Una libreria nella libreria. Adesso non si può visitare, almeno fino al 2 dicembre, ma te la racconto, visto che sono riuscita ad andarci quando ancora si poteva.
Immagina di entrare nel British Museum e di cercare le sale dedicate ai libri. Il British Museum non è una libreria ma ha comunque una parte dedicata ai libri. All’interno di queste sale è stato costruiuto un parallelepipedo bianco, una libreria dentro la libreria, a opera dello scultore e scrittore inglese Edmund De Waal (il suo nome magari non ti dice niente, ma se ti dico che ha scritto Un’eredità di avorio e ambra secondo me ti viene in mente).
Il parallelepipedo è in realtà una libreria, nella quale De Waal ha raccolto libri scritti da autori che, per un motivo o per l’altro e in momenti diversissimi della storia, hanno sofferto, subito o scelto l’esilio.
Le pareti di porcellana (De Waal è uno scultore che usa questa moteria) portano incise su foglia d’oro i nomi di librerie distrutte, da quella di Alessandria d’Egitto a quella dell’Università di Mosul, incendiata nel 2015. L’interno contiene 2000 libri, scritti da autori che rappresentano 88 paesi diversi.
Entri, prendi una matita, e puoi lasciare la tua firma o un pensiero sul frontespizio del libro di tua scelta.
I libri sono divisi per nazionalità dell’autore e quindi ognuno cerca quello che gli è più vicino. Io per esempio, ho trovato Dante, Foscolo ma anche molti altri.
La Libreria dell’Esilio è un piccolo luogo di pensieri e riflessione, nel quale (era) possibile passare del tempo, senza fretta. Un tempo di riflessione e meditazione su cosa significa essere lontani dagli affetti. E noi tutti, adesso, questo concetto l’abbiamo ben chiaro.