Dalle isole italiane sono passati in tanti, tutti: mascalzoni ed eroi, esiliati e pellegrini, artisti e nullafacenti. Chi in fuga, chi alla ricerca di qualcosa.
Il bel libro Avventure di piccole terre (Neri Pozza) del geografo Ambrogio Borsani, che si auto-definisce ‘turista letterario’, esplora cinquanta e un’isola del mare italiano, e di ognuna racconta una storia, con un ritmo affascinante.
Nel libro c’è la storia del serissimo e austero scrittore Stendhal, che fece una tappa del suo celebre Viaggio in Italia per il Grand Tour anche sulla minuscola Isola dei Cipressi, nel Lago di Pusiano, e cercò di violentare una giovane ‘pescatrice e peccatrice’ su una barca.
Ci sono gli assalti con le cannonnate da parte del giovane capitano di artiglieria Napoleone Bonaparte contro il tetto della chiesa maggiore dell’Isola della Maddalena, che ne fu sfondato. Un ‘operazione che portò sfortuna al brillante militare, dato che alcuni decenni dopo fu il suo primo luogo d’esilio.
C’è il regolamento di conti tra francescani amadeiti e francescani osservanti, che nel 1527 fece una strage nella piccola Isola di S. Paolo, sul Lago d’Iseo, lasciando sul terreno cadaveri smembrati e teste mozzate.
C’è la storia del Re di Tavolara nel Golfo di Olbia in Sardegna, che governa il suo reame fondato nel 1833 da un suo avo pastore e girovago con il nome di Francesco I e ha come trono la cassa del ristorante La Tavolara che è sulla meravigliosa spiaggia.
E ancora: l’arrivo a Ischia, ‘in un crepuscolo verde, di Truman Capote, che l’avrebbe poi abitata prima di vivere definitivamente a Ravello; l’incrollabile convinzione dello scrittore inglese Samuel Butler che ‘l’alta e imponente Isola di Marettimo è la vera Itaca’ e che l’Odissea sia stata scritta da una donna di Trapani e non da Omero.
Il delizioso libro di Borsani ricorda con leggerezza che non può esistere un luogo che sia solo natura come molti ambientalisti sostengono: ovunque donne e uomini hanno modificato i luoghi, viaggiando, lottando, amando, scrivendone. E le isole sono privilegiate cave di storie infinite, che possono essere scoperte, ricordate, raccontate.