donne si ritrovano per fare cultura, discutere, leggere. Si trova in via Garibaldi a Mestre, all’interno di una bella villa circondata da un giardino. Per frequentarlo non c’è bisogno di tessere né di presentazioni. All’interno ci sono postazioni internet gratuite, una biblioteca “al femminile” con migliaia di titoli e periodicamente vi si organizzano corsi di vario genere. Dal Centro Donna dipende anche il Centro Antiviolenza, che offre sostegno medico, psicologico e legale alle donne maltrattate, e una casa di accoglienza protetta ad indirizzo segreto.
Anche al Lido esiste un’associazione di donne, chiamata Lidodonna, che offre un punto di ascolto, consulenza psicologica o legale, ma vuole anche essere un centro di aggregazione e organizza corsi di vario tipo, conferenze, incontri e mostre. La sede è nei locali della ex-scuola Don Bosco, in via Vivaldi 16, tel 041 5266543.
La prima donna laureata del mondo era una veneziana: si tratta di Elena Lucrezia Cornaro, vissuta nel 1600, che a dieci anni si ribellò a un matrimonio per forza per consacrarsi allo studio. Piuttosto insolitamente (visti i tempi) ebbe l’appoggio incondizionato del padre. Si innamorò di uno studioso arabo (come poteva essere altrimenti?) che non la corrispose. La scrittrice e giornalista Patrizia Carrano ha pubblicato un libro sulla sua vita, pubblicato da Mondadori.
Anche la prima donna avvocato d’Italia era veneziana. Lina Furlan, morta nel 2001, è stata la prima signora a pronunciare un’arringa in corte d’assise.
Venezia è una delle poche città d’Italia ad avere un carcere femminile. Si trova alla Giudecca e ospita circa 100 detenute. Al suo interno è stato da poco aperto uno sportello di orientamento al lavoro per permettere alle recluse di reinserirsi nella società una volta scontata la pena.
Il bassorilievo sul primo arco a sinistra all’estremità meridionale delle Mercerie raffigura una donna che, nel 1310, riuscì a sedare una rivolta per caso. Era alla finestra e lasciò cadere un pestello. L’arnese uccise il promotore della sommossa e i rivoltosi si dispersero.
Cosa mi metto?
Sembra una domanda banale, ma quando si viaggia azzeccare o meno il contenuto della valigia può contribuire a far riuscire più o meno bene la propria vacanza. Qualche nozione di meteorologia, quindi, unita a qualche consiglio pratico, possono aiutarti a visitare Venezia nel migliore dei modi.
Innazitutto sappi che Venezia ha un clima piuttosto continentale ma con un tasso di umidità maggiore che altrove, a causa di tutta l’acqua che la circonda. Gli inverni sono piuttosto freddi, le estati calde e umide. Può piovere nelle stagioni intermedie, mentre nevica molto raramente. La brezza che soffia leggermente in tutti i periodi dell’anno contribuisce a mitigare la calura dell’estate, regala cieli spesso specchiati, ma abbassa la temperatura (soprattutto d’inverno) di qualche grado in confronto alla vicina terraferma.
Acqua alta (e piedi asciutti)
l fenomeno dell’acqua alta a Venezia è vecchio quanto la città. Non per niente, infatti, il doge Pietro Ziani, nel XIII secolo, aveva proposto di trasferire tutti gli abitanti all’asciutto in uno dei possedimenti della Serenissima, cioé la città di Costantinopoli.
Qualcuno dovette pensare che si trattava di un metodo un po’ drastico: i veneziani infatti restarono al loro posto; l’acqua alta, purtroppo, anche.
Il fenomeno avviene per cause piuttosto complesse, che hanno a che fare con lo scirocco, la marea, la terra, la luna, la pressione atmosferica e, naturalmente, l’incuria dell’uomo che, come si sa, c’entra sempre.
Inutile spiegare in modo tecnico cosa accade. Più utile specificare che può verificarsi varie volte all’anno, di solito durante i mesi di ottobre e novembre, ma in casi eccezionali anche fuori stagione.
Quando c’è l’acqua alta, il primo punto a essere sommerso è piazza San Marco, che si trova a soli 68 cm. sopra il livello del mare. Male, malissimo per i mosaici della basilica, che con questi continui bagni si deteriorano alquanto. Bene per i turisti, ai quali questo fenomeno fa molto ridere, almeno a giudicare dalle foto che si fanno scattare con i piedi a mollo e la basilica sullo sfondo.
Chi preferisse restare all’asciutto sappia che l’arrivo dell’acqua alta viene segnalato dal suono di 16 sirene dislocate per tutta la città e che un percorso di passerelle consente di camminare a piedi asciutti “quasi” dappertutto. Chi abita al piano terra può chiedere al comune di Venezia di venire inserito nel sistema di allarme telefonico: quando la marea è prevista superiore a 110 cm una segreteria telefonica avvisa i residenti che ne fanno richiesta. A tutto questo si aggiunge poi un’ultima (efficace) alternativa: un paio di stivali di gomma, che per la modica cifra di 15 euro consentono di andare dappertutto senza problemi.
