Le espressioni che si associano al viaggiare sono ‘vedere il mondo’, ‘aprire gli occhi’, ‘imparare a guardare’. Che effetto deve fare per un non-vedente? E che effetto può fare a un cieco (chiamiamo le cose con il loro nome, una volta tanto) visitare una città tanto importante per lo sguardo come Venezia? L’Istituto Ramon Lull di Barcellona se lo è chiesto e ha cercato, a suo modo, di rispondere. Il Padiglione della Catalogna alla Biennale di Venezia 2017 è un luogo del tutto speciale. Non c’è nulla da vedere, ma molto da sentire e da imparare.

In occasione della Biennale la Catalogna offre un viaggio per i canali intorno all’Arsenale a bordo di un sandalo (una imbarcazione leggera simile alla gondola) in compagnia di una guida non vedente. L’ho fatto durante i giorni della vernice e la mia guida era Anna, una donna non più giovane, cieca dalla nascita, che abitava da bambina all’interno dell’Arsenale, privilegio concesso alle famiglie dei militari, come suo padre. Nel corso del giro Anna mi raccontava quello che stavo vedendo a partire dai suoni e dagli odori.

“Qui giocavano i bambini. Le loro grida si sentivano fino a sera. Qui c’erano le case da cui all’ora di pranzo usciva il profumo del sugo alle vongole”. E cosí via per tutto il giro. La Venezia che Anna conosce – e che non ha mai visto con gli occhi – è fatta di passi sui masegni (le pietre che pavimentano la città), richiami, grida, tonfi del remo nell’acqua, sciabordio. Ogni volta che passavamo sotto a un ponte ne ne diceva il nome. Se ne accorgeva dal rimbombo che faceva la sua voce.

La Venezia che non si vede’ è il titolo del padiglione che presenta l’app Blindwiki realizzata proprio per la Biennale, che mappa le città a misura di non vedenti, realizzata da Antoni Abad, Matteo Sisti con la collaborazione dell’esperta di arte e accessibilità Valeria Bottalico.

L’app può essere scaricata gratuitamente ed è un modo, anche per i normo-vedenti, di ‘sentire’ la città usando i sensi diversi dalla vista.

Il Padiglione della Catalogna si trova ai Cantieri Navali, fino al 26 novembre. Questa volta davvero un padiglione da ‘vedere’.
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