Un pittore del Seicento più moderno di Velazques? Ebbene sí, parola di Arturo Galansino, curatore della mostra Giovanni Battista Moroni alla Royal Academy di Londra.
Nato a Bergamo, che a quei tempi era più o meno quello che è adesso, una bellissima città schiacciata da due sorelle più importanti, Milano e Venezia (e non aveva nemmeno un sindaco famoso come Gori) Moroni ha scelto di restarsene dalle sue parti, senza andare, come altri aveno fatto, a lavorare in luoghi più titolati.
Fu la sua fortuna e la sua sfortuna. Da una parte divene infatti il pittore favorito dei ricchi e famosi dell’epoca, che amavano farsi ritrarre come i nobili (senza avere una goccia di sangue blu), dall’altro, trovatosi in mezzo a una faida familiare, perse il lavoro e i clienti e cominciò a dipingere i “semplici”: il sarto, il prete, la donna di paese, anticipando cosí Velasquez, Caravaggio e Degas.
La mostra, da poco inaugurata, resta aperta fino al 25 gennaio ed è accompagnata da una serie di workshop e incontri che, da soli, varrebbero una visita. Tutte le info su royalacademy.org.uk