Due mostre sulla “bruttezza” confermano che, a differenza di come i social vogliano farci credere, è la bellezza ad essere poco interessante

Belle, aspiranti belle. tristi-per-non-essere-abbastanza-belle, sappiate che sta per arrivare il momento delle brutte.

Non una ma due mostre celebreranno la bruttezza. La prima a Venezia, a Palazzo Loredan, dal 28 gennaio al 27 aprile, con il titolo De’ visi mostruosi e caricature. Da Leonardo da Vinci a Bacon. Un viaggio tra visi deformati, facce stranianti, caricature, indagini fisiognomiche.

Three Studies for Portrait of Isabel Rawsthorne, 1965

La seconda a Londra, alla National Gallery, dal 16 marzo all’11 giugno, dal titolo The Ugly Duchess: Beauty and Satire in the Renaissance.

Rivalutiamo la bruttezza?

Non voglio dire, con questo, che essere belle è una sciagura da evitare. Ma che, in linea con quanto affermano ormai quasi costantemente i social e le news, ogni corpo ha una sua bellezza da rivalutare e bisogna rifuggere come la peste un conformarsi alla bellezza tutta uguale che a volte ci viene proposta.

 

Core della mostra della National Gallery è il dipinto di Quinten Massys The Ugly Duchess, conservato appunto alla National Gallery. Il dipinto è stato a lungo considerato opera di Leonardo da Vinci, fino a che si è scoperto che Leonardo, in un disegno, l’aveva semplicemente copiato. Il disegno di Leonardo sarà esposto in mostra di fianco al dipinto che, visto con i canoni contemporanei, potrebbe rappresentare un crossdresser e non, come invece pare che sia, una donna anziana affetta da una rara malattia che ne deformava le ossa.

Il dipinto sarà riunito con un altro che lo completava, An Old Man, in prestito da una collezione privata. Insieme formavano una (satirica) versione di un dittico piuttosto di moda ai tempi, il ritratto di una coppia di sposi. Massys è stato un pioniere dell’arte satirica e secolare nel Rinascimento.