Natale, mica scherzi. La festa più amata e ‘commerciale’ dell’anno a Londra è una cosa serissima, tanto che istituzioni e hotel mettono in campo pezzi da novanta per pensare e realizzare gli alberi di Natale più fantasiosi. E il Christmas-tree-walk, un giro tra gli alberi di Natale più belli della città, è diventato un cult, tanto quanto un pomeriggio a Winter Wonderland.
L’anno scorso l’artista Shirazeh Houshiary ha lanciato la koda ell’albero capovolto alla Tate Modern. E capovolto sia, deve aver pensato il Claridge’s. Che ha chiamato nientemeno che Karl Lagerfeld che ha realizzato un albero radici all’aria e cima a testa in giù piazzato nella lobby su una base di pelle di pecora che ricorda i fiocchi di neve fresca.
Il Connaught ha risposto invitando nientemeno che Tracey Emin a decorare l’albero nella piazza (Carlos Place) di fronte all’hotel e l’artista ne ha ideato uno decorato con una poesia le cui parole sono illuminate al neon. L’idea è che la gente passando possa leggere la poesia, che invita a regalare un sorriso, una piccola azione che non costa nulla ma regala molto (e detto da Tracey, famosa per un grugno sempre un po’ incavolato, sembra un po’ stridente, ma tant’è). L’angelo in cima all’albero, con la parola mum, è un ricordo della madre dell’artista, Pam, mancata quest’anno.
What I give to you is all I have. An Open wanting Deep in The Layers of my heart And in Return I catch Your smile The Greatest Gift of All
Tracey Emin CBE
Chi arriva a Londra in treno alla stazione di St. Pancras viene inondato dal profumo dei 15.000 fiori – orchidee, rose, ortensie – che decorano l’albero di Natale indeato dal fiorista Moyses Stevens.
Devono durare fino a dopo le feste. Si spera.
Molto pop l’albero disegnato da Joanne Tatham e Tim O’Sullivan a King’s Cross; intitolato ‘the alternative Christmas Tree‘ è fatto da coni in colori sfumati e ha una sua colonna sonora musicale. Un po’ Paperoga, ma ci sta.
Aqua Shard, il ristorante al trentunesimo piano del grattacielo disegnato da Renzo Piano, ha scelto di giocare con il vetro per il proprio albero di Natale realizzato in collaborazione con il designer Lee Broom e l’azienda vetraria turca Nude. L’albero è una cascata di 245 palle di natale di vetro, ognuna a forma di piccolo shard e tutte illuminate contro le immense vetrate del grattacielo. Fragile.
Il Nobu Hotel a Shoreditch, infine, ha optato per un albero di carta. Non carta comune, naturalmente, ma ad opera di Papershake, un gruppo di artisti dell’origami.Magari un po’ troppo essenziale (molto giapponese, ma d’altra parte è l’albero di Nobu) ma almeno ecologico.
La palma della pigrizia va all’Ace Hotel a Shoreditch, che invece di mandare lo staff a comprare ghirlande, palline e neve finta ha installato nella lobby uno schermo con l’immagine di un pino coperto dalla neve in Norvegia. La foto è del fotografo Sebastian Ziegler e nella lobby ci sono rametti di pino e produmo di foresta creato da Haeckels, ma vogliamo mettere l’atmosfera di un video contro quella regalata da un albero vero?
Quelli del Sanderson Hotel hanno sempre amato giocare con l’ironia. Non si discostano dal tema vi-prendiamo-un-po’-in-giro-ma-tanto-a-voi-piace nemmeno a Natale, con il loro albero di plastilina creato da designer Gary Card. Una specia di pastrocchio colorato che sembra venuto fuori da una sessione di asilo infantile finita a carte quarantotto.
Infine gli alberi di Natale digitali. Poteva mancare un po’ di tecnologia a Natale? Assolutamente no. Ci ha pensato il V&A che ha chiesto a Es Devlin, che ha curato i palcoscenici di Adele, Beyonce e Kayne West, di pensare un albero sonoro, chiamato The Singin Tree. L’albero è virtuale e formato da parole che gli stessi visitatori del V&A (o chiunque volesse approfittarne anche dal proprio PC) scrive al momento. Una specie di carol visuale alla quale si può contribuire dal sito del V&A.