“Città meravigliosa, costruita come Cordova… un fiume d’acqua perenne la attraversa, ai fianchi di lei scaturiscono quattro sorgenti. Il suo Re qui allietò la vita di piaceri fugaci onde la fece capitale del suo regno… I palazzi del Re circondano il collo come i monili cingono i colli delle ragazze dal seno ricolmo ed egli tra giardini e circhi si rigira di continuo fra delizie e divertimenti…”
Così scriveva Ibn Giubair, viaggiatore arabo vissuto tra il XII ed il XIII secolo, ammaliato dalla Palermo di quei tempi, città di giardini e di cascate d’acqua, di favolosi castelli e di mosaici dalle tessere d’oro.
La città di oggi è molto cambiata e di quel periodo felice conserva solo un vago ricordo, ma anche in mezzo al traffico, al caos e all’incontrastabile squallore dell’era moderna puoi scoprire angoli ancora intatti e di una bellezza che ti incanterà.

di Marilena D’Asdia

Muoversi

L’ideale, se hai l’albergo in centro, è girare a piedi: il centro è relativamente piccolo e alcune strade sono chiuse al traffico. Gli autobus, frequenti e non troppo affollati possono esserti utili per raggiungere Mondello o Monreale altrimenti metti delle scarpe comode e potrai sicuramente farne a meno. Usa il taxi la sera per tornare in albergo, ma vicino ai locali e nei luoghi affollati passeggia pure e goditi la città. Se hai la macchina, magari per fare gite in mete più lontane, non usarla per andare in centro, dove il traffico è spesso caotico e posteggiare è un’impresa. Per un tuffo nel passato è sempre possibile fare un giro in carrozzella, magari per far divertire i bambini; le troverai a piazza Politeama e davanti al teatro Massimo. Se invece sei una ecologista, ti anticipo che l’uso della bicicletta è sconsigliato; non esistono piste ciclabili e il traffico e lo smog rendono poco piacevole l’impiego delle due ruote.

Imparare a muoversi a Palermo significa anche addentrarsi nel dedalo di modi di dire, espressioni, parole dialettali talvolta incomprensibili per chi con queste latitudini non ha troppa confidenza. Ecco cosa fare per capire chi ti parla…

Il dialetto

Probabilmente molte di voi saranno affezionate lettrici dei romanzi di Camilleri, molto divertenti, soprattutto quelli che hanno per protagonista il commissario Montalbano (Edizioni Sellerio) ma, spiacente di deludervi, Camilleri è di Porto Empedocle, (Agrigento).
Il palermitano non è un dialetto che si possa imparare in poco tempo, quindi mi limito a darti delle soffiate su alcuni modi di dire locali, spesso incomprensibili; i verbi scendere e salire, ad esempio, sono utilizzati come transitivi. Esempio : “Mi scendi il sale dallo scaffale? “Ti salgo le chiavi e vado….” Se in ascensore qualcuno ti chiede: ” Per favore ammacca il primo?” non vi preoccupate, non vi stanno chiedendo di distruggere la cabina, ma solo di pigiare sul tasto. Un palermitano non dice “Ci vediamo il 10 di settembre” ma ” Ci vediamo giorno 10″ e se ti promette una visita ti dirà :” Avvicino verso le quattro?” Ma dato che non solo le frasi sono poco chiare, ti consiglio di dare un’occhiata a “La gestualità dei siciliani” di Fabio Oliveri, (Krea edizioni).

