Non so a voi, ma a me l’idea di fare la valigia mette ansia. Comincio a pensarci giorni prima e mi riduco all’ultimo momento, regolarmente dimenticando qualcosa di importante. “Tanto lo compro lí” è stato per anni il mio mantra, non sempre messo in pratica.
Una volta, per esempio, sono andata in Botswana e Zimbabwe, prima a visitare la cascate Victoria, poi sul treno superlusso che attraversa questi due Paesi e termina a Pretoria. Mi ero preparata una valigia sobria, essenziale e un po’ sportiva (le cascate Victoria? Ci sarà un sacco d’acqua), senza leggere con attenzione che il treno superlusso (il superlusso mi era sfuggito) prevedeva l’abito lungo per la cena della sera. Una abito lungo in Botswana? E chi ci avrebbe mai pensato! Fatto sta che ho passato i tre giorni di viaggio con l’unico straccetto nero che poteva andare con gli unici pantaloni piuttosto sportivi ma comunque non jeans che mi ero portata.
Basta inserire destinazione, data e durata del viaggio e l’app ti dice cosa mettere in valigia.
Diciamocelo: la valigia perfetta non esiste. Ma una valigia intelligentemente adatta si può sempre trovare. Soprattutto se ci si rivolge al solito immancabile algoritmo, che tanto ce n’è uno per ogni occasione.
Già, un’app per fare la valigia. Si chiama Packpoint Packing List Travel Companion (packpnt.com) e basta inserire la destinazione, la data e la lunghezza del viaggio e ti suggerisce cosa mettere in valigia.
Ho provato: vado a Bucarest in marzo: sarà un caso se l’app mi suggerisce un ‘casual watch‘? E perchè aggiunge ‘shaver‘ anche se gli ho detto che sono una donna e non un uomo? E c’era proprio bisogno dell’app per consigliarmi due cambi di biancheria?
Comincio a dubitare degli algoritmi.