Se ti proponessero una borsetta a forma di maschera anti-gas penseresti che il designer è pittosto eccentrico ma molto cool e magari saresti diposta a spendere qualche migliaio di euro per averla.
In tempo di guerra, in Gran Bretagna, la maschera anti-gas era piuttosto un oggetto da portarsi dietro in caso di estrema necessità che, come si sa, diventa virtù. Ecco quindi che per la maschera anti-gas veniva spacciata per accessorio ‘alla moda’ per tirare su di morale le poverette che dovevano portarsela dietro.
Soldi ce n’erano pochi perfino per mangiare. Figurasi per i cosmetici. Ecco quindi che le giovanette che volevano avere le labbra rosse e non potevano permettersi il rossetto spalmavano sulle labbra un po’ di succo di barbabietola.

 

1940 street fashion

Tempi duri, care le mie fashion-victims. Tempi che la maggior parte di noi non può nemmeno immaginare. A meno di non andare a visitare la mostra Fashion on the Ration all’Imperial War Museum a Londra (fino al 31 agosto). Una mostra istruttiva, dolcemente malinconica, sullo street style degli anni ’40 in Inghilterra (una nazione fortemente provata dai bombardamenti tedeschi).

I gioielli erano fabbricati con parti scartate delle fusoliere degli aerei e per nascondersi nei rifugi anti-bomba c’erano le tute intere (onesies) che adesso sono tornate di moda.

La casa cosmetica inglese Yardley tentò di risollevare le vendite con una pubblicità il cui slogan era significativo: “To work for victory is not to say goodbye to charm. For good looks and good morale are the closest of allies.”

Sempre saputo, no?