Personalmente ho sempre avuto una passione per la pittura naïf, fin da ragazzina. Quelle figure a due dimensioni, i colori accesi, le atmosfere contadine (spesso), le facce semplici, i paesaggi piatti mi hanno sempre attirata.

Quando ho visitato Zagabria e ho scoperto che c’era un intero museo dedicato all’arte naïf, ci ho trascinato le amiche che erano con me. Pensavamo fosse una cosa un po’ turistica – in fondo l’arte naïf è sempre stata considerata un po’ di serie B – e invece ho trovato un museo bellissimo.

Tra i molti quadri di ispirazione, appunto, contadina, ho perfino ritrovato il Duomo di Milano e la Basilica di San Marco di Venezia, dipinti da Emerik Feješ, un pittore croato nato nel 1903 e morto nel 1969.

Palazzo Ducale di Venezia, di Emerik Feješ

Mi ha sempre colpito la quantità di particolari piccolissimi che abbondano nell’arte naïf, come se si trattasse del lavoro di una ricamatrice puntigliosa.

Per dipingere una nave come quella di Drago Jurak ci vuole infinita pazienza, buon occhio e molta fantasia.

La nave di Drago Jurak

I paesaggi di Ivan Rabuzin, pittore ma anche parlamentare croato (1921-2008), erano appesi nella mia cameretta di gioventù e me li sono ritrovati in questo museo.

Un paesaggio di Ivan Rabuzin