Tokyo è un’esperienza totale, un bagno di energia, un pieno di creatività, bellezza, caos e stimoli. Funziona 24 ore su 24, è sicura, dinamica ed efficiente e ti offre tutto: vuoi farti un bagno in mare, ammirare il panorama della città da uno dei suoi grattacieli, rilassarti alle terme, immergerti nel verde delle sue montagne, osservare l’architettura più strana, assaporare l’atmosfera di Blade Runner, fare un giro nel vecchio Giappone, fare shopping fino all’ultimo euro o sperimentare il brivido di un vero terremoto? Vieni a Tokyo! E’ composta di 23 quartieri (ku), 26 città, 5 paesi e 8 frazioni. I 23 quartieri sono considerati il centro della metropoli con circa 12 milioni di abitanti. Ed è tutta, ma proprio tutta da scoprire.
di Daniela de Rosa e Paola Dentone
La città
Prima si chiamava Edo e divenne la capitale del governo nel 1603 per opera del generale Tokugawa Ieyasu. L’imperatore si stabilì nella città nel 1868 lasciando la vecchia capitale di Kyoto. Il palazzo Imperiale, nel quartiere di Chiyoda, è sempre stato considerato il centro attorno al quale si è allargata la città. In realtà la città ha più centri, ben definiti per attività lavorative e tipo di divertimenti. A est si trova la parte vecchia, Shitamachi, a ovest ci sono i grattacieli di Shinjuku con la sede del comune, dove lavorano circa 20.000 persone.
Meglio venire in primavera o in autunno dove il clima è eccellente, con tanti soldi o anche con pochi ma con tanta voglia di scoprirla.
Muoversi
Il principale mezzo che ti consente di attraversare con relativa velocità una megalopoli delle dimensioni di Tokyo è la metropolitana. Fondamentale un po’ di pratica per capire come funziona. Il biglietto ha un prezzo che varia a seconda del percorso. Prima di farlo devi consultare il tabellone che ti dirà quanto pagare a seconda della tua fermata. Nelle stazioni principali troverai le indicazioni anche in inglese, ma in quelle più piccole, dove i nomi delle stazioni sono scritti solo in giapponese, potrai farti aiutare chiedendo a qualcuno di indicarti la tariffa per la tua destinazione. Se anche sbagliassi non c’è problema: all’arrivo, al momento di uscire, quando inserirai il biglietto nell’obliteratrice, un messaggio ti chiederà di pagare un extra-ticket. Alcune linee della metropolitana sono private, hanno tariffe proprie e non consentono cambi. Ma nella maggior parte dei casi puoi trasbordare da una linea all’altra senza problemi. Puoi anche comprare un pass giornaliero che ti consente di viaggiare tutto il giorno su varie linee senza pagare altro. Curiosità: di mattina, nell’ora di maggior punta, i “buttadentro” spingono i viaggiatori nelle carrozze usando appositi bastoni. Le frecce che vedi per terra lungo i marciapiedi indicano il punto esatto in cui si fermerà la vettura. E non sbaglia mai!
In alternativa alla metropolitana, usa il taxi. Mostra al tassista il biglietto da visita del ristorante, negozio, ufficio o luogo in cui vuoi andare, così eviterai incomprensioni. I tassisti non sembrano avere un’idea troppo chiara della città (comprensibile, date le dimensioni) e probabilmente consulterà più volte la mappa. Se gli porgi l’indirizzo scritto in giapponese gli faciliti sicuramente il compito. Una volta arrivata a destinazione metti le banconote o le monete sul piccolo ripiano di fianco al guidatore e prendi da lì il resto. Non si usa mettere i soldi direttamente in mano (a nessuno, nè ai tassisti, nè nei negozi) e non si usa lasciare mance.
