Saint Remy e’ una cittadina con poco meno di diecimila abitanti, nel cuore della Provenza, dove il Mistral scuote alti campi di foraggio per i cavalli di Camargue. Dove popoli, culture, lingue, magie e tradizioni si conobbero e si scontrarono, dove gli aromi sgorgano fluenti dalla natura e la mano dell’uomo a più riprese ha tentato di scoprirli e mescolarli.
Camminare per i vicoli di questa cittadina dalla pianta circolare, le case basse con le imposte colorate, interrotte dal verde nelle piccole piazzette o dalle cascate di edera e rampicanti dai muri candidi, è come andare a zonzo per il muschio del presepe. E se non bue ed asinello, sicuramente potrete trovare pastori e pecore durante la loro tradizionale festa di Pentecoste.
È una terra dove sacro e magico si mescolano dall’antichità, dove si dice siano approdate su una barca senza vele né remi Maria Salomé, Maria Jacoba e Maria Maddalena, le Saint Maries. Accolte alle foci del Rodano da una donna di pelle scura che gli zingari venerano e chiamano Sara la “Kali”, il che nella loro lingua significa significa al contempo zingara e nera. Dove si sono intercciati i racconti dei trovatori, la Provenza è parte della regione dell’Occitane, ceh cantarono gesta epiche e cortesi, dove sono nati personaggi dall’acume e la vita votati al prodigio come Nostradamus.
di Roberta Avanzini
Storia e Arte
Chiusa a Nord dal massiccio de Les Alpilles, la città è stata costruita sull’antico sito romano di Glanum, uno dei più antichi d’Europa, fondato nel III° secolo a.C. e fu poi rimaneggaito dagli stessi romani all’epoca di Giulio Cesare. Si possono visitare le imponenti Terme, percorrere il lungo viale un tempo circondato da ville, il tempio e una fonte naturale della cittadina gallo-romana. Due monumenti imponenti si trovano in prossimità del sito, l’Arco di Trionfo e il Mausoleo degli Antichi.
La congiunzione della presenza di acqua, pietra e vie di comunicazione favorisce lo sviluppo di un santuario celto-liguere, ben presto ‘ellennizzato’ sotto l’influenza di Marsiglia. Questa vocazione religioso-commerciale sarà confermata in epoca romana.
La bellezza del paesaggio e della sua luce hanno da sempre ispirato numerosi artisti, scrittori e pittori, non a caso in un piccolo villaggio come questo si trova un’alta concentrazione di gallerie d’arte e negozi di prezioso artigianato.
Il più celebre dei visitatori di Saint Remy fu certamente Vincent Van Gogh, che ha dipinto oltre 150 tele nella campagna attorno alla cittadina e che ancora si possono riscoprire allontanandosi tra i suoi viali, verso i campi di grano, papaveri, ulive e cipressi centenari. Gli stessi paesaggi che hanno ispirato anceh Cezanne.
A zonzo … En flânant…
Se ami perderti per vicoli di candida pietra, palazzi maestosi e discreti, negozi ricchi di curiosità e golosità ti troverai sicuramente a tuo agio qui. Percorrendo le sue stradine sinuose incontrerai fontane, piazzette ombreggiate che accolgono ospitali caffè all’aperto, ristoranti, chiesette.
Puoi fare anche una camminata immergendoti nell’universo di Van Gogh. Esiste un circuito pedonale lungo il quale sono disposti ventuno pannelli, ciascuno riproduce opere dell’artista create durante il suo soggiorno nel villaggio e ispirate dai suoi dintorni. Questo percorso inizia nei pressi del sito archeologico, in prossimità della Chiesa di Saint Paul de Mausole, uno dei monumenti più belli della Provenza, nel cui convento fu ospitato lo stesso Van Gogh tra il 1890 e 1890.
Tra le residenze e i palazzi una citazione particolare va alla casa natale del cittadino più illustre della città, Michel de Notredame, detto Nostradamus.
Dove mangiare
Assiette de Marie
1, Rue Jaume Roux
Il proprietario è in realtà corso, qui ogni piatto, bicchiere, tavolo, sedia è diverso dall’altro, la cucina è generosa di sapori e piaceri. Un’esperienza!
Bistrot del Alpilles
15, Boulevard Mirabeau
Dove trovate cucina provenzale, una brasserie giovane e ospitale.
Léonore Braun
1 rue de la Commune
Drogheria raffinata, ghiottonerie di ogni tipo.
Chateau des Alpilles
Decisamente raffinato. È un hotel nei dintorni della cittadina, situato in un bel palazzo ottocentesco, già luogo di vacanze nei secoli scorsi, l’ingresso al ristorante è comunque aperto a tutti e si può pranzare nella quiete del grande parco.
