Se credi che la Costa del Sol sia fatta per sdraiarsi in spiaggia, bere sangria e mangiare paella, ripensaci. Malaga è una città d’arte come poche e ha una quantità di musei, tutti bellissimi, da fare invidia a capitali europee molto più blasonate.
Se a questo aggiungi che, trovandosi in Andalusia, ha un’allegria contagiosa e un clima meraviglioso (la media annuale è 18 gradi!) Malaga rimane un viaggio da mettere in programma.
Cominciamo da dove bisogna cominciare. Picasso era nato a Malaga, per dire. Ci ha vissuto solo 19 anni e non è mai più tornato. E per uno che ha vissuto fino a 92 anni vuol dire molto. Malaga non se l’è presa a male per la sua girata di spalle, e ricorda a ogni piè sospinto che il pittore dei pittori è nato lí. Una targa qui, un manifesto là. Picasso è (giustamente) quello di cui Malaga vuole andare fiera.
E fin qui, poco male. Ma la città fa di più. Per celebrare il suo figliolo prediletto mette su un museo che più bello non si può.
Le opere che vedi nel Museo Picasso (che non ho potuto fotografare perché proibito) sono tra le più belle del pittore cubista, più belle anche di quelle del Museo Picasso di Barcellona. Un museo, aperto nel 2003 all’interno di un classico palazzo andaluso (Palacio de Buenavista) meravigliosamente ristrutturato, che da solo vale il viaggio, e che contiene 233 opere donate dagli eredi Christine e Barnard Ruiz-Picasso, i nipoti dell’artista. E non basta: la caffetteria è piacevolissima, lo shop un vero museum shop, non un insieme di paccottiglia.
Ma proseguiamo. C’era al Muelle Uno, davanti al mare, un cubo bianco del quale non si sapeva che fare. Malaga ci ha messo un Centre Pompidou. Nel senso che ha fatto un accordo con il centro culturale francese e si è fatta prestare un bel po’ di opere (e che opere!). Fresco fresco di inaugurazione (marzo 2015) il Centre Pompidou è ‘in prestito’ ma noi tutte ci auguriamo che resti al suo posto.
Al suo interno diverse sezioni di opere contemporanee, che comprendono opere di Picasso (non poteva mancare), Francis Bacon e Frida Kahlo tra gli altri.
E ancora: il CAC (Centro de Arte Contemporànea) è un altro spazio espositivo bellissimo (e gratuito). Io ho avuto la sorpresa di vedere Michael Borreman e Ai Weiwei, nientemeno.
Se all’arte contemporanea preferisci quella dal XVII fino al XX secolo, il Museo Carmen Thyssen è il tuo posto. Qui, in un altro palazzo tradizionale bellissimo e restaurato, trovi gli angioletti lignei del laboratorio dei Della Robbia insieme agli Zurbaràn, a Mariano Fortuny e a Julio Romero de Torres.
Fanno da accompagnamento alla collezione mostre temporanee allestite all’ultimo piano. Caffetteria e bar de tapas (siamo in Spagna, alla fin fine) rendono il luogo ancora più piacevole.
Visita la Cattedrale, bellissima e barocca e fatti una passeggiata lungo il Teatro Romano e la Alcazaba.
La brutta notizia è che lo shopping è piuttosto deludente. Gira e rigira non ho trovato niente da comprare (e mi sono infilata in uno pseudo Tiger dove ho fatto incetta di oggettini da pochi euro), ma in compenso il vero shopping lo puoi fare al mercato.
Porta a casa un pezzo di jamon de bellota o di anchoas del Cantàbrico (te le mettono sottovuoto). E mangiane a sazietà nei ristorantini e bar de tapas della città. Uno su tutti: El Pimpi. Ci vanno tutti, malagueños e turisti. Si sta benissimo e si spende il giusto.
E quando proprio sei sfinita, regalati un hammam all’Hammam Al Andalus, dove puoi bagnarti in acque storiche e farti sapientemente massaggiare.
Quando andarci? Io ci sono stata in un weekend (da venerdí a domenica, e a meno che tu non voglia andare a vedere un po’ di Costa del Sol, tipo Marbella o Puerto Banus, è un tempo più che sufficiente).
Ci arrivi in aereo con RyanAir o Iberia (dall’Italia, in questo caso, passando da Madrid).