Dormire

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Mangiare

A Palermo scordati i problemi di linea; è impossibile resistere alle tentazioni culinarie e ti perderesti un aspetto importante della cultura locale. Avrai tempo di smaltire gli inevitabili rotolini accumulati quindi, finchè puoi, spassatela!
Mangiare per strada, per i palermitani, è un’abitudine di tutte le stagioni e un rito irrinunciabile, anche perché le possibilità sono infinite. D’estate si può cominciare a fare colazione con la brioscia (brioche) con il gelato, oppure con la granita di caffè o di limone. Più tardi, se ancora ti sorprende un calo di zuccheri, potrai affondare i denti in uno dei tanti “pezzi di rosticceria” prelibatezze unte da far paura ma buonissime : arancine, calzoni fritti e al forno, iris fritte o al forno ecc.; se hai coraggio e uno stomaco di ferro prova il panino con la milza detto pani ca meusa che se è semplice (sola ricotta con scaglie di formaggio) si chiama schietta, se invece è accompagnata dalla milza si chiama maritata; meravigliosa variante palermitana della pizza a taglio è lo sfinciuni (sfincione) alto e morbido, condito con una quantità di cipolle e di acciughe da far fuggire anche l’amante più focoso, ma buonissimo. E come dimenticare il pane e panelle? Davanti alle scuole, all’ora della ricreazione, e vicino alle spiagge stazionano i furgoncini con sopra pentoloni d’olio bollente dentro al quale galleggiano patatine, fette di melanzane, le crocchette di patate e le panelle, frittelle di farina di ceci e semi di finocchio. Un panino come questo a un palermitano gli fa da merenda, ma a chiunque altro servirà da pasto economico. Ecco qualche indirizzo preciso:

Spuntini

Se ti rimorde la coscienza e vuoi conciliare i peccati di gola con l’amore per la cultura, fai un salto all’Antica Focacceria San Francesco, in Piazza San Francesco; il locale, pieno di fascino, risale al 1834, ha arredi liberty e si affaccia su una piazzetta dominata dalla facciata della splendida chiesa di San Francesco del Duecento. Se invece ti trovi a fare shopping, ti consiglio, sempre per un pasto veloce, I Cuochini in via Ruggero Settimo 68, una rosticceria dove da più di cento anni si producono piccole meraviglie con ricette uniche e a prezzi imbattibili (non perdere la krapfen).
Se vuoi mangiare bene e comodamente seduta, magari in un angolino piacevole del centro, scegli tra questi indirizzi, ideali per viaggiatrici solitarie sia a pranzo che a cena, molto frequentati e dove è meglio prenotare; se la stagione è calda, chiedi un tavolo all’aperto e goditi lo spettacolo.

Santandrea
piazza Sant’Andrea 4
tel 091 334999

Non poteva che essere una donna a tenere le redini di questo posto, uno dei più accoglienti della città, ritrovo dell’intellighentia. Mangi (bene), spendi il giusto e impari a conoscere la forza delle donne palermitane se fai quattro chiacchiere con la padrona. Non perdertelo se vuoi conoscere un angolo della vera città

Graffiti
presso Hotel Addaura
lungomare Cristoforo Colombo 4452
tel 091 6842222

Elegante, con vista sul mare a due passi da Mondello. Offre piatti originali di carne e di pesce: salmone affumicato, la sovrana di tacchino Belle Epoque, i filetti di orata alle mandorle.

Alla Fermata di Porta Carini
via Volturno 108
tel 091 586024

Ristorante specializzato in cucina tipica siciliana, con ottima scelta di vini, si trova in una zona popolare, frequentata da studenti della vicina università. I prezzi sono abbordabili, la qualità buona.

Bye Bye Blues
via del Garofano 23
tel 091 6841415

E’ in prossimità di Mondello ed è aperto solo di sera tranne d’estate. Offre una cucina originale con prodotti di stagione, il tutto accompagnato da vini di alto livello. Prezzo medio 30 euro vini esclusi.

Hosteria I Vespri
piazza Croce dei Vespri 6
tel 091 6171631

Si trova in pieno centro storico in una piazza circondata da palazzi del Settecento, in uno dei quali è stata ospite la regina Elisabetta. La cucina offre sia piazzi tradizionali siciliani che originali, tutti buonissimi. Prezzo medio 28 euro.

Il Mirto e la Rosa
via Principe di Granatelli 30
tel 091 324353

Centrale, di aspetto semplice ma con cucina di buona qualità, offre la possibilità di richiedere menu vegetariani e la sera serve anche pizze. Tra i dessert consiglio quello al cocco. Prezzo medio 18 euro vini esclusi.