Gente del luogo
Nostradamus
Nasce nel 1503, figlio di un ricco mercante avignonese poi notaio reale, Michel de Notredame è soprannominato Nostradamus all’università di Montpellier dove studia medicina, partecipando alla lotta contro la peste a Marsiglia e ad Aix en Provence. Nel corso della propria vita studia i filosofi greci e latini, incontrerà Erasmo e sarà consultato per la sua conoscenza e i suoi medicamenti dalla Regina Caterina de Medici. Tuttavia, le lotte religiose e il crescente potere dell’Inquisizione lo consiglieranno a rifugiarsi nuovamente in Provenza, dive morirà a Salon de Crau nel 1566.
La più nota tra le sue opera è sicuramente Le Centurie, dove si possono trovare profezie enigmatiche che da secoli alimentano la curiosità di scettici e lettori.
Frédéric Mistral, Premio Nobel per la letteratura
Nato nel 1830 a pochi chilometri da Saint Remy, proveniente da una famiglia una famiglia di contadini benestanti è stato da sempre attirato dalla poesia e dalla lingua provenzale che studia ad Avignone ed Aix.
È allora che concepisce il progetto del poema Mireio, opera che narra della bella Mireia, figlia di un ricco contadino provenzale, e del suo amore verso un cestaio di nome Vincent, osteggiato dai loro genitori. Il poema fonde elementi del mito di Giovanna d’Arco e della storia di Romeo e Giulietta, ma anche numerosi riferimenti alle tradizionali storie rurali provenzali.
Mistral fonde insieme a a Roumanille, Félix Gras, Théodore Aubanel e ad altri sei scrittori il movimento Félibrige con lo scopo di salvare la lingua della regione e insieme a loro concepisce il dizionario provenzale-francese. Riceverà il premio Nobel nel 1904 in riconoscimento alla sua attività di filologo e all’originalità e all’autenticità della sua produzione letteraria, fedele riflesso dello spirito naturale della sua terra.
E per finire una favola provenzale…
La Lepre di Pont du Gard
Pont du Gard, con la sua triplice fila d’archi che galoppano lassù, gli uni sugli altri, è una delle opere più belle che ci siano al mondo. Perciò si dice che il diavolo l’abbia costruito in una notte.
Eccovi la storia.
C’era, non si sa da quanto tempo, il fiume Gardon che è un dei più infidi e veloci che esistano, tanto che non si può attraversare se non a guado. Un giorno gli abitanti decisero di costruirvi un ponte. Il capo muratore incaricato dell’impresa non riusciva a venirne a capo. Appena gettate le arcate sul fiume si abbatté un’inondazione del Pardon e patatrac!
Il ponte era steso a terra. Una sera, tra le altre, che malinconico e tutto solo guardava dalla riva il proprio lavoro distrutto dalla furia del Pardon, urlò disperato:
“ Con questa fanno tre volte che ricomincio, maledetta sia la mia vita! Non resta che vendersi al diavolo!”
E immediatamente pan! ecco che il diavolo appare al suo cospetto…
“ Se vuoi”, gli sussurra Satana, “costruirò io il tuo ponte e ti assicuro che, finché il mondo sarà tale, mai il Pardon se lo porterà via,…”
“D’accordo”, disse il muratore, “e quanto mi costerà?”
“Oh! Mi accontento di poco:la prima cosa che attraverserà il ponte sarà mia”.
“E sia”, disse l’uomo.
Così il diavolo, tutto all’improvviso, con gli artigli e con le corna, sradicò dalla montagna dei massi di roccia prodigiosi e costruì un colosso di ponte come mai nessuno ne aveva visto prima.
Nel frattempo il muratore era andato dalla propria moglie per raccontarle del patto stretto con Satana.
“il ponte”, le disse, “sarà finito domani al levarsi dell’aurora, ma non è tutto. È necessario che un povero sfortunato si danni per il bene di tutti gli altri… qui vorrà essere questo sciagurato?”
“Ma certo, adesso lui viene da sua moglie, poco fa una cagna ha cacciato una lepre che è ancora viva. Prendila e domani allo spuntare dell’alba lasciala sul ponte.”
“Hai ragione”, replicò l’uomo.
E così prese la lepre, torno nel luogo dove il diavolo stava terminando la propria opera e come l’angelus stava per suonare, lanciò la povera bestia sul ponte.
Il diavolo che era di posta all’altro lato accolse felice la lepre dentro il proprio sacco…
Ma, vedendo che era solo una lepre la colpi con furore e la impalò contro il ponte e non appena l’angelus risuonò, lo spirito cattivo, gettando mille imprecazioni si lasciò inghiottire dal fondo di un abisso.
La lepre da allora s’intravede ancora contro il ponte.
Ed ecco perché si dice che le donne hanno ingannato il diavolo.
Frédéric Mistral
Da “Contes et Facéties des Enfants de Provence”, Editions Terre de Brume
Saint-Remy e’ raccontata da Roberta Avanzini