manet

Alcuni buoni motivi per andare a visitare la mostra di Edouard Manet alla Royal Academy of Arts di Londra (in ordine sparso).

1. Manet e’ stato un pittore libero. Non aveva bisogno di vendere le sue tele per vivere. “Sono ricco di famiglia” avrebbe potuto dire, qualche decennio prima di Massimo Cacciari quando gli chiesero perche’ non voleva iscriversi al Psi. In questo modo ha potuto dipingere solo quello che gli andava: la moglie, la suocera, il figlio illegittimo della moglie, amici, attrici, persone che gli stavano simpatiche, cortigiane, prostitute.

2. Manet e’ stato un buon marito e un buon padre. La moglie Suzanne, insegnante di pianoforte dei fratelli piu’ piccoli del pittore, e’ stata la sua prima musa ispiratrice. Ma ha anche accolto a braccia aperte – e dipinto spesso – il figlio illegittimo di lei. Certo, e’ morto a 51 anni di sifilide dopo avere una gamba amputata e qualche frequentazione in case di piacere un po’ cosi’ l’avra’ avuta. Ma a quei tempi usava cosi’, diciamo.

3. Aveva un intelligente circolo di amici, intellettuali della Rive Gauche, scrittori, pittori. Non frequentava solo galleristi ai quali sperava di piazzare i suoi quadri (vedi punto 1).

4. Non si e’ trovato un’amante che poi e’ diventata la sua modella, come molti pittori prima e dopo di lui hanno fatto. Ha sempre e (quasi) solo dipinto quelli che gli andavano a genio.

5. Se ne fregava delle critiche, anche violente, che ricevevano i suoi quadri e andava avanti per la sua strada. Il suo “Railroad” (qui sopra) e’ stato definito “imbarazzante”. Ma lui ha fatto spallucce e ha continuato per la sua strada, diventando il primo vero pittore moderno.

6. Ha (quasi) sempre lasciato le donne vestite, nei suoi ritratti. A parte “Dejouner sur l’herbe”, che pero’ e’ un chiaro richiamo a Tiziano (che dipingeva le sue donne nude), le altre sono tutte incappottate e infagottate secondo i dettami della moda.

Manet, Portraying Life e’ alla Royal Academy of Arts di Londra dal 29 gennaio al 14 aprile 2013.