Charleston
viale Regina Elena, lungomare di Mondello
tel 091 450171

Un po’ romantico se sei da sola, ma molto affascinante. Si trova infatti nello stabilmento balneare di Mondello, edificio in stile liberty con una splendida terrazza sul mare. Cucina siciliana di ottimo livello e servizio impeccabile. Prezzo medio 35 euro vini esclusi. Da non perdere per bontà e originalità la melanzana ripiena di pasta.

Ai Cascinari
via D’Ossuna 43
tel 091 6519804

Si trova nella Palermo vecchia a un passo dal mercato delle pulci e dalle catacombe cristiane. Locale semplice con cucina casereccia di buona qualità a 18 euro vini esclusi.

S. Andrea
piazzetta Sant’Andrea 4
tel 091 6457001

Ristorante nella Palermo vecchia a un passo da San Domenico e dalla Vucciria, offre piatti della tradizione siciliana, prezzo medio 25 euro vini esclusi. Da non perdere gli antipasti.

Il Carillon
via Notarbartolo 10
tel 091 343666

Locale arredato in modo piacevole, ha i tavolini anche all’aperto. Offre piatti regionali e nazionali e la sera anche la pizza. Prezzo abbordabile.

A Sferracavallo, un paese che si è sviluppato da un borgo di pescatori e che è una delle località turistiche più vicine a Palermo, i ristoranti offrono un servizio simile, ma per chi cerca un locale accogliente ed economico e vuole anche godersi la vista del mare, consiglio

La Bussola
via Torretta 66, Sferracavallo
tel 091 532031

La ricetta

Ti suggerisco una tipica ricetta palermitana, veloce, estiva e di grande effetto, il gelo di mellone che per i palermitani è l’anguria, che deve essere dolce e profumata.
Ti servono poi dell’amido per dolci, zucchero, chicchi di cioccolata, pistacchi sbriciolati, estratto e fiori di gelsomino (possibilmente quello con i petali larghi e rotondi, dal profumo più intenso). Metti a bagno i fiori di gelsomino in un terzo di bicchiere d’acqua per una giornata; togli i semi dall’anguria e passala al passapomodoro fino a ottenere quattro litri di liquido (serve una anguria da cinque chili). Versa il succo in una pentola insieme a 280 grammi di amido per dolci e 350 grammi di zucchero. Fai cuocere a fuoco medio per mezz’ora, mescolando continuamente fino a bollore, e solo alla fine versa l’acqua nella quale hai tenuto i gelsomini. Quando il liquido si sarà solidificato fino a formare una gelatina, toglielo dal fuoco e versalo in coppette; guarnisci con pezzetti di cioccolato fondente, pistacchi tritati e fiori di gelsomino e metti in frigo fino a quando non si sarà del tutto rappreso. Il gelo può essere gustato come dolce al cucchiaio ma puoi usarlo per farcire le crostate di pastafrolla. Buon appetito.

La cucina delle feste

Come avrai capito, uno dei piaceri più apprezzati dai palermitani è quello del mangiare, sempre e comunque. L’ospitalità dei palermitani si misura appunto dal numero di ore che ti costringeranno a passare a tavola in loro compagnia. Comunque, nel calendario dei palermitani esiste un buon numero di feste che viene annunciato da alcuni piatti che si gustano solo in quel particolare giorno dell’anno e che scandiscono così lo scorrere dei mesi. Ecco alcuni esempi:

Pasqua: il dolce tipico è la cassata, dolce di origine araba, coloratissimo insieme di pan di spagna, ricotta, cioccolato, frutta candita e glassa di zucchero, ma devi assolutamente assaggiare le pecorelle di pasta di mandorle che vengono vendute accovacciate in cestelli di giunchi.

Undici novembre, festa di San Martino. La leggenda narra che il Santo in una fredda giornata d’autunno fece a pezzi il suo mantello per distribuirlo ai poveri restando a sua volta esposto al freddo; miracolosamente il sole tornò a brillare e l’aria si fece tiepida cosa che accade da allora la prima settimana di novembre, nella così detta estate di San Martino. Troverete nelle pasticcerie i biscotti di San Martino, profumati con semi di finocchio, scuri e rotondi, sono svuotati, imbevuti di liquore e riempiti di ricotta; in alternativa si acquistano semplici e si mangiano ( sono duretti) tuffandoli in un bicchiere di moscato come il cornetto nel cappuccino.

