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Due donne sofisticate e chic, come quelle dei film muti, sono nei pensieri della “ragazza sola” che gioca con i loro desideri e le loro aspitazioni come il gatto con il topo. “Sonata per ragazza sola” e’ un’opera teatrale ispirata alla vita di Irène Némirovsky, in scena alla Casa delle Culture (Villa Doria Pamphili, Roma) dal 24 gennaio al 3 febbraio 2013.

Una ragazzina scalza su un ponte. Una sera qualsiasi al crepuscolo. L’acqua della Senna scorre. La ragazzina, guarda in basso, impaurita ed eccitata. Medita se lasciarsi trascinare via dal fiume, o trovare la forza di combattere contro il suo nemico. Il nemico è a casa che l’aspetta: sua madre.  Suicidio o matricidio? Nell’attimo in cui le rivoluzioni dell’adolescenza irrompono, in cui si comincia a “pretendere” di vivere, Antoinette  scatena la sua vendetta preventiva contro una madre autoritaria e frivola.

Una donna sulla quarantina è sola nella sua stanza della toletta. Si prepara minuziosamente ad una nuova vita, che forse avrà inizio proprio questa sera, quando aprirà le porte del suo lussuoso appartamento e avrà inizio la sua prima “soirée”.  I fantasmi del passato si scioglieranno nell’esibizione della ricchezza acquisita, della sua intatta bellezza, della sua ritrovata gioventù. Tutto sembra alludere a un momento esclusivo di felicità. Tranne il tempo.

Due donne si preparano a partecipare a un evento mondano che sa di trionfo. Un primo e ultimo appiglio al senso dell’Esserci. Due donne di carattere e spirito opposti, unite dallo stesso sangue,  ma anche, inconsapevolmente, dagli stessi desideri e fantasie.

Madre e figlia. La  figlia scalpita per liberarsi della sua asfittica divisa da bambina e indossare finalmente il nuovo abito da donna. La madre  non vuole lasciare l’involucro della giovinezza e lotta disperatamente contro il passare del tempo per dimostrare a se stessa e agli altri di essere ancora desiderabile e vitale. Tra  il desiderio e la realtà c’è la presenza insopportabile, giovane, accecante della figlia.

Entrambe, soprattutto, vogliono amare ed essere amate.

Per dirla con Irène Nèmirovsky: “Ho passato tutta la vita a combattere contro un sangue odioso, ma esso è dentro di me, scorre nelle mie vene…”

 

In scena Federica Bern, con la regia di Francesco Villano. Biglietti 15 euro, ridotti 12 euro.