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La Manhattan del Mediterraneo. Così l’ha definita un giornalista inglese dopo averla visitata la prima volta. Scommettiamo che nessuno ha mai pensato a Siracusa in questi termini. Gli inglesi, si sa, sono campioni di marketing. Ma che Siracusa sia uscita da un certo torpore e isolamento geografico e culturale è un fatto innegabile.

Facciamo un po’ di ripasso, che non fa mai male. Siracusa è stata fondata dai Greci, se ne è staccata combattendo (e vincendo) i propri coloni, è stata conquistata da romani, poi bizantini e poi ancora musulmani ed è fiorita nel Barocco. Distrutta e rifiorita dopo terremoti e epidemie è rimasta, in tempi moderni, un po’ defilata rispetto alle rotte turistiche siciliane (Catania e Palermo sono più famose e visitate).

“Bella e decrepita”, o anche fondata su “strati e strati di storia”, come la definisce Sue Townsend, la fondatrice di “Ortigia” che per la sua azienda di profumi e saponi ha scelto il nome del cuore di Siracusa, Ortigia appunto. E un po’ di decrepitezza ci sta e aumenta il fascino (capito signore del botox?).

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Basta fare una visita al Duomo per capire di cosa stiamo parlando. O al fantastico Museo Paolo Orsi, uno dei più interessanti – e c’è da giurarlo, più misconosciuti – musei archeologici d’Italia (in ristrutturazione dovrebbe riaprire in Aprile 2014). O, ancora, al Museo Bellomo, che conserva una Annunciazione di Antonello da Messina per vedere la quale vale la pena volare su Catania e farsi i 40 minuti di macchina che separano Siracusa dall’aeroporto. Sul portale www.volo24.it​ potrete trovare diverse offerte.

E se fino a poco tempo fa ci si doveva accontentare di dormire in qualche hotel dozzinale, ora è tutto un fiorire di b&b e design hotel chic, che fanno il paio con ristoranti la cui cucina – quella siciliana è tra le migliori d’Italia – è un mix di tradizione e creatività.