Dormire
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A parte l’imbarazzo della scelta, devi prima decidere qualche categoria di alloggio ti interessa. Puoi scegliere tra i grandi alberghi internazionali, alcuni veramente belli e lussuosi e non sempre cari come ci si aspetterebbe, i ryokan, piccoli alberghi tradizionali, con il futon appoggiato sul tatami e le pareti a pannelli scorrevoli, decisamente più economici e affascinanti, i capsule hotel, una delle follie del Giappone, in cui le stanze sono piccolissimi loculi nei quali si entra sdraiati, pensati per risparmiare al massimo lo spazio e di solito riservati ai manager (uomini) che si devono fermare in città per motivi di lavoro. Escludendo questi ultimi per motivi di claustrofobia, ecco poche ma essenziali segnalazioni.
Park Hyatt
3-7-1-2 Nishi Shinjuku, Shinjuku-ku
tel 53221234
Assolutamente il top della città. Si trova negli ultimi piani del bellissimo grattacielo disegnato da Kange Tenzo e ha qualche “must” davvero impagabile: il New York Grill & Bar al 50mo piano con tutte e quattro le pareti a vetro su una Tokyo by night da lasciare senza fiato, una piscina con annessa palestra e vista panoramica, la spa con sauna e bagno termale, tre ristoranti e camere semplicemente fantastiche con enormi vetrate con vista. Qui è stato girato il film di Sofia Coppola Lost in translation, delicata commedia dolceamara sullo straniamento che questa città può produrre in due persone lontanissime per età e estrazione ma che si scoprono simili al punto da creare una relazione strana e insolita. Il Park Hyatt è un posto talmente fanstastico che persino gli abitanti di Tokyo, ogni tanto, ci si rifugiano per una breve vacanza di un weekend o di qualche giorno. Le tariffe sono ovviamente alte, ma ci sono offerte di ogni genere per cui vale la pena di tentare.
Ryokan Shigetsu
1-31-11 Asakusa, Taito-ku
tel 38432345
Asakusa Station
Nella zona del tempio di Asakusa un hotel dove puoi scegliere tra la camera “giapponese”, con tatami e futon, o quella occidentale. Definito dalla Rough Guide il miglior posto della zona per dormire. La colazione non è compersa nel prezzo ma può essere chiesta a parte, ed è di tipo giapponese.
Galateo del ryokan e altre abitudini giapponesi:
I tipici alloggi giapponesi consentono di scoprire ritualità e consuetudini mai abbandonate.
Parliamo dei ryokan, alberghi tradizionali con arredamento tipicamente giapponese; del medesimo stile, ma più modesti, sono i minshuku, a conduzione familiare, i kokuminshukusha (le case del popolo) nei parchi nazionali o nei luoghi di villeggiatura ed infine gli alloggi presso templi e santuari. La pulizia e la cura non sono mai trascurate.
Consuetudine vuole che le scarpe siano lasciate all’ingresso e sostituite da apposite pantofole per l’uso negli ambienti interni ad esclusione delle toilette (ove altre vengono fornite). Sul tatami, dal gradevole profumo di paglia, vengono srotolati i futon per il riposo notturno. Durante il giorno le camere dispiegano un omogeneo arredamento, tavoli bassi con il necessario per approntare il te verde, cuscini a terra (zabuton), composizioni floreali (ikebana), pergamene appese (kakejiku), porte scorrevoli (shoji). Le pantofole non vanno indossate sul tatami.
Nelle stanze viene fornita la yukata, un kimono di cotone leggero, da indossare nei momenti di relax, anche negli spazi comuni; ad esempio per recarsi nei bagni in condivisione. Va indossata sovrapponendo il lato sinistro sul destro (l’opposto è consuetudine per in defunti) ed allacciata con una cintura (obi).
Molti ryokan non hanno toilette in camera, ma le tipiche turche, peraltro accuramente igienizzate. In comune sono sempre gli spazi per il rituale del bagno, che costituisce un momento di rilassamento e decantazione delle tensioni. Nelle vasche, a temperatura bollente, ci si immerge dopo essersi lavati; talvolta può essere necessario miscelare con ulteriore acqua fredda per poi soltanto attendere che i muscoli si distendano nel tepore.
Diffuse, e non solo in hotel prestigiosi, sono anche le toilette stile europeo superaccessoriate: wc termico, bidet a spruzzo regolabile incorporato, sottofondo di rumori accessori di acqua scrosciante, disponibile alla semplice pressione di un tasto.
