Il ‘soffitto di cristallo‘ compie 40 anni. Ed è ancora lí, magari pieno di 18 milioni di crepe, come disse Hilary Clinton il giorno dopo la sconfitta alle primarie nel 2008, ma sempre al suo posto, lucido e duro come non mai. Soffitto di cristallo sta per barriera insormontabile, ma invisibile, di discriminazioni e pregiudizi che impediscono alle donne di avanzare nella loro carriera.

Sono passati quarant’anni da quando Marilyn Loden coniò questa espressione. All’epoca aveva 31 anni, lavorava alla New York Telephone Co e partecipò a una tavola rotonda intitolata Mirror, mirror on the Wall durante la Women’s Exposition di New York.

Marilyn era lí per caso, per sostituire qualcuna più in alto di lei nella scala gerarchica e che non poteva essere presente. Si era preparata un discorso su quanto le donne avessero di se stesse un’immagine povera e autolesionista, che impediva loro di avanzare nella carriera e le venne l’idea di una barriera invisibile agli occhi di tutti e che tuttavia che impediva il progresso delle donne e coniò l’espressione un po’ per caso e senza nemmeno molta convinzione,  espressione oggi usata universalmente da tutti.

Marilyn Loden lasciò la compagnia per cui lavorava per non dover accettare un ruolo che non le confaceva. Da allora ha scritto tre libri, lavorato per compagnie private e per organizzazioni sindacali, sempre occupandosi di questioni di genere e rispetto delle differenze. Il soffitto di cristallo, però, quarant’anni dopo, è ancora lí.