Perfect dayè la sintesi compiuta – ironica e amara –  di una giornata di ordinaria drammaticità in  un Paese sconvolto da una guerra intestina, fra popoli un tempo fratelli e conviventi sullo stesso suolo: una realtà oggi sempre più diffusa sul nostro pianeta.

Il teatro del conflitto è qui la Bosnia nel 1995, e la storia  –  anch’essa perfetta nel suo svolgimento geometrico –  è quella che racconta gli avvenimenti che coinvolgono i quattro cooperanti di una Ong umanitaria e il loro interprete per la ricerca di una corda, introvabile, per estrarre da un pozzo un cadavere lì buttato per inquinare l’acqua di un povero villaggio.  “Normali” atrocità si snodano nel racconto,  insieme con litigi e schermaglie personali, rischi di saltare in aria su una mina a ogni passo, violenza infantile e adulta.

Gli elementi più interessanti del film dello spagnolo León de Aranoa sono l’ironia e la leggerezza, con i quali riesce a raccontare  il non raccontabile di un orrore quotidiano. Saldamente ancorato a terra, alla ricerca di una semplice corda o di un pallone da calcio,  il film descrive il dramma della guerra con più forza di tante immagini dal fronte, confuse e roboanti e i rapporti difficili, anche nella buona volontà reciproca, fra organizzazioni non governative e istituzioni ufficiali, come i caschi blu dell’Onu .

Gli anti-eroi di ‘Perfect Day’ sono attori in uno stato di grazia: primo fra tutti il portoricano Benicio Del Toro che sostiene la “cifra” del racconto,  mai patetica, su cui si innestano quella più comica e stralunata dell’americano Tim Robbins, la provocatoria della russa Olga Kurylenko, quella più ingenua e idealista della francese Mélanie Thierry:  le loro  vere nazionalità anche nella vita.