“Copiare, lo dicevano già sui banchi di scuola, è un’arte e bisogna farlo con stile”,  ha comunicato urbi et orbi ,  con un’inserzione a pagamento sulla pagina centrale di un grande quotidiano italiano la direzione di Eataly,  il colosso italiano di Oscar Farinetti  (torinese anche lui) che ha esportato in molti luoghi del mondo la sua formula del “tutto il cibo italiano di  qualità”.

Con una pagina, spiritosa ed elegante, il “patron” Farinetti ha destinato i suoi complimenti ad Asad Ullah, 41 anni, bengalese, che gestisce un piccolo negozio di alimentari al numero 42 di Corso Belgio, a Torino.

Il proprietario del minimarket di alimentari lo ha chiamato Eat, Alì“, e il malizioso (e intenzionale) riferimento alla creazione di Oscar Farinetti era evidente. Davanti al locale non c’è ancora l’insegna, ma il nome compare sugli scontrini, che hanno prima fatto trionfalmente il giro dei social network sul web e poi sono stati portati allo stesso Farinetti, che ha cavallerescamente riconosciuto l’arguzia della scelta. “Siamo orgogliosi e divertiti. C’è modo e modo di copiare, ma quando si copia con intelligenza, complimenti”.

Naturalmente, Il brand di Eataly  è registrato e non si può plagiare, e la pagina di Eataly è sì un elogio al plagio di Asad, ma anche un monito verso gli altri concorrenti che da un po’ di tempo, e non solo nel settore alimentare, in un modo o nell’altro richiamano il marchio Eataly: se proprio dovete copiare, almeno fatelo con stile.