Non succede tutti i giorni di entrare in un museo e trovare il direttore ad accoglierti. Succederà, dal 2 giugno, alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. In quel bellissimo palazzo sul Canal Grande che fu la casa della collezionista più eccentrica e geniale di tutti i tempi.
Karole P.B. Vail, direttrice della Collezione, sarà sulla porta ad accogliere i visitatori, insieme a tutti quelli del suo staff.
“Mi farà molto piacere salutare tutti quelli che vorranno venire a vedere o rivedere la Collezione. Anche se avrò la mascherina sarò molto sorridente. Ci sorrideremo con gli occhi. Manterremo le dovute distanze, ma ci saremo”.
Gli ingressi (gratuiti solo il 2 giugno) saranno contingentati e la prenotazione è fortemente consigliata (il giorno della riapertura sarà invece obbligatoria), come richiedono le procedure governative. “Dobbiamo assicurare la sicurezza e il benessere di staff e visitatori, quindi seguiremo alla lettera il protocollo”, assicura Vail. Dalle prenotazioni che già abbiamo mi pare che la giornata sarà bella piena. Siamo felici di poter riaprire proprio nel giorno della festa Repubblica. Un gesto positivo e necessario”.
La nuova Venezia con i canali dall’acqua cristallina e gli spazi riconquistati piace a Vail, come a tutti i veneziani.
“Niente potrà e dovrà tornare come prima. Il turismo deve tornare, ma va curato molto. Tutti hanno il diritto di venire a Venezia, così come nelle altre città d’arte. Ma dobbiamo fare attenzione, più di quanto non si sia fatto finora. Tutti, governo compreso, dovranno fare degli sforzi perché il turismo torni, ma in modo più sano. I turisti servono, ma Venezia non può e non deve vivere solo grazie a loro”.
La riapertura della Collezione, e di tanti altri musei in Italia, fa tirare un sospiro di sollievo a chi pensa che un mondo senza cultura sia meglio di un mondo senza spritz.
“Un mondo senza cultura sarebbe terribile”, rafforza Veil. “Millenni ci dimostrano che la cultura è una parte integrante del nostro spirito. In questi mesi di chiusura abbiamo cercato di restare vicini al nostro pubblico, di coinvolgerlo in tante forme. La cultura è vita, creazione e energia. Va scritta con la ‘C’ maiuscola”.
Ora che si riaprono le porte, i dipinti di Salvador Dalì, Jean Arp, Max Ernst, George Braque e tanti altri si potranno di nuovo vedere vis-à-vis, almeno durante i fine settimana, dopo settimane in cui ci si è dovuti accontentare delle visite online.
“Il digitale avrà sempre più spazio e dovremo abituarci alle piattaforme online. Servirà ad avvicinarci a un pubblico veramente globale, fatto di persone che magari non possono arrivare, per mille motivi. Dovremo quindi offrire contenuti digitali sempre migliori, più curati e più specifici. Ma una visita fisica al museo non prenderà mai il posto della sua versione digitale. Soprattutto da noi, che stiamo in un posto magico”.