“Una buona foto deve ritrarre un personaggio famoso che sta facendo qualcosa di non famoso”. Parole di Andy Warhol, che spiegava perché questo fosse il perfetto ruolo di Ron Galella, paparazzo americano di origini italiane scomparso il 30 aprile scorso all’età di 91 anni.

Palazzo Sarcinelli di Conegliano dedica una mostra piuttosto completa al fotografo delle star che, nel corso della sua professione, se l’è vista brutta più volte.

Nato nel Bronx nel 1931, dal 1965 in poi Ron Galella ha inseguito e stanato i grandi personaggi, le celebrity del suo tempo, agendo quasi sempre di sorpresa, a loro insaputa e spesso contro la loro volontà. Le sue immagino sono spesso rubate e scattate a raffica, frutto di appostamenti, come deve fare un buon paparazzo, depistaggi, camuffamenti, lunghe attese, nello sprezzo di ogni rischio, fisico o legale. Facile pensare a quello che è successo alla principessa Diana, che si questo genere di appostamenti è stata vittima. Ma all’epoca le cose andavano così, e i fotografi accettavano il rischio che questo comportava.  Jackie Kennedy, per esempio,  gli intentò due cause. Le guardie del corpo di Richard Burton lo picchiarono e gli fecero passare una notte in galera a Cuernavaca. Marlon Brando con un pugno gli spaccò una mascella e cinque denti. Insomma, i rischi del mestiere.

Le foto di Ron Galella, chiamato “paparazzo extraordinaire”, si trovano nei più importanti musei al mondo, dal MOMA di New York alla Tate Modern di Londra all’Helmut Newton Foundation di Berlino.

 

La più fotografata da Ron Galella è stata Jackie Onassis, che il fotografo definiva “la mia ossessione” e a cui dedicò due libri. In mostra ci sarà anche “Windblown Jackie”, considerata da Times come una delle 100 foto più influenti della storia della fotografia. E la mostra sarà inaugurata proprio il 7 ottobre, giorno in cui venne scattata Windblown Jackie.