John, Ringo, Paul e e George. E io aggiungo Bessie, che di sicuro non conosci. Tutta gente di Liverpool, commemorata in statue di bronzo sparse per la città (e di Bessie ti racconto più avanti).
Liverpool è una città ex-industriale, un po’ ruvida e scontrosa. Non è facile trovarla baciata da un tiepido sole e l’aria di mare (che mare non è, ma anche questo te lo spiego più avanti) frizza e scompiglia.
Sembra un pò chiusa in se stessa, ma a guardarla bene c’è parecchio da vedere. E non solo i Beatles, che non puoi fare a meno di incontrare nei tuoi giri. Te ne parlo subito, così eliminiamo il discorso. Personalmente non sono un’appassionata, quindi una volta vista la statua ai Docks mi sono ritenuta soddisfatta.
Ma capisco che possa non essere così per tutti. Quindi sappi che a Liverpool esiste un museo tutto dedicato ai Fab4 e il pub in cui hanno iniziato il loro percorso è il Cavern, tutt’ora una delle attrazioni principali della città. Se sei un’amante della musica di quegli anni e dei quattro di Liverpool sai come passare un pomeriggio.
Svolto le mansioni di turista musicale, possiamo dedicarci all’arte. A Liverpool c’è una Tate di tutto rispetto.
Si trova nell’Albert Dock, che negli anni ’80 era derelitto ed è stato restaurato in modo eccellente. La Tate of the North, come è chiamata, ospita mostre temporanee e una collezione permanente.
Quando ci sono andata c’era una retrospettiva dedicata a Keith Haring, re della scena pop americana degli anni ’80.
L’ho visitata insieme a quattro tipi che avevano tutta l’aria di essere dei rapper famosi, accompagnati dai curatori del museo e perciò famosi lo erano davvero. Ma dato la mia conoscenza musicale (vedi sopra) non ho capito chi sono e mi resterà per sempre un dubbio atroce.
I Docks, dicevamo. Una delle attrazioni di Liverpool, soprattutto da quando sono stati ristrutturati. Si affacciano sul ‘quasi’ mare, un fiume, in realtà, il fiume Mersey che però è quasi mare d’Irlanda. Una città di ‘quasi’ mare, come Amburgo, come Bordeaux. E dove c’è acqua c’è sempre bellezza.
A proposito di bellezza, non perdere di dare un’occhiata al Liver Building, uno dei più belli della città. Insieme al Cunard Building e al Port of Liverpool Building forma il gruppo delle cosiddette’Tre Grazie’. Insieme formano uno skyline piuttosto famoso, consacrato patrimonio dell’Unesco.
Il quartiere georgiano di Liverpool è grazioso, con ristoranti e pub. Tra questi il Philarmonic Dining Room, affettuosamente chiamato ‘Phil’, una specie di capolavoro dell’Art Nouveau che ha il suo picco nei bagni dei maschi, che anche le signore cercano di vedere facendo attenzione che non siano occupati.
E per non farsi mancare niente e poter competere con la capitale, Liverpool ha ben due cattedrali. La Cattedrale Anglicana è semplicemente stupefacente. Di chiese di ogni genere ne ho viste a centinaia, ma una cosí imponente raramente mi era capitata.
Non è antica; anzi, è proprio moderna, costruita nel 1978 su disegno di Giles Gilbert Scott, che disegnò anche le cabine telefoniche rosse, praticamente un simbolo dell’Inghilterra stessa. È la più grande del Regno Unito e la quinta più grande al mondo, così grande da contenere un negozio, un bar e un ristorante. E lo so che le ferventi cattoliche storceranno il naso davanti a questa commissione di sacro e profano, ma le chiese anglicane sono fatte per essere vissute, ospitano eventi vari che possono non avere niente a che fare con la religione e possono anche essere affittate o diventare stazioni di voto durante le elezioni.
Questa, da girare, è bella grande, ma ne vale la pena, soprattutto se scopri la Lady Chapel, una cappella dedicata alle donne ma aperta a tutti, la prima a essere consacrata.
Se la cattedrale anglicana ti ha ispirata, puoi visitare anche quella cattolica, la Metropolitan Cathedral of Christ the King, consacrata nel 1967 e dall’architettura piuttosto azzardata. E sempre in tema di architetture stravaganti, guarda il Museum of Liverpool, il primo a essere stato costruito per celebrare la storia di una città.
All’inizio dell’articolo ti ho parlato di Bessie. Bessie Braddock è celebrata con una statua in bronzo all’interno della stazione dei treni di Lime Street. Ha un abbigliamento da zia del Novecento e in mano tiene un uovo.’Battling’ Bressie, come venne soprannominata, fu una politica che si batté per le donne, il diritto alla maternità assistita e regolata e per combattere la criminalità giovanile. Fu lei che impose al governo inglese di marchiare le uova con un segno di qualità.
Se vuoi fare un giro virtuale di Liverpool, eccoti la mappa che ho preparato.