Due novembre, festa dei morti: si mangiano per tradizione dei biscotti dalla pasta morbida e ricoperta di glassa di zucchero detti ossa di morto e la martorana; l’invenzione nacque nel convento voluto nel 1194 da Eloisa Martorana per l’Ordine di San Benedetto nella chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio costruita nel 1143, per volere dell’ammiraglio Giorgio di Antiochia. In occasione della visita di un cardinale in pieno inverno le Nobili Signore del convento crearono frutti tipicamente estivi fatti con pasta di mandorle e zucchero e colorati in modo da somigliare a quelli veri. Ancora per la visita di un grande personalità, Enrico III figlio di Caterina dei Medici, giunto a Venezia nel 1574, i maestri dolciari si inventarono sculture di zucchero per stupire i nobili invitati alla cena prima della loro partenza; la notizia arrivò fino a Palermo dove i pasticceri li rivestirono con colori squillanti queste pupi statue di cavalieri e regine, che trovate ancora oggi, sempre più rari, in alcune pasticcerie.

13 dicembre festa di Santa Lucia: Santa Lucia, protettrice della vista, è una delle sante patrone della città. Durante la dominazione spagnola una carestia ridusse alla fame la popolazione e la salvezza arrivò, con un carico di grano, il 13 dicembre, festa di Santa Lucia. La fame era tale che non si perse tempo a macinare il grano per farne farina, e si mangiò il grano bollito; così, ancora oggi, per ricordare quel giorno, i palermitani rinunciano a pane, pasta e biscotti e preparano un dolce che si gusta solo in questa occasione: la cuccia, fatto con chicchi di grano saraceno bollito e mescolato con ricotta, zucchero, chicchi di cioccolata, scorza di limone, cannella. Il menu della giornata può comprendere tutto ciò che non contiene farina, quindi via libera alla arancina di riso, panelle di farina di ceci, crocchette di patate.

Da vedere

A Palermo, come in tutte le città dalla lunga storia, è meglio arrivare già preparate; procurati quindi prima di partire una buona guida, magari una di quelle che ti suggeriscono gli itinerari da seguire. Il centro storico è abbastanza piccolo e ci si orienta facilmente, ma i luoghi da visitare sono talmente tanti e tanto diversi che rischi di confonderti. Scegli allora di volta in volta se preferisci seguire l’itinerario archeologico, visitando il museo che conserva le splendide metope dei templi di Selinunte o le domus romane di piazza della Vittoria, o quello arabo-normanno, che ti porterà alla Zisa e alla Cuba, lussuose residenze di un tempo lontano; se vuoi passeggiare per i giardini pubblici come villa Garibaldi, dove giganteggiano i ficus dalle folte chiome di un verde brillante, oppure stare in riva al mare a Mondello, leggendo un buon libro e gustandoti una granita; se vuoi annegare negli stucchi settecenteschi del Serpotta nelle chiese barocche oppure vagare tra i vicoli poveri e abbandonati del centro storico, che ti ricorderanno Lisbona, o lasciarti incantare dalle decorazioni floreali del liberty palermitano, l’età dell’oro in cui Palermo fu bella come non mai.
Non è facile dire quanti giorni occorrano per visitarla, ma ti consiglio di prendertela calma, di guardarti in giro: quando passeggi per il centro alza ogni tanto lo sguardo e scoprirai che alcuni palazzi, in particolare in corso Vittorio Emanuele e in via Maqueda, conservano bellissimi balconi di ferro battuto, medaglioni in stucco con ritratti dal nobile profilo, busti dal naso sbreccato, edicole dedicate alla Madonna, decorazioni liberty stinte dal tempo che sembrano piante in germoglio arrampicate ai cornicioni dei palazzi; osserva bene le facce dei palermitani, ascolta il loro modo di parlare, respira l’odore del mare che ogni tanto sorprenderà le tue narici contrastando l’odioso smog e gusta, ovviamente, tutto quello che di buono riuscirai a trovare.

