Andava a caccia in laguna, passando ore dentro le botti a pelo d’acqua, nascosto in attesa di veder passare stormi di anatre. La sera beveva (molto) e amoreggiava (molto). La sua storia con Adriana Ivancich finì nel suo libro della maturità, uno di quelli che ho più amato, “Di là dal fiume e tra gli alberi”.
Ernest Hemingway era un maschio-alfa, tipologia che di solito non amo. Ma di lui ai tempi dell’università mi ero perdutamente innamorata, finendo per sceglierlo per la mia tesi.
Il 2 luglio ricorre il 60mo anniversario della sua morte, avvenuta per sua mano, con un colpo di fucile, quando si accorse che non poteva o non sapeva più scrivere.
Hemingway amava la Spagna e l’Italia. Amava Venezia e il Friuli. Frequentava assiduamente l’Harry’s Bar e Lignano Sabbiadoro, dove arrivò nel 1954. Lignano ricambia l’amore e il calore, organizzando tutti gli anni un premio letterario intitolato allo scrittore, appena concluso, e dedicandogli un parco.
Quest’anno, per onorare lo scrittore dalla prosa limpida e affilata come un coltello, trasparente come una goccia d’acqua, fai un giro a Lignano, visita la bilancia di Bepi, la caratteristica rete da pesca che Hemigway ben conosceva, adesso gestita da Daniele, che ti porta in giro in Kayak nella laguna di Marano. Bevi molto vino (è importante per onorare Hemingway come si deve) e rileggi i suoi libri.
E, se vuoi, dimmi quale ti è piaciuto di più. Io li ho amati tutti. Su “Il vecchio e il mare” ci ho fatto la tesi. “Di là dal fiume e tra gli alberi” è quello che più mi è rimasto nel cuore.