Lo dico subito: sono di parte. Milano è la mia città e anche se non ci abito più, almeno non in pianta stabile, la amo e la apprezzo da tempi non sospetti, cioè da prima che Sala e l’Expo ne facessero il posto più cool d’Italia.

Visto che è il momento di Milano ma anche il momento di Leonardo – un vero milanese d’adozione, come tanti che sono arrivati qui a cercare lavoro e sono stati accolti a braccia aperte – mi piace portarti con me alla scoperta della Milano di Leonardo, fatta di luoghi famosi ma anche di angoli sconosciuti.

Per esempio, non serve che ti parli del Cenacolo, lo sanno anche le pietre del pavé che l’ha dipinto Leonardo. A quanto pare il maestro dipingeva lentamente ed era puntiglioso. E amava sperimentare. Per questo affresco decise di usare un misto di tempera e rosso d’uovo che avrebbe dovuto dare una velatura speciale all’affresco ma che si è rivelato fragile all’usura. La scena dipinta è come una foto di instagram, un momento prima Gesù dice agli apostoli che qualcuno lo tradirà, un momento dopo ognuno reagisce in modo diverso.

Leonardo ci mise quattro anni a dipingere il Cenacolo. In quei quattro anni alloggiò lì vicino e una volta terminato il lavoro Ludovico il Moro, signore di Milano, lo ricompensò con 16 pertiche (circa 8000 metri quadri) vicino a Santa Maria delle Grazie. Era una vigna, nella quale Leonardo coltivava Malvasia di Candia Aromatica e che forse gli ricordava la sua Toscana. La vigna venne bombardata durante la guerra e il palazzo, nel quale alloggiavano anche vari cortigiani, venne ristrutturato nel 1920 da Piero Portaluppi. Ogni la Casa degli Atellani, un palazzo Rinascimentale, e il suo giardino sono uno degli angoli più meravigliosi di Milano.

Casa Atellani

Se devi vedere solo una cosa a Milano, scegli la Casa degli Atellani e la Vigna di Leonardo

Tra le mille cose che Leonardo riuscì a fare, ben in anticipo con i suoi tempi, ci fu anche la figura del wedding planner. Organizzò infatti il matrimonio di Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona. Nel nel 1498 decorò la Sala delle Asse come se fosse una pergola di gelsi, a tributo di Ludovico Sforza.

Se vuoi vedere La Gioconda devi andare a Parigi (e scavalcare le orde di giapponesi con il cellulare in mano). SE vuoi vedere La Dama con l’Ermellino devi andare a Cracovia. Ma se vai alla Pinacoteca Ambrosiana puoi vedere il blocco degli appunti di Leonardo, un insieme di 1000 schizzi, figli, appunti che vanno sotto il nome di Codex Atlanticus.

Poi c’è il Museo della Scienza e della Tecnica, che non può mancare parlando di un ingegnere.  È stato il primo museo scientifico d’Italia, ovviamente intitolato a Leonardo, dove trovi modelli e disegni del maestro.

La Milano di Leonardo era una città d’acqua, solcata da canali e navigli. Da ingegnere, Leonardo non poteva non rimanerne affascinato. E si mise subito a pensare a come far fluire l’acqua in modo più fluido, permettendo alle barche di attraversare la città utilizzando i chiusini, una serie di chiuse di cui rimane oggi la Conca dell’Incoronata a Brera.

 

Il Cavallo di Leonardo

Leonardo l’ha disegnato ma è stato realizzato secoli dopo dall’artista Nina Akamu

Per farsi accettare alla corte di Ludovico Sforza, Leonardo inviò il primo cv della storia, raccontando in nove punti quello che avrebbe potuto fare alla corte milanese. Tra questi punti c’era una enorme statua in bronzo che avrebbe dovuto celebrare Francesco Sforza, padre di Ludovico, il grande signore di Milano. Ma erano tempi di guerra e il bronzo della statua venne usato per fondere armi, invece che per le statue. I disegni di Leonardo rimasero tali per molti secoli, fino a che il pilota americano e collezionista Charles Dent riuscì a far relizzare la statua dall’artista giapponese Nina Akamu nel 1999. La statua oggi si trova davanti all’ingresso dell’Ippodromo.