La stagione migliore

Si dice che in Sicilia il tempo è sempre bello, ma non è vero per niente. I mesi invernali non sono molto freddi, ma spesso piove a dirotto e non è piacevole passeggiare. In primavera spesso il tempo è incerto, mentre in estate il sole esalta al meglio il colore rosato dei palazzi più antichi e il rosso delle cupole arabo normanne, mentre i giardini sono al massimo della loro bellezza. Palermo non è mai particolarmente affollata dai turisti, quindi ti consiglio di visitarla d’estate, magari evitando i giorni vicini a Ferragosto, quando si svuota e tutti i negozi sono chiusi. A giugno e a settembre è bellissima, il sole non brucia e le spiagge sono deserte, mentre dalla fine di luglio la città offre il meglio per le attività culturali e i divertimenti. Da non perdere, la sera del 15 luglio, u’ fistinu, il festino di Santa Rosalia, patrona della città; si organizza una sfilata del carro con la statua della Santa che attraversa il centro della città e si arriva fino al mare dove si assiste a spettacoli pirotecnici. Durante il percorso acrobati e figuranti, ballerini e personaggi in costume danno vita a uno spettacolo splendido. Attenzione, le strade sono piene di gente e spesso è la folla che decide dove si va; non è quindi una festa adatta ai bambini che potrebbero spaventarsi o farsi male.

Mentre decidi cosa fare e cosa vedere ecco due idee per conoscere la città in modo insolito. Scegli quella che fa al caso tuo …

…se sei pigra:
Il comune insieme all’AMAT offre la possibilità di visitare in pullman la città attraverso sette itinerari diversi; gli itinerari prevedono la visita dei luoghi più importanti, durano circa tre ore e mezza e hanno un prezzo contenuto. Si parte dal centro la mattina alle nove ed il pomeriggio alle quindici; il giro serale inizia alle venti e termina alle ventiquattro. E’ un buon modo per farsi un’idea d’insieme per decidere poi dove ritornare. Per informazioni e prenotazioni tel 091350415.

…se sei avventurosa:

Se hai voglia di fare un giro diverso dal solito, la cooperativa Sottosopra ti offre la possibilità di visitare una parte della rete di gallerie che si estendeva dal centro alla periferia della città. Si scende nei cunicoli accompagnati da speleologi del Club Alpino Italiano; sono ammessi anche i bambini dagli 11 anni in su. Tel 091 580433.

Fatti un’idea prima di partire:

Ti propongo solo qualche titolo, ma in libreria troverai decine di libri interessanti sulla Sicilia e su Palermo; oltre a tutti quelli pubblicati da Sellerio, ti consiglio La Duca, La città “passeggiata”, L’Epos 2001; Basile, Palermo è…Viaggio intrigante tra luoghi e miti, tavola e personaggi, Dario Flaccovio Editore 1998; Chirco, Palermo, la città ritrovata, venti itinerari entro le mura, Dario Flaccovio Editore 1996; Collura, Sicilia sconosciuta, Rizzoli; Oliveri, La gestualità dei siciliani, Krea; Fundarò, Cento anni di storia, Edizioni Guida.
E poi: Natalia Milazzo, Siciliani. Figli di un dio maggiore. Edizioni Sonda. Euro 6.20. Ritratti di siciliani ne abbiamo visti tanti, al cinema e in televisione, ma tutti forzati e comunque riduttivi; se volete davvero un vademecum, un ausilio per comprendere al meglio i palermitani e in genere i “siculi”, questo è il libro, scritto da una siciliana, che fa per voi. Decisamente istruttivo per i turisti che si avvicinano per la prima volta alla Trinacria ed esilerante per coloro che ci hanno invece sempre vissuto, raccoglie diverse situazioni tipo, modi di dire, abitudini, vizi e virtù di un popolo che a torto o a ragione, come suggerisce il titolo, ha da sempre una enorme, sconfinata, inesauribile stima di sé.

