Il fotografo bambino, il giocherellone, l’enfant prodige della fotografia francese degli anni ’20 e ’30, il testimone privilegiato e abbiente di un mondo altrettanto privilegiato e abbiente, l’uomo che amava stupirsi, che si guardava intorno e fotografava il suo mondo. Questo e molto altro è Jaques Henry Lartigue, a cui la Casa dei Tre Oci di Venezia dedica una mostra, aperta, poi richiusa subito a causa del Covid, e ora riaperta di nuovo nel nome del ritorno alla vita.
L’Invenzione della Felicità, si chiama la mostra. Ed è un nome bellissimo, che spiega che Lartigue non voleva riprendere gli orrori della guerra (attraverso cui è pure passato) ma voleva continuare a meravigliarsi per il mondo che lo circondava, come aveva fatto a sette anni, quando aveva ricevuto in regalo la prima macchina fotografica.

Il fratello di Lartigue, Maurice, piegato dal vento. 1911

 

Lartigue vuole intrappolare nella sua mente – e nel suo obiettivo – quello che vede intorno a sé. Giocandoci, quando possibile, tanto che il movimento (delle auto, degli aerei, ma anche delle persone) diventa uno dei suoi soggetti preferiti.

La mostra è aperta da venerdì a domenica, dalle 11 alle 19, alla Casa dei Tre Oci fino al 10 gennaio 2021. Ci sono le bellissime 120 foto (55 delle quali inedite), un bel catalogo pubblicato da Marsilio e una nuova iniziativa molto carina: sotto alcune foto c’è un QR code che rimanda ad un podcast, in cui Denis Curti, curatore della mostra, racconta il fotografo e il suo modo di fare arte.