Ho sempre pensato che ai luoghi che si visitano bisogna dare sempre una seconda (o terza, o quarta) possibilità. Parigi la frequento da tanto tempo ma ogni volta riesco a vedere qualcosa che non conoscevo, anche perché soprattutto nelle città che si frequentano per abitudine si finisce per andare sempre negli stessi posti. L’ultima volta che ci sono stata, pochissimo tempo fa, mi sono dedicata ai piccoli musei.

Per esempio il Musée Bourdelle, atelier e casa dello scultore Antoine Bourdelle a Montparnasse. Bourdelle è stato allievo di Rodin, da cui poi si è distaccato scegliendo la monumentalità. Le sue statue, i suoi grandiosi fregi, sanno un po’ di ‘regime’, e alcuni non sfigurerebbero davanti alla Stazione Centrale di Milano. Il giardino, invece, è piccolo e intimo, ideale per passarci qualche ora con un libro o una matita in mano.

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Antoine Bourdelle amava i soggetti classici

Non distante dal Musée Bourdelle c’è un’altra casa-atelier assolutamente deliziosa, con un giardino perfino più bello del primo. E’ il Musée Zadkine, dove abitava e lavorava Ossip Zadkine, nato in Russia nel 1890, amico di Modigliani, Henry Miller e Blaise Cendrars. Se ti piace Modigliani, Zadkine ti entusiasmerà: le sue teste ricordano quelle del pittore italiano, mescolate a quelle cicladiche e con un punto di Picasso. Un mix meraviglioso.

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Il giardino del Musée Zadkine è raccolto e tranquillo

Il tema del mio weekend parigino sono state le case-atelier, quindi ho continuato con quella di Victor Hugo in Place des Vosges, nel Marais. L’autore dei Miserable ha avuto una vita lunga e complessa, ha cambiato molte case, è stato mandato in esilio a Jersey e Guernsey. Sembra non riuscisse a stare fermo o zitto: scriveva quello che pensava e pagava per questo. Abitava in una delle piazza più belle di Parigi e oltre a scrivere (in piedi! si era fatto cstruire uno scrittoio apposta) dipingeva e disegnava.

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La casa di Victor Hugo nel Marais. Curioso: collezionava piatti come me…

Place des Vosges è una delle piazze più belle di Parigi, anche se lo hanno scoperto in molti e un giro lungo i suoi portici fa capire quanto sia diventata turistica. Ma il bello di Parigi è che di fianco ai turisti giapponesi con la macchina fotografica puoi trovare i vecchietti che leggono il giornale e una piazza centralissima come Place Dauphine può assumere l’aspetto di una tranquilla piazzetta di campagna.

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Non sembra una tranquilla piazzetta di campagna? Invece è Place Dauphine, in pieno centro a Parigi.

Ci sarò passata davanti decine di volte, diretta al Centre Pompidou. Ma solo di recente sono entrata nell’Atelier Brancusi, che è proprio davanti ma rischi di perderne l’entrata se ti fai distrarre dalla vita della grande piazza. Brancusi, nato in Romania ma vissuto a Parigi quasi tutta la sua vita, ha lasciato tutto il contenuto del suo studio allo stato francese. Una ricostruzione delle stanze in cui lavorava è stata realizzata nel 1997 davanti al Centre Pompidou. L’entrata è gratuita, come in tutti i musei che ho citato sopra.

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Brancusi ha lasciato tutto il contenuto del suo studio allo stato francese

L’ultimo dei piccoli musei che ho visto in questo giro è il Musée Cognacq-Jay, anche lui nel Marais e anche lui gratuito. E’ la collezione di opere del 18mo secolo della coppia Ernest Cognacq e Marie-Louise Jay, i fondatori dei grandi magazzini La Samaritaine, che non avendo avuto figli hanno consacrato la loro vita al lavoro e al collezionismo. Dentro ci trovi dipinti, ma anche tanti oggetti: tabacchiere, scatoline, specchi, cammei.

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I fondatori dei grandi magazzini La Samaritaine hanno lasciato alla città tutta la loro collezione

Se invece vuoi visitare Parigi in grande, be’ c’è sempre il Louvre.