Immagina di salire una montagna, magari in inverno, vestita con corsetto, gonna lunga, pelliccia. Come Henriette d’Angeville, che scalò il Monte Bianco con indosso otto chili di vestiti.
La storia dell’alpinismo femminile è iniziata nel 1838, quando la contessina francese e le sue pellicce sono riuscite non solo a scalare il Bianco ma a farlo sapere a tutti. Trent’anni prima una cameriera di Chamonix, Marie Paradis, aveva compiuto la stessa impresa, senza abbigliamento adatto né allenamento.

La storia di queste prime alpiniste la racconta Franca Lugato, co-curatrice della mostra Il Racconto della Montagna nella pittura dell’Ottocento e del Novecento, attualmente in corso a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto (TV) e visibile fino all’8 dicembre 2020.

Le Tre Cime di Lavaredo di Giovanni Salviati

 

Irene Pigatti, la pioniera delle alpiniste italiane, è dedicata una intera parte della mostra. Irene fu la prima italiana – in mezzo a tante straniere – a scalare il monte Cristallo nel 1886, la prima di compiere altre imprese, una a breve distanza dall’altra.

Edward Theodor Compton, Paesaggio delle Dolomiti, Moderna Galerjia

 

La mostra, tuttavia, non parla solo di donne. Ma di artisti italiani e stranieri, per esempio, come Guglielmo Ciardi e Giovanni Pellis innamoratisi delle Dolomiti e della pittura en plein air, favorita dall’invenzione del tubetti di pittura in stagno, che permettevano ai pittori di portarsi cavalletto, pennelli e colori in vetta.

La mostra, curata da Giandomenico Romanelli e Franca Lugato, è una vera perla, da vedere e godere in questi giorni accaldati.