Nel corso del mio ultimo viaggetto a Barcellona, pochi giorni fa, non ho visitato nessun museo, visto nessuna opera d’arte. Ma non è che sia stata con le mani in mano. Ho mangiato un’ottima paella da Pez Vela, sono tornata (e per l’ultima volta, non vale la pena, troppo turistico) al Botafumeiroho pranzato nello stupendo giardino di Les Filles e ho visitato lo studio di un artista, Sergio Rogerdefinito al Corriere della Sera Il sarto delle rovine soft.

Passo indietro: quest’anno, al Fuorisalone a Milano, sono andata nello spazio di Rossana Orlandi. Lì ho visto teste e capitelli di Sergio Roger per la prima volta. Li ho ritrovati nello spazio milanese di B&B Italia. È stato come un’epifania, come se mi avessero chiamato. Ho cercato Sergio su instagram, l’ho trovato, ho scoperto che è di Barcellona (dove vive mio figlio) e ci siamo accordati per l’acquisto di una delle due teste e una visita al suo studio.

Sergio Roger ha un viso luminoso come il suo studio, all’ultimo piano di un palazzo nobiliare nel cuore del Barrio Gotico. Da sempre appassionato di arte classica e di tessuti, è riuscito a mettere insieme queste due cose, così diverse tra loro (pietra e tela, marmo e lino) e creare sculture uniche, cucite a mano. Ogni pezzo è a sé, ogni pezzo ha caratteristiche diverse. La mia Afrodita, quella che ho scelto e acquistato, non sarà mai uguale a nessuna altra che Sergio possa realizzare.

Lo studio di Sergio si trova nel Carrer del Lledò. Se lo contatti sarà felice di mostrarti le sue opere.