Raccontando la sua storia non si sa da dove cominciare. Dal lavoro di esperta venditrice di carrelli elevatori, unica donna tra oltre 400 uomini e organizzatrice delle gare di carrellisti? Da quello di intrattenitrice nei villaggi? Da quello di speaker radiofonica? Renata Pelitti, 60 anni dichiarati con un sorriso (o addirittura con una risata) ma lo spirito di una ragazzina, durante il lockdown si è trovata a lavorare da casa e la radio per cui conduceva tutte le settimane un programma radiofonico ha spento i microfoni.

“Il giorno in cui tutte le radio d’Italia si sono messe d’accordo per trasmettere le stesse quattro canzoni, ho acceso i miei speaker al massimo e sono scesa in cortile. Ho coinvolto tutto il vicinato. Poi, la sera, ho pensato cosa avrei potuto fare per intrattenere tutta quella gente chiusa in casa, spaventata, triste, arrabbiata. Mi sono inventata un programma, che ho chiamato ‘A casa di Renata’ e ho cominciato a trasmetterlo alle 20.30 su Facebook. Ho chiacchierato del più e del meno, poi sono andata a dormire. Il giorno dopo ho controllato e ho visto che avevo 500 visualizzazioni. Allora ho pensato di ripetere. Così dal 26 marzo, quando finisco il mio lavoro normale, chiudo il computer di lavoro, preparo la scaletta e vado in onda in diretta tutti i giorni alle 20.30”.

Dentro ‘A casa di Renata’ ci sta un po’ di tutto. Attualità, commenti, giochi, ricette, storie, lezioni di respirazione e lezioni di ginnastica (le ha chiamate gin-ren), parla di libri, attori, sportivi. La domenica anche interviste. Come quella con il musicista Gatto Panceri. Ma anche con persone straordinarie, che hanno storie di passione da raccontare.

Renata di passione ne ha da vendere. Non solo presenta la trasmissione. Ma sceglie le musiche, gli effetti sonori, fa delle locandine di presentazione e dei follow-up. E fa tutto con il cellulare appeso con le mollette da bucato. “Mantengo molto viva la bambina che c’è in me. E per fortuna mi sostiene l’energia. Mi chiamano Duracell”.

Renata vorrebbe continuare a trasmettere. “Ma forse dovrò un po’ ridurre. Così come è ora non ho più una vita sociale. Fino a che si doveva stare in casa, pazienza. Ma adesso che si può uscire devo ripensare la formula”.

La qualità non è sempre quella che vorrebbe, ma c’è da capire: fa tutto da sola. “Ma il messaggio arriva lo stesso. E ho uno zoccolo duro che si collega tutte le sere”.

Renata non è sposata e la sua famiglia sono i suoi fratelli e le sue nipoti, che le somigliano moltissimo. Balla, canta, pensa, non sta mai ferma. Ha fatto molto sport per modellare il suo fisico curvy che attirava troppi sguardi non sempre richiesti. E sa creare empatia. “Mi sono formata in un mondo tecnico e molto maschile, dove ho dovuto imparare a farmi rispettare. Ma ho imparato tutto sui carrelli. Ho fatto corsi specialistici e so perfino guidare quelli più complessi”.

Carrelli elevatori e microfoni; Renata passa da una cosa all’altra senza fare un plissé. E si capisce che ama tutte e due le cose di uguale passione.