Avrebbe dovuto salirci – metaforicamente – una donna sul famoso Fourth Plinth di Trafalgar Square, a Londra. Trafalgar Square è la piazza per eccellenza di una città di otto milioni di abitanti. Il luogo delle proteste, delle manifestazioni, delle feste. Ci passano, in giorni normali, milioni di persone. Adesso è vuota, deserta, silenziosa e sospesa. Peccato per l’artista scelta per esporre la sua opera sul famoso Fourth Plinth.
Passo indietro. A Trafalgar Square ci sono quattro pilastri, costruiti per accogliere quattro sculture celebranti altrettanti personaggi della storia. Tre di questi ospitano le statue di due generali e un re. Il quarto avrebbe dovuto ospitare la statua di William IV. Ma finiti i soldi – e stiamo parlando del 19mo secolo – il pilastro è rimasto vuoto.
Un pilastro vuoto nella piazza più frequentata di una grande capitale non era una cosa bella. Per 150 anni si è dibattuto su cosa farne. Poi, nel 1998, si è deciso di utilizzarlo per esporre temporaneamente statue di artisti contemporanei. E nel 2003 si è deciso di farne un vero e proprio progetto. Un concorso aperto a tutti gli artisti per proporre cosa esporre per un anno. Il vincitore piazza la sua opera davanti alla National Gallery, sotto gli occhi di tutti, per 12 mesi.
Dal 2005 si sono succedute la statua della donna senza braccia e senza gambe di Marc Quinn, la Nave in bottiglia di Yinga Shonibare e il pollicione eretto di David Schrigley. Nel 2009 Anthony Gormley decise di lasciare il Fourth Plinth a chiunque volesse salirci per passarci un’ora a fare quello che volevano: leggere il giornale, guardare il pubblico di sotto, disegnare, lavorare a maglia. All’appello di Gormley risposero migliaia di persone, 2400 vennero selezionate ed ebbero la loro ora di celebrità.
Quest’anno sarebbe toccato a Heather Phillipson, che ha preparato una mosca gigante che si poggia su un mucchietto di panna montata, sulla quale è a sua volta appoggiata una ciliegia attaccata da un drone, che filma la gente sotto e trasmette tutto su uno schermo.
La scultura di Heather Phillipson, l’unica artista scelta per il Fourth Plinth a non avere una galleria alle spalle, con alle spalle una carriera che mescola arte, musica (è stata anche DJ) e film, dovrà rimanere all’interno della National Gallery (ora chiusa) ancora per un po’. E il Fourth Plinth rimarrà vuoto. Un salto indietro di 150 anni.