Il personaggio:

Il personaggio femminile più interessante della storia recente della città è Franca Florio, figura leggendaria sia per la sua bellezza sia perché legata al periodo storico più felice di Palermo. Figlia del barone di San Giuliano Pietro Jacona e di Costanza Notarbartolo di Villarosa, sposò l’11 febbraio 1893 il Signor Ignazio Florio. Donna Franca era talmente bella che la gente aspettava che sfilasse in carrozza per le vie del centro o sul lungomare per poterla ammirare. Il Kaiser Guglielmo II la chiamò “Stella d’Italia”, D’Annunzio “Unica”, ma lei fu sempre fedele, al contrario del marito, che però pagò care le sue scappatelle : per una di queste fu costretto a farsi perdonare regalando alla furibonda consorte un filo di perle lungo sette metri, come si vede nel noto ritratto che le fece Boldini; per un’altra ordinò a Cartier un collier di brillanti; per la notte d’amore con Lina Cavalieri Ignazio acquistò un prezioso bracciale e la serie completa di animali in porcellana di Copenaghen. Quando negli anni Venti per i Florio iniziò il declino i gioielli vennero venduti, il ritratto di Boldini fu venduto ai Rothschild e perso durante la seconda guerra mondiale, ma la figura di Donna Franca resta ancora oggi una leggenda.

Il mare

Palermo è una di quelle città di mare che dal mare si è distaccata. Crescendo si è allontanata dalla costa e i palazzi sempre più alti ne impediscono la vista. La Cala, cioè il porto, è purtroppo un luogo dove non è piacevole passeggiare e il lungomare è stato per anni abbandonato all’incuria, occupato da un orrido luna park e da un campo nomadi. Solo di recente è stato sgomberato, sono state piantate le solite, irrinunciabili palme e nuove aiuole; la passeggiata nel così detto Foro Italico è tornata almeno a essere piacevole; ti godrai una splendida vista dalle mura delle Cattive, una sorta di terrazza realizzata nell’Ottocento sulle mura della città. Se vuoi vedere il mare di Palermo da vicino, una gita a Mondello è obbligatoria: con un autobus da via Libertà o dalla stazione raggiungerete in una ventina di minuti la spiaggia che per molti palermitani è il punto di riferimento per l’intera estate. Mondello era un borgo di pescatori, poche case sorte nel XV secolo sulla costa, vicino alle torri saracene, due delle quali sono ben visibili nel paese; nei primi del Novecento una società italo-belga scoprì questo angolo di paradiso e vi costruì uno stabilimento balneare in stile liberty che ancora adesso sorge come una piattaforma sull’acqua verde-azzurra dividendo in due la spiaggia rosata; d’estate (dal 15 giugno al 15 settembre), la spiaggia è occupata da una folta schiera di cabine azzurre e solo una parte resta libera e gratuita. E’ un posto molto comodo anche per chi ha bambini perché ci sono i bagnini, si affittano i pedalò, ci sono le docce e si vendono acqua, gelati, pollanche (pannocchie) e ciambelle. Se invece sei patita della piscina allora il posto giusto è La Torre, un albergo che prende il nome dalla vicina torre di avvistamento e che si trova sul lungomare in fondo alla strada principale. Lì troverai una piscina aperta al pubblico, adatta anche ai bambini, e comode cabine dove lasciare i tuoi oggetti personali. La borgata è un agglomerato di ville dei primi del Novecento, molte bellissime, con giardini di oleandri, ibiscus, pomelie e gelsomini, dove è piacevole passeggiare sbirciando dietro i cancelli. In paese ci sono molti negozietti di ceramiche, souvenir, una libreria Sellerio, bar e gelaterie ovunque e molte trattorie. Da non perdere per la sua cucina semplice ed economica L’ottima cucina di Lauretta D’Angelo” via Mondello 21, vicina alla piazza della Sirenetta. I proprietari sono nella ristorazione da oltre 30 anni e offrono una cucina semplice a base di pesce fresco a prezzi molto bassi.

