Israele è uno dei Paesi più affascinanti e controversi che ho mai visitato. Non sono stata ad Arad, ma tutto quello che mi parla di deserto mi piace di default. Quindi mi piacerebbe (o mi piacerà, quando avrò la fortuna di andarci) anche Arad.

Arad si trova sul Mar Morto, che fedele al suo nome non è proprio morto ma – per citare Woody Allen – non si sente benissimo. Anzi, per dirla tutta, Il Mar Morto sta scomparendo. Sta morendo, quindi, e scusate il gioco di parole. Si trova a 430.5 metro sotto il livello del mare, ha una concentrazione di sale altissima (9.6 volte quella di un mare qualunque), ma sta recedendo come la linea dei capelli di William di Inghilterra. La sua area di 1050kmq nel 1930 è diventata adesso 605 e di questo passo tra qualche decennio sarà una pozzanghera salatissima.

Bisogna fermare questo scempio. E aumentare la consapevolezza di chi visita Israele e si ferma a mangiare l’hummus a Jaffa (buonissimo, beninteso. Però).

Per farlo il Ministero del Turismo israeliano e il Comune di Arad hanno chiamato un artista internazionale, il fotografo americano Spencer Tunick, e gli hanno chiesto una delle sue installazioni pazzesche per promuovere il futuro Museo del Mar Morto, che verrà costruito proprio ad Arad.
Tunik ha messo insieme 200 comparse, le ha spogliate, le ha cosparse di bianco e ha scattato.

Spencer Tunick è famoso per le sue installazioni in cui fotografa centinaia di persone svestite in situazioni inconsuete. E c’è da sperare che la sua fama e le sue foto riescano a mettere l’attenzione sul problema del Mar Morto e ad accelerare la costruzione del museo.