E adesso facciamo i bagagli…
… cominciando dalle scarpe, elemento essenziale in una città in cui sarai costretta a camminare molto. Tacchi bassi, naturalmente, e scarpe comode. Preferibilmente con la suola di gomma (nella brutta stagione) perché quando piove i masegni tendono a essere scivolosi e a favorire il formarsi di pozzanghere. D’estate non è considerato inelegante indossare i sandali; quanto alle furlane, sono considerate molto chic, indossate con i pantaloni e in colore abbinato al resto dell’abbigliamento. Per il resto, questa è una città molto libera, forse per la sua vocazione turistica, che non ti fa sentire a disagio in qualunque modo decida di vestirti. Ricorda solo che se intendi visitare i luoghi sacri dovrai tenere un abbigliamento appropriato (niente spalle scoperte, minigonne o bermuda). Per la sera puoi indossare un abito elegante anche per andare al ristorante e nessuno ti farà sentire a disagio anche se vicino a te c’è chi cena in jeans. Minigonne, top, scollature e ombelichi in evidenza richiameranno al massimo qualche sguardo (galante?) da parte di uomini, ma niente di più.
Da evitare
Venezia è una città molto sicura, a qualunque ora del giorno e della notte, per chiunque la visiti. Le donne sole possono passeggiare senza timore di essere molestate e anche se di notte le calli si svuotano l’atmosfera è piacevolmente tranquilla. L’unico vero pericolo (purtroppo abbastanza frequente) è quello di venire borseggiate. Se si passeggia in piazza San Marco e nelle zone limitrofe o lungo il ponte dell’Accademia, se si sale su un vaporetto affollato (d’estate tutti lo sono) è bene fare attenzione alla borsetta: bande ladruncoli di ogni età (spesso anche giovanissimi) si appostano nei luoghi più frequentati dai turisti e aspettano un momento di distrazione per sfilare il portafoglio con grande destrezza. E’ bene quindi non portare borse aperte e non girare con troppa valuta. In caso di furto, richiamare subito l’attenzione di qualche passante e chiedere aiuto. I malviventi devono per forza fuggire a piedi e vengono spesso fermati e denunciati.
Per far fronte al problema della microcriminalità un gruppo di commercianti si sono riuniti in un comitato denominato “Cittadini non distratti”, che cercano di aiutarsi a vicenda dai borseggiatori che danneggiano la città, i suoi abitanti e gli incauti turisti. Sono ormai loro (quasi più delle forze dell’ordine) a conoscere chi sono e dove operano i “manolesta”. Ai più assodui hanno affibbiato soprannomi per distiguerli (dato che quando vengono presi danno generalità false). Così sappiamo che per Venezia si aggirano Campanil, un tipo molto alto, Matonea, che nasconde piccole pietre che usa come arma di difesa e opera vicino al ponte dei Bareteri, Murer, che prima di dedicarsi al borseggio ha lavorato onestamente (per due giorni) come muratore, e la Rossa, così chiamata per la sua capigliatura fiammeggiante. Conoscerli per nome (o per soprannome, in questo caso) non serve di conforto, né autorizza ad allentare l’attenzione.
Chi arriva in macchina e parcheggia al Tronchetto deve assolutamente ignorare gli uomini (con tanto di cappello con visiera e distintivo) che offrono passaggi in barca per piazza San Marco a prezzi – a detta loro – molto interessanti. Sono i cosiddetti intromettitori, personaggi loschi pagati dalle vetrerie di Murano per dirottare i turisti ignari verso l’isola dei vetri. Si sale a bordo di una lancia convinti di essere portati lungo il Canal Grande e ci si ritrova in una scadente fabbrica di vetri lontano da tutto. Chi osa protestare viene a volte lasciato addirittura a terra, chi comunque tace si trova a pagare un conto salatissimo per il trasporto. Fuggiteli come la peste e salite solo sui mezzi pubblici (vaporetti e motoscafi dell’Actv) oppure prendete un taxi munito di licenza.
Numeri utili
Ospedale civile: 041 5294111
Guardia medica: 041 5344411
Polizia: 041 2715511
Vigili urbani: 041 2747070
Consultorio: Ca’ Giustinian 041 5294067
Giudecca tel 041 5289258
Telefono donna: 041 984840
Ufficio oggetti smarriti:
* stazione Santa Lucia 041 785238
* piazzale Roma 041 2722179
* aeroporto 041 2606436
* comune 041 2748225
Venezia e’ raccontata da Daniela de Rosa