Piccine, gratuite, si trovano sparse per la città. Sono le little free library, ovvero delle mini-biblioteche che consentono a tutti gli amanti della lettura a cui piace sperimentare prendere o scambiare un testo, un romanzo, una novella.
L’iniziativa è simile al book-crossing (lasciare un libro che si è già letto in un luogo frequentato: la metropolitana, un autobus, un ospedale, una panchina, sperando che chi lo trova lo lasci andare ancora, dopo averlo letto, come una bottiglia nel mare) e funziona come una biblioteca (prestito gratuito) ma senza tante formalità.
Diciamo pure che, almeno rispetto alle biblioteche, la comodità è molto minore, ma volete mettere il divertimento?
Nella loro forma originaria, le little free library sono veri e propri contenitori di libri messi a disposizione di tutti: chiunque, infatti, può avvicinarsi e prendere un libro per poi restituirlo una volta finito, senza pagare: nell’era del web, imperante e onnipresente epure gratuito, fare affidamento su queste iniziative dà un bel senso di rassicurazione a tutti quelli che amano anche la carta.
Se ti troverai a passeggiare per le vie di New York, apri gli occhi. Potresti inciampare in una specie di sottomarino all’aria aperta, dello stesso colore della celebre canzone dei Beatles, e vedrai che la gente vi si infila rimanendo lì per diversi minuti. E’ una piccola libreria (quindi dovremmo chiamarla meno pomposamente bookshop, ma tant’è) posta lì per soddisfare le esigenze dei lettori curiosi.
Questa qui riprodotta in apertura è la stravagante struttura che si trova a New York in Prince Street, realizzata dagli architetti venezuelani Marcelo Ertorteguy e Sara Valente, sponsorizzati dalla Architectural League di New York per la Pen World Voices Festival.
E’ una realizzazione leggermente più grande rispetto a quelle tradizionali: ci si può incuneare sotto e scegliere con calma la propria lettura preferita. Si tratta semplicemente di un serbatoio di plastica rovesciato, utile per trascorrere qualche minuto in tranquillità prima di scegliere: è dotato anche di alcuni fori, su tutto il perimetro, che permettono ai visitatori meno fiduciosi di dare un’occhiata per capire di cosa si tratta.
La seconda immagine si riferisce invece alla prima little free library d’Italia, costruita al Parco Inviolatella Insugherata di Roma: più piccola, non ci si può entrare, ma più agreste, in tema con l’ambiente in cui è inserita.
Per ulteriori informazioni (e per costruire una Little Free Library, e/o entrare in contatto con questo mondo), fare riferimento a: http://littlefrhttp://littlefreelibrary.org/
eelibraryitaly.blogspot.it/