Non ero mai andata alle Canarie e – devo dire – per scelta. Ero convinta che fossero un posto cheap, lo confesso. E magari è proprio così: prezzi bassi, hotel tre stelle, inglesi che ci si piazzano per la pensione e mantengono le loro orrende abitudini, come bere birra a tutte le ore e in grandi quantità e girare a torso nudo. A Gran Canaria c’è perfino una radio italiana che trasmette melodie un po’ sanremesche e pubblicità rivolte a quelli che vogliono aprire una pizzeria.

Invece sono andata a Lanzarote, scelta proprio perché la meno scontata. E ho scoperto un mondo.

C’è tutta una parte dell’isola che devi assolutamente evitare, ed è quella intorno ad Arrecife e lungo la costa sud-est che, detto per inciso, è anche quella dove il clima è migliore, il vento soffia meno e il sole splende di più. Peccato per il clima, infatti, ma se ti limitassi a quella zona (come temo facciano molti) avresti di Lanzarote un’idea totalmente sbagliata. Ti convinceresti che le Canarie sono un posto di turismo di massa per gente del Nord Europa senza troppo gusto e scapperesti a gambe levate.

Ti perderesti il bello, cioè tutto il resto. Che non solo è bello. È meraviglioso.

 

Vale la pena ricordare, nel caso non lo sapessi, che Lanzarote è un’isola totalmente vulcanica, che ha subito, nel corso dei secoli, svariate eruzioni. Non come quelle che conosciamo noi, che fanno boom, seppelliscono tutto e arrivederci. Le eruzioni dei vulcani di Lanzarote duravano anche anni (fino a sei) erano lente e se da una parte la popolