“Sono un’attrice di mezza età, ma una regista giovane”. Ci pensa un po’ su Valeria Golino, a Londra per presentare il suo film ‘Euforia‘, il suo secondo da regista, al Cinema Made in Italy, il Festival del Film Italiano. Ci pensa su e poi decide che ‘mezza età’ non è un termine che va bene per una che non si tira mai indietro, che si annoia di se stessa (parole sue), che deve sperimentare. No, mezza età non va bene. ‘Chiamiamoci youngish, forse suona meglio’, scherza.

La Golino, nata nel 1965, non ha problemi a parlare del tempo che passa. “Avere una certa età vuol dire che puoi fare quello che prima non potevi fare, dal punto di vista espressivo, di esperienza; le tue opinioni acquistano peso e la gente inizia a rispettarti. E questo è importante, per me. Le tue idee cominciano a essere prese in considerazione. Poi dal punto di vista fisico è chiaro che sei meno desiderabile di quando avevi 25 anni, come è nell’ordine naturale delle cose. È una cosa a cui ci si deve abituare. È così, per me, per noi, per tutti. Puoi farti tutti i ritocchi che vuoi. Il risultato non cambia”.

“Non so se ho acquisito la saggezza dell’età”, continua. “Io sono in una fase di transizione, ma spero di raggiungerla, prima o poi”.
Intanto continua a sua parabola di regista in un film, Euforia, che parla della morte, della paura, dell’amicizia tra due fratelli. Il secondo film che guarda la morte da vicino, dopo ‘Miele’. Non è la mia storia e non ho un particolare desiderio di esorcizzare la morte, ma i nostri film sono sempre quello che abbiamo dentro, e quindi, anche se magari non lo so, l’argomento è dentro di me.

In ‘Euforia’ dirige due uomini, Valerio Mastrandrea e Riccardo Scamarcio. in ‘Miele’ dirigeva una donna, Jasmine Trinca. “Con Jasmine non c’era nemmeno bisogno che ci parlassimo, capiva al volo quello che volevo dire” spiega Golino. “Agli uomini le cose le devi sempre spiegare un po’ di più. Oltretutto Valerio e Riccardo li conosco proprio bene, e ho dovuto esercitare più di una volta un po’ di autorità per farmi seguire”.

Valeria Golino, si contenderà il David di Donatello per la regia insieme a Alba Rohrwacher, regista di ‘Lazzaro felice’. La cerimonia sarà trasmessa in diretta su Rai Uno il 27 marzo.