Hai mai attaccato bottone con uno sconosciuto? Se non l’hai ancora fatto, corri ai ripari, perché potrebbe farti un gran bene. E fa bene anche a chi ascolta.
Due studiosi del comportamento americani, Nicholas Eprey dell’Università di Chicago e Juliana Schroedrer dell’Università di Berkley, hanno svolto uno studio approfondito con tanto di esperimenti, e hanno concluso che parlare con gli sconosciuti è un esperimento di igiene mentale, quasi un esercizio spirituale. Quando si attacca bottone con qualcuno, sul treno, in sala d’aspetto o in coda, si vince – secondo lo studio – il timore di non essere abbastanza interessanti. Gli sconosciuti non hanno pregiudizi nei nostri confronti, quindi non hanno aspettative, né nel bene né nel male. Non sapendo niente di noi, non possono sapere se siamo intelligenti, divertenti o noiosi e la conversazione parte da zero a zero. Poco importa, continua lo studio, l’argomento che si affronta. Può essere profondo o futile, l’esercizio è rompere la barriera e iniziare una conversazione. Il beneficio, tra l’altro, si estende anche a chi ascolta. La rivincita dello small talk, la chiacchiera sul nulla (gli inglesi, che hanno inventato questo termine azzeccato, sono bravissimi a parlare del tempo) che magari non avrà una valenza politica o intellettuale ma è invece una piccola medicina per chi lo pratica.
La prossima volta che viaggi in treno o in aereo, alza lo sguardo dallo schermo del cellulare e guardati in giro. Un po’ di small talk potrebbe essere per il tuo spirito come un bicchiere di champagne.
[hr style=”dotted”]
Se sei arrivata fino a qui ho un favore da chiederti. Permesola è indipendente, gratis e accessibile a tutti. Produco da anni articoli di qualità perché credo nel lavoro giornalistico. Non ho un editore che mi sostiene e la pubblicità è in grave crisi.
Ti chiedo quindi di supportarmi con una piccola donazione, anche piccolissima. Servirà per mantenere Permesola quello che è oggi e per migliorare sempre di più.
Un grande grazie.