Appena hanno riaperto le gallerie d’arte mi ci sono fiondata. Ovviamente bisognava entrare su prenotazione. Ovviamente era tutto stra-prenotato fino alla fine della mostra. Ma ho fatto affidamento su un sabato mattina presto e un po’ di fortuna e sono andata da Alison Jacques, galleria bel nota a Londra per il suo lavoro sul contemporaneo.

C’era una mostra sulla textile art, quell’arte tessile che mi affascina da sempre e, ora che sono diventata sarta e ricamatrice a tempo perso, ancora di più.

Quilt di Gee's Bend

 

La mostra si intitolava The Gee’s Bend Quilmakers, una mostra dedicata a tre generazioni di donne che abitano (e alcune abitavano) a Gee’s Bend, il cui nome ufficiale è Boykin, una comunità nera lungo le rive dell’Alabama, in un paesino circondato su tre lati dal fiume, perché si trova proprio dove l’Alabama fa una curva a U. La popolazione, nel censimento del 2010, era di 275 abitanti, la maggior parte dei quali ex-schiavi che lavoravano nelle piantagioni di Pettway.

Le donne si dedicavano (e si dedicano) alla cura della famiglia, che vuole anche dire tenere caldi i figli nelle notti più fredde. Da qui la costruzione di quilt, un’attività molto americana, con pezzi di tessuto trovati in casa, secondo alcune formule ripetute e classificate in gruppi: i my way quilts, caratterizzati da assoluta libertà nell’assemblare i pezzi di stoffa e i colori, gli housetop and bricklayer quilts, che hanno una loro geometria, gli work clothes quilts, fatti essenzialmente da jeans smessi dagli uomini di casa quando erano troppo consumati per usarli al lavoro.

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Le quilters di Gees Bend al lavoro

quilts venivano messi ad arieggiare in primavera fuori dalle case, alla vista di tutti. E questo era un modo per ispirarsi e creare nuovi disegni e nuovi accostamenti. I quilts di Gee’s Bend sono diventati con il tempo famosi e opere d’arte riconosciute che parlano di cultura nera, di fatica e lavoro, tanto che, nel 2006, le poste americane hanno emesso  dieci diversi francobolli per celebrarli e in Alabama è stato creato un percorso per vederne una selezione, appesi all’esterno come se fossero dei murales.

Leggere la storia delle artiste – perché di questo si tratta, anche se loro forse non se ne sono mai rese conto – è imparare qualcosa sull’affascinante cultura nera del sud degli Stati Uniti.

Molti dei quilts sono stati raccolti dalla Souls Grown Deep Foundation, che supporta il lavoro delle comunità nere del sud degli Usa e promuove il loro avanzamento sociale ed economico. La Fondazione li ha distribuiti e donati a vari musei americani, tra cui il Whitney Museum di New York.