Una curiosa alternativa, consentita in genere solo a clientela maschile, sono i cosiddetti capsule hotel. Per lo più posti nelle vicinanze delle stazioni, offrono sistemazioni funzionali, certo non adatte a soggetti claustrofobici in quanto “stile loculo”, ove consumare rapidamente le ore della notte.
Mangiare
Fortemente ritualizzato e codificato, all’insegna della raffinatezza, appare l’ambito nutritivo/alimentare. La cucina giapponese è molto sofisticata e più che altrove l’aspetto estetico riveste un valore primario. Le pietanze più universalmente note – sushi e sashimi – esemplificano la cura per il dettaglio e la preparazione, che rende le stesse quasi opere d’arte.
La colazione tradizionale può incuriosire o intimorire noi occidentali, usi a sapori più miti nelle prime ore del giorno. La consuetudine propone pesce essiccato, uovo crudo, zuppa di miso (con alghe e tofu), riso da consumarsi con alghe (nori) inumidite nella salsa di soia e le immancabili verdure in agrodolce (tsukemono) che nei mercatini spiccano come una fioritura multicolore.
Ci si serve utilizzando gli hashi, i bastoncini (mai da infilare verticalmente nelle ciotole, in quanto allusivo alla morte) ed è lecito aiutarsi portando la ciotola alla bocca o ricorrendo ai cucchiai per le zuppe. Le bevande di accompagnamento sono te verde o acqua, servite senza farne richiesta.
Se vai pazza per il sushi sei arrivata in paradiso. Qui il pesce crudo affettato e preparato dalle mani velocissime degli chef è quanto di più sublime tu possa assaggiare, freschissimo e gustoso. Dopo averlo assaggiato è probabile che quelli “all’occidentale” che si trovano nei ristoranti giapponesi delle nostre città ti sembrino scialbi e incolori. Il sushi si mangia più o meno dappertutto, a pranzo o a cena e perfino a colazione. Tipico, per esempio, mangiarselo alle sei o sette del mattino dopo la visita antelucana al Mercato del Pesce, insieme ai pescivendoli che hanno terminato le varie aste. La zona intorno al mercato è piena di piccoli sushi restaurant dove la materia prima è la migliore della città.
Se però il pesce crudo non è la tua passione, non credere di dover per forza soffrire la fame. I piatti alternativi sono le zuppe di noodles o la mitica kobe beef, una bistecca di manzo molto speciale, che viene cotta su una piatra incandescente davanti ai tuoi occhi. Costa molto, è vero, ma in vita tua, garantito, non assaggerai mai più una carne così tenera, ottenuta – secondo una leggenda metropolitana – dalla birra con cui la mucca viene nutrita e dai massaggi che le vengono praticati. Alternativa molto meno costosa è il tempura, misto di verdure, pesce e altro fritto in una pastella: delizioso. Poi ci sono ristoranti che offrono piatti orientali generici, oppure di altri paesi, come coreani, vietnamiti, cinesi e così via. Scegli il ristorante in base al cibo che preferisci.
Sushi
I migliori sushi-restaurant sono quelli intorno al mercato del pesce, magari un po’ anonimi ma garantiti dal punto di vista della freschezza. Ma in giro per la città troverai decine di piccoli o piccolissimi locali dove il sushi viene servito a tutte le ore. Te ne segnaliamo uno nella zona dello shopping:
Sushi Hana
4-2-17 Aoyama
tel 03 57707398
Piccolo e delizioso sushi restaurant, ideale per il dopo shopping.
Seryna
3-12-2 Roppongi, Minato-ku
tel 03 34021055
I Seryna sono tre. In questo caso stiamo parlando di quello denominato “Mon cher ton ton”, nel quale si può assaggiare la mitica Kobe beef, la carne di mucca nutrita a birra e massaggiata al fine di farle intenerire la carne. Se i massaggi e la birra siano reali o una leggenda metropolitana non si sa, ma la kobe è in assoluto la carne più tenera che sia dato assaggiare in questo e nell’altro emisfero. Qui la si prepara scottata su una piastra d’acciaio sotto gli occhi dei clienti. Deliziosa.