Da non perdere

Una visita alla chiesa di Santa Maria dello Spasimo: il nome non promette nulla di buono, ma è una delle meraviglie della città, una chiesa del Cinquecento. Senza più il soffitto, è un luogo molto suggestivo e ricco di storia che fino a poco tempo fa era una discarica e che da quando è stato recuperato è diventato il simbolo dell’auspicata rinascita della città. Per il convento dello Spasimo fu commissionato a Raffaello un quadro donato nel 1661 a Filippo IV re di Spagna e oggi esposto al Museo del Prado di Madrid.

Altrettanto importanti le chiese e le residenze arabo-normanne; sono monumenti che solo a Palermo e dintorni potrai trovare, una testimonianza unica in Italia: la Zisa, la Cuba, il castello di Maredolce, il castello della Favara, la Martorana, San Cataldo, La Magione, San Giovanni degli Eremiti, San Giovanni dei Lebbrosi, palazzo dei Normanni, la cattedrale, il ponte dell’Ammiraglio con le loro cupole rosse, le finestre ogivali, i chiostri, i giochi d’acqua, i mosaici dorati ti lasceranno a bocca aperta.

Meritano una visita anche i grandi mercati, La Vucciria, Ballarò, il Capo, del tutto simili ai suk arabi.

Il teatro dei pupi

Magari penserai che sono un po’ folkloristici e un po’ superati. Non è vero: i pupi sono un pezzo della Palermo vera che, però, se ne sta andando. Non perdere quindi l’occasione di vedere gli ultimi pupari al lavoro. Anche se in sala troverai più turisti che locali, anche se poco capirai delle avventure di Orlando Innamorato e del feroce Saladino, imparerai come si costruisce un pupo, come fa a perdere la testa per un colpo di spada (e a recuperarla per lo spettacolo dopo) e come si manovrano. Uno spettacolo affascinante nella sua decadenza. Ecco uno degli ultimi luoghi in cui, un paio di volte al giorno, puoi assistere agli spettacoli.

Associazione culturale Agramante
palazzo Asmundo
via Pietro Novelli 1
tel 091 6113680

Da evitare

Cammina con gli occhi bene aperti nella zona del porto, in particolare nei pressi del Castello a Mare, una interessante area archeologica dove si può visitare la torre di avvistamento di epoca arabo-normanna, ma che è anche luogo di incontro di spacciatori e prostitute. Troverai poi nel centro storico, ad esempio vicino alla cattedrale e vicino alla Vucciria, dei vicoli che ti impressioneranno per lo stato di abbandono dei palazzi, per la povertà di chi ci abita e per la sporcizia che spesso li deturpa, ma non è detto che quelli siano vicoli da evitare. Se un luogo ti sembra troppo isolato non addentrarti, altrimenti muoviti tranquilla. La sera, in particolare d’estate, alcune di queste strade si animano per l’apertura di locali e di teatri all’aperto e allora puoi passeggiare senza paura fino a tardi. E’ bene comunque non portare gioielli vistosi e non esporre le borse sul lato esterno del marciapiede. Tieni le macchine fotografiche dentro uno zaino per tirarle fuori solo quando servono e se malauguratamente dovessi attirare l’attenzione di un ladruncolo non discutere e molla la presa.

Numeri utili

Assessorato al Turismo, villa Trabia, via Salinas 3, tel 091 7405916, www.comune.palermo.it

Infopoint numero verde: 800234169

Questura Centrale (in caso di furti, scippi, documenti smarriti) piazza Vittoria, tel 091 2100111

Scalo marittimo, tel 091 333433

Aeroporto Falcone-Borsellino, tel 091 6519099

Vigili urbani, tel 091 222966

Posteggi taxi, tel 091 513311, 091 6825441, 091 485715

Pronto soccorso, Ospedale Civico, tel 091 666111

Policlinico, tel 091 6551111

Ospedale pediatrico, tel 091 6061111

Per affittare un’auto o un motorino:
Holiday Car Rental, tel 091 6519813

Sicily by car, tel 091 651393

Rent a scooter, tel 091 336804

Per i trasporti sull’acqua:
Siremar, tel 091 6902555

Tirrenia, tel 091 6021111

Palermo e’ raccontata da Marilena D’Asdia