Mary ha 31 anni e vive in una zona di Roma che le permette di avere un giardino. E nonostante il suo lavoro la tenga al chiuso, è nel verde che ritrova se stessa.

“Sono cresciuta in una casa con un nonno appassionato di piante e animali, che mi ha trasmesso l’amore per la natura”.

Quando il nonno se ne è andato, Mary, cresciuta senza un padre, ha perso la figura maschile di riferimento, ma ha tenuto cara la sua passione. Per le piante, non per i fiori. “Sfioriscono subito e mi fanno soffrire. Le piante invece restano”.

Durante la pandemia ha dovuto fermarsi perché il suo lavoro prevede una distanza molto ravvicinata con le sue clienti. “Sono estetista, operatrice del benessere e truccatrice. Soprattutto mi sono specializzata in trucco per cerimonie e trucco teatrale, che è un trucco molto particolare e caratterizzante, che cambia a seconda delle serate”.

Le spose hanno rimandato i matrimoni, i teatri hanno chiuso e Mary si è dedicata alle piante.
“Ho creato un profilo su Instagram parlando di piante, ho visto che andava bene e allora ho creato un canale YouTube, in cui spiego come curare le piante, come fare le talee, come cambiare la terra, come nutrire. Faccio dei tentativi e mi piace sperimentare. Certo, abituata al contatto con la gente mi sembrava strano parlare a qualcuno che non potevo vedere, ma il canale sta andando benissimo”.

Tra le piante, Mary predilige le succulente e le piante tropicali. “Tra casa, studio e giardino ne ho una cinquantina, tra un po’ non ci staremo più. Nei miei giorni liberi o tra una cliente e l’altra le curo, le vaporizzo, le pulisco, le nutro. Ho capito che curarmi di loro mi rilassa, mi toglie le ansie. Le più belle le tengo in studio, perché qui passano le clienti e non posso fare esperimenti brutti a vedersi”. Ogni tanto va al vivaio e torna a casa con un cactus, di solito quelli messi peggio, che nessuno vuole, che hanno bisogno di cure.

Mary soffre di attacchi d’ansia e il primo mese di lockdown l’ha vissuto proprio male. Poi si è rilassata e le piante hanno aiutato. “Non dovermi confrontare con i bagagli emotivi delle altre persone mi ha fatto bene. Ho scoperto cosa vuol dire fermarmi. Le piante in questo hanno avuto un luogo fondamentale. I momenti di cura delle piante sono momenti miei e loro ed è come se mi depurassi da tutte le scorie fisiche e mentali. Le piante sono una vita che non può farti del male in alcun modo.

La cosa più importante che mi ha insegnato il lockdown è che se non mi prendo cura di me stessa non potrò farlo nemmeno con tutti gli altri aspetti della mia vita”.