Manrikiya
2-3-2- Azabu-Juban street
tel 03 34525510
metro Azabu Juban
Un posto semplice e carino, considerato il luogo perfetto per iniziare un cammino di scoperta dei noodles. “Eat ramen everyday” dice un grosso cartello appeso alle pareti. E i giovani professionisti (la zona è piena di uffici) che pranzano qui sembrano adottare volentieri questo consiglio. Il prezzo si aggira sui 900-1100 yen.
Aoringo Beer Restaurant
1-11-8 Yashima
Bunkyo-ku
tel 03 38115131
metro Ochanomizu station
Un posto accogliente e familiare, dove un piatto di noodles non costa più di 700 yen. Rinomati anche i gelati, anche se bisogna riconoscere che per chi è abituata ai gelati italiani quelli giapponesi non sono esaltanti.
Azabujuban
tel 03 34523112
www.noodles.co.jp
Il localino è carino, con pochissimi posti al bancone e una saletta intima e raccolta al piano superiore. Il nome è esemplificativo: si mangiano noodles, gli stessi esposti in vetrina in tutte le loro forme, compresa quella che li fa sembrare semplici spaghetti. Prezzi bassi, qualità media.
Inakaya
4-10-11 Roppongi Minato-Ku
tel 03 57751012
Cucina tradizionale giapponese servita tra le grida dei camerieri che, in ginocchio su un bancone, preparano le portate e le porgono ai clienti attraverso una lunga pala e presentandole a voce altissima. Tutti i presenti in sala sapranno quello che hai ordinato, la privacy va a farsi friggere ma la cosa è piuttosto divertente, anche se indiscutibilmente turistica.
Teyandei
Omotesando
tel 03 34041312
Ci si toglie le scarpe prima di entrare e ci si accomoda nel piccolissimo banco o nella ancor più piccola saletta in vetrina. La cucina è buona, a patto di trovare qualche cliente che ti spieghi cosa ordinare. Menu in giapponese e senza le foto di rito. Prezzi molto accettabili.
Rojak
Omotesando
tel 03 34096764
Bellissimo nel decor asiatico coloniale, è un piccolo ristorante di cucina organica ed etnica: zuppe, verdure, curry a prezzi piuttosto interessanti.
Fujimamas
6-3-2 Jingumae, Shibuja-ku
tel 03 54852262
Bellissimo questo restaurant-and-bar con arredo etno e cibo pure. In una stradina deliziosa piena di negozietti, non a caso chiamata Ondem shopping street.
Da vedere
Shinjuku
Ovvero il finacial district della capitale nipponica. Se ti piacciono i grattacieli, qui puoi sbizzarrirti la vista: lo sguardo è trascinato in alto, ti sembra di volare. Sotto, migliaia di executive giapponesi che corrono e si affannano per accumulare yen. L’intera zona, a vederla su una piantina, sembra un fazzoletto all’interno della città, in realtà è immensa, vivacissima, affascinante, da vedere soprattutto di giorno, quando è più vitale. Tra un grattacielo e l’altro, non è difficile scovare stradine con vecchie botteghe che sembrano uscire da altri tempi. E se tra il frastuono del traffico e il rumore dei semafori (sono tutti sonori, per i non vedenti… è la civiltà, bellezza) senti uno strano gracchiare, non ti stupore, sono i corvi appollaiati tra i rami degli alberi che fanno sentire la loro presenza anche nel cuore della metropoli.
Il palazzo imperiale
Visto va visto, ma non credere di poterti avvicinare all’imponente palazzo degli imperatori del giappone. Pensare che la povera principessa triste, una tipa che sa un sacco di lingue e poteva fare una carriera pazzesca in giro per il mondo, si è chiusa qui dentro dopo aver sposato l’imperatore, che è pure bruttino, fa un po’ di tristezza. Non è difficile credere che sia caduta in depressione. Resta il fatto che l’intero complesso vale una visita, girellando per il parco e le antiche costruzioni dei cortigiani e dei soldati.
Shinjuku Gyoen National Park
11 Naito-cho, Shinjuku
tel 03 3350 0151
Costruito sul luogo in cui si trovava la dimora privata di Lord Naito, signore feudale dell’epoca Edo comprende 144 acri di verde che più verde non si può dove riesci a isolarti e non sentire più il rumore dalla metrolopi intorno a te. Quanto al suo aspetto, ce n’è per tutti i gusti: giardino giapponese, prato all’inglese, parco alla francese, non c’è tipo che verde che non sia rappresentato. Naturalmente è al suo meglio durante la primavera, quando i 1500 cicliegi sono in fiore. Si entra pagando un biglietto di 200 yen ma vi si può trascorrere un paio d’ore in totale relax e sicurezza. E’ chiuso il lunedì. Fatti un giro virtuale su www.shinjukugyoen.go.jp
Edo Tokyo Musem
1-4-4 Yokoami, Sumida-ku
tel 03 36269974
Fondato nel 1993 ha un doppio scopo: diffondere la cultura dell’antica Tokyo, quando ancora si chiamava Edo, e promuovere la consapevolezza della necessità di un lavoro comune per la Tokyo del futuro. E’ diviso infatti nella Edo Zone, la Tokyo Zone, la History Zone e le mostre temporanee. Visita molto interessante e istruttiva, soprattutto nella parte che riguarda la seconda guerra mondiale e cosa hanno fatto gli americani, con le loro bombe, alla città. Spesso però devi avere a che fare con branchi di scolaresche giapponesi che, quanto a macchine fotografiche, sono peggio dei loro genitori.
La notte infinita
Benvenuta nell’atmosfera senza tempo di Blade Runner: il fatto che si chiami Kabukicho non cambia di una virgola la sensazione che ci si prova. Può essere giorno o notte, estate o inverno: qui si vive una vita parallela, fatta di luci, strip bar, giovanotti della jakuza e gigolò vestiti tutti con giacca e cravatta e con i capelli ossigenati, che cercano di sbarcare il lunario. Passeggia senza paura per le stradine. Le donne sono quasi invisibili: i buttadentro dei locali di spogliarelli si rivolgono quasi esclusivamente agli uomini, cercando di convincerli a entrare per un drink. Un po’ come succede a Pat Pong a Bangkok o nel quartiere a luci rosse di Amsterdam o sulle Ramblas di Barcellona; solo che qui non vedi foto di donne nude che promettono chissà quali paradisi sessuali. Le signorine – o piuttosto le ragazze – castissimamente fotografate in primo piano all’esterno dei locali sembrano uscite dal college mezz’ora prima (e probabilmente lo sono). Non che sia un paradiso verginale, intendiamoci. Lo sfruttamento, la prostituzione, probabilmente si nascondono dietro le porte. Ma la Tokyo by night brilla di tali e tante luci che non si può non restare affascinati.
Altrettanto vivaci di notte sono le zone di Roppongi, piena di ristoranti e di locali, alcuni del genere strip e geisha bar, e Akasaka. Qui sciamano a migliaia i burocrati e i politici dei vicini distretti, dopo una giornata di lavoro e prima di tornare al calore delle case, dove le mogli aspettano alzate, come vuole la tradizione giapponese, e senza mattarello in mano. Roppongi, in particolare, è frequentata da molti gaijin, stranieri: se ti senti perduta in mezzo a troppi occhi a mandorla qui troverai un bel po’ di occidentali in cerca del modo i cui passare la nottata. Geisha bar e locali vari con musica chiudono alle 4 o 5 del mattino.
Le donne
Le donne giapponesi appaiono estremamente curate. Gentilezza e ritrosia sono caratteristiche comuni in genere anche agli uomini, che si esemplificano nel frequente rispettoso inchinarsi (sostitutivo della nostra stretta di mano), nella consuetudine di predisporre regali per i conoscenti, anche occasionali, nell’apostrofare rispettosamente con “san”. Alle donne non viene riservato un trattamento preferenziale in ragione del genere, non si cede loro il passo o il posto sui trasporti pubblici. Risulta che agli uomini in ambito professionale venga riconosciuto un trattamento preferenziale, per tacere di tradizioni tutt’oggi inveterate che associano alla donna il concetto di kegare (impurità, corruzione) e le precludono ambiti specifici (nella prefettura di Nara, il monte Ohminesan è oggetto di una scalata annuale, il 3 maggio, consentita da 1300 anni solo agli uomini); allo stesso modo vengono loro proibiti lavori di scavo di gallerie (per non suscitare gelosia nella dea della montagna) e l’accesso ai ring di sumo (la lotta giapponese, risalente ad antica tradizione ed oggi parzialmente in decadenza). Indossano abiti occidentali, ma non è raro vederle abbigliate nei tradizionali kimono, così come scorgere geishe dal viso imbiancato tra le vie del quartiere di Gion e Pontoch a Kyoto.
L’altra faccia della femminilità giapponese è quella delle ragazze di Harajuku, che la domenica mattina si vestono nel modo più improbabile di cui sono capaci e si mettono nelle vicinanze della fermata della metropolitama di Harajuku con nessun altro motivo che farsi vedere e farsi fotografare. Puoi passare un paio d’ore girando da una all’altra e guardando i costumi più folli, pazzeschi, trasgressivi che tu abbia mai visto: non c’è limite che tenga: minigonne e parrucche, spilloni e facce dipinte, tutto vale e tutto è lecito. Lo stile? Neo punk, per lo più, ma vanno anche la bambina cresciuta, la lotita perversa, la damina.
Shopping
Una buona notizia: il motto delle ragazze e delle donne giapponesi, “shop-till-you-drop”, non è solo un modo di dire e a Tokyo, se ti basta l’energia, lo puoi davvero mettere in pratica. Una cattiva notizia: a meno che tu non sia una minuscola bambolina pelle e ossa non riuscirai a comprare un granchè, se parliamo di abbigliamento. La taglia da display nei negozi è la 36; 38 e 40 le tengono in magazzino e se chiedi taglie superiori ti guardano con aria dispiaciuta e scuotono la testa. C’è di buono che non fanno niente per girare il dito nella piaga ma tu, inevitabilmente, ti senti una obesa occidentale che cerca di strizzarsi in vestiti proibiti per le sue cosce o il giro-vita. Forse può andare meglio con le scarpe: si arriva fino al 38, numero piuttosto portato dalle occidentali; se però calzi un 39 o peggio, dì addio ai modellini strani che occhieggiano dalle vetrine.
Roppongi Hills è una delle destinazioni top dello shopping. Nel quartiere, piuttosto vivace soprattutto la notte, di Roppongi, il grattacielo dello shopping più trendy lo vedi scintillare di luci, vetro e acciaio da lontano. Nello stesso edificio c’è il Roppongi Hills Mori Tower, il nuovissimo museo di arte contemporanea inaugurato a fine ottobre 2003. Ma se sei arrivata fin qui solo per lo shopping, avrai pane per i tuoi denti. Negozi di ogni genere, ristoranti di ogni cucina e un angolo per i massaggi alla fine della giornata. All’interno del centro commerciale si organizzano perfino dei tour guidati – molto japanese-style – di boutique in boutique.
Le ragazzine under 30 si rifanno il guardaroba da Laforet, dove puoi passare svariate ore provando e riprovando le cose più pazze..
Tutto di carta (biglietti, cartelline, quaderni, articoli per artisti veri e presunti) ma anche organizer, articoli per ufficio e molto altro si trova a Ginza, da Ito-ya (2-7-15 Ginza Chuo-ku, tel 03 35618311.
Oggetti da portare a casa agli amici, come le ciotole per il riso, le tazze per il the, i kimono e i bastonicini, i ventagli e i piatti, insomma tutto quanto fa Giappone si trova da Oriental bazaar (9-13 Jingumae 5-chome, shibuya-ku, tel 03 34003933). Si trova tra la stazione di Omotesando e quella di Harajuku, sembra uno shop per turisti (e in effetti lo è) ma ci trovi quello che cerchi da portare a casa senza dover girare tutta Tokyo per cercarlo. E’ aperto dalle 10 alle 7 e chiuso il martedì.
Shopping di firma? Da Tsumori Chisato etc. (Kita-Aoyama, Minatoku, tel 03 57667494), uno tra gli stilisti più in voga del Giappone che vende scarpe alquanto strane e interessanti. E ancora:
Haas
4-21-29 Minami Aoyama, Minato-ku
tel 03 57850400
Magliette aderenti e gonnelloni, pantaloni e giacche destrutturate. Linee molto eleganti. Per forza: c’è lo zampino di Issey Miyake.
This is a bag
Spiral building
Omotesando
tel 03 34985792
Borse di plastica (sì, proprio plastica, non ci provano nemmeno a imitare la pelle) in colori acidi, forti e squillanti con sopra una faccina di donna a mo’ di collage. Divertentissime per teenager e signore che vogliono sentirsi tali.
Override 9999
Meijidori
tel 03 54670047
Le giapponesi si riforniscono di cappelli, perlopiù a baschetto, per i quali hanno una vera mania.
Ohashi
Omotesando
A due passi da French Connection e a quattro da Benetton e Gucci (tanto per collocarlo geograficamente) è il più straordinario negozio di chop stick della città, cioè dei bastoncini che servono per mangiare e dei quali, una volta a casa, non potrai più fare a meno. Ce ne sono di semplici ed eleganti, di decorati e di monocolore e di ogni prezzo. Per qualunque tavola.
Cabane de zucca
Di fronte al Marunouchi shopping center
tel 03 52202502
Abbigliamento street e casual. Maglioni e pantaloni, scarpe e borse. Alcune cose davvero carissime, altre abbastanza abbordabili.
Akizjapan
2-7 Ondem shopping street
tel 03 54665567
Abbigliamento casual da uomo.
Salute e bellezza
I giapponesi hanno un vero culto per il massaggio e lo praticano – o lo offrono – a ogni angolo di strada. Se vuoi provare l’esperienza, rilassante ed energizzante, del massaggio shiatzu, non temere di entrare in uno qualunque dei posti che lo praticano. Ce ne sono anche sotto la fermata della metropolitana o nei centri commerciali, dove per 2000 yen potrai farti massaggiare la schiena o i piedi per 20 minuti. Ideale dopo una giornata di cammino, visite o shopping. Tra i tanti centri, segnaliamo quello alla stazione di Shinjuku, Raffinè, dove al termine ti offrono una tazza di the verde, e quello all’ultimo piano del centro commerciale della stazione di Ebisu.
Quanto alla bellezza, le giapponesi hanno la mania del maquillage e comprano rossetti, ciprie e trucchi vari in quantità industriale. In fondo sono loro che hanno inventanto le calze-spray, anche altro non sono se non maquillage per le gambe. In ogni centro commerciale ci sono delle truccatrici professioniste pronte a dare consigli o a truccare le clienti. Se hai una serata importante o semplicemente vuoi divertirti facendoti truccare alla perfezione, non avere timore di avvicinarti e chiedere di provare su di te qualche prodotto. Verrai truccata di tutto punto senza dover comprare assolutamente nulla. Se invece vuoi proprio fare acquisti ricorda che i prodotti Shu Uemura sono tra i migliori che possa trovare.
Terremoti e telefonini
Cosa c’entrano le due cose insieme? Nulla, ma sono una caratteristica della città alla quale non puoi sfuggire.
Piccole scosse di terremoto, innocue peraltro (perchè i giapponesi sì che sanno come si costruiscono gli edifici e i grattacieli) sono frequentissime. Don’t panic, anche se ti trovi al cinquantesimo piano di un grattacielo. Sappi che è altamente improbabile che ti caschi in testa il tetto; non hai che da provare il brivido.
Quanto ai telefonini, per i giapponesi sono un prolungamento del loro stesso corpo, un terzo orecchio, un’altra mano. Tra di loro pare non si parlino molto in pubblico (basta vederli in metropolitana, assorti, silenziosi o addormentati) ma parlano in continuazione nel cellulare o ci navigano in internet. Due curiosità: usano tutti, ma proprio tutti, lo stesso modello, con sportellino apribile per la tastiera; e il loro cellulare, a differenza dei nostri, funziona perfettamente anche in metropolitana, sette piani sotto il manto stradale.
Consigli
Procurati subito un biglietto dell’albergo in cui ti trovi o fatti scrivere su un foglio, in giapponese, l’indirizzo della casa che ti ospita e portalo sempre con te. Dovessi perderti ti sarà più facile chiedere indicazioni.
Lo stesso vale per ristoranti, negozi o locali che ti piacciono e nei quali pensi di tornare. Prendi un biglietto da visita da mostrare al tassista o a qualcuno a cui vuoi chiedere indicazioni in caso di bisogno.
Non farti intimorire dalla metropolitana: anche se trovi (solo) cartelli come quello della foto, chiedi informazioni ai passanti e non ti perderai. E memorizza l’uscita della metropolitana verso all’esterno (di solito segnalata da una sigla) se pensi di scendere sempre alla stessa fermata. In una stazione come quella di Shinjuku, che ha sessanta uscite, è fondamentale!
Se vuoi mangiare spendendo poco (o addirittura gratis) fornisciti di faccia tosta e vai nei piccili ristoranti al piano interrato dei grandi magazzini: spesso offrono assaggi gratuiti del loro menu.
Being a braod in Japan
Se a Tokyo pensi di mettere radici per un po’ di tempo, be’ hai bisogno di un vademecum che ti aiuti a conoscere un mondo tanto lontano. Di libri di self help ce ne sono per tutti i gusti e anche in questo caso un volumetto può aiutarti. L’ha scritto Caroline Pover, un’americana che ha lasciato gli Usa per seguire il fidanzato, pensando a qualche mese di completo relax nel Sol Levante e, una volta là, ha pensato di mettere la sua esperienza a disposizione di altre donne. Si intitola Being a broad in Japan. Lo trovi nelle librerie della città o lo ordini su www.alexandrapress.com
Sconsigli
Non sentirti intimorita. Tokyo può fare paura in un primo momento, per le dimensioni, il traffico, il caos generico, la lingua e le facce e le abitudini così diverse. Ma è invece un posto del tutto sicuro e accogliente. Anche se in generale nessuno sorride per la strada e in metropolitana, i giapponesi sono pronti ad aiutarti – nei limiti della loro comprensione di una qualsiasi lingua per loro straniera, bassissima – se glielo chiedi. E poi è una città sicura: puoi girare da sola, di giorno e di notte, con gioielli, portafoglio e macchina fotografica e nessuno ti darà fastidio. Basta vedere quanti bambini di sei-sette anni tornano a casa da soli prendendo la metropolitana per capire quanto la città sia tranquilla.
Numeri utili
Jnto’s tourist information center (tic)
10th piano, Tokyo Kotsu Kaikan Building
2-10-1 Yurakucho, Chiyoda-ku
tel 03 32013331
Aperto dalle 9 alle 5 durante i giorni della settimana, sabato dalle 9 alle 12, domenica chiuso.
Prima di partire:
Per solleticare la curiosità, puoi visitare:
www.japan.com/
www.nipponico.com/
www.japan-guide.com/
http://giapponemania.net/Giappone/
Oppure, puoi leggere:
“Ore Giapponesi” di Fosco Maraini (Corbaccio editore) è un corposo volume che invoglia alla scoperta della civiltà nipponica, così come “Il Crisantemo e la Spada” di Ruth Benedict (Tuttle edizioni). Per chi pensa ragionevolmente di portare con sé i bambini, è utile “Japan for Kids” di Diane Wiltshire Kanagawa e Jeanne Huey Erickson (Kodansha edizioni), per quanto gli elevati livelli igienici ed organizzativi rendano il paese sicuro e consigliabile, con l’unica riserva di evitare i mesi estivi quando il caldo umido ostacola pesantemente i movimenti: in autunno ed in primavera le temperature sono gradevoli ed i giardini offrono il meglio di sé nelle sfumature delle foglie e nella fioritura dei tanto celebrati ciliegi.
Tokyo e’ raccontata da Daniela de Rosa e Paola Dentone