Bruxelles è grigia e le istituzioni europee un coacervo di burocrati noiosi e perdigiorno. Invece. Dieci donne, italiane e legate a Bruxelles per motivi diversi ma tutti di grande spessore, hanno un parere del tutto diverso. Raccontano, ciascuna a suo modo, l’importanza dell’Europa non solo per i Paesi che ne fanno parte (e anche quelli che non ne vogliono più sapere) ma anche – e in certi casi direi soprattutto – per le donne.

Queste dieci donne – che sorridono, eccome se sorridono – non vogliono sentir parlare di euro-scetticismo e di euro-disfattismo. Sono colte, poliglotte, impegnate e cosmopolite, si occupano di uguaglianza, immigrazione, giornalismo, ambiente, lavoro. E hanno scritto un libro a venti mani che si intitola Europee. Dieci donne che fanno l’Europa, pubblicato da Textus Edizioni.

Europee cover

Dieci donne di cui l’Europa non può fare a meno.

Silvia Bartolini, Antonia Battaglia, Giovannella D’Andrea, Monica Frassoni, Annalisa Gadaleta, Isabella Lenarduzzi, Marina Marchetti, Elly Schlein, Daniela Vincenti, Francesca Venturi sono l’esempio che se c’è qualcosa o qualcuno che può salvare l’unione europea è molto probabile che alla mattina si metta il rossetto prima di uscire.

Le donne non sono uomini come gli altri. Lo dice una delle dieci nelle pagine del libro. Manomale. Per l’Europa, almeno, qualche speranza possiamo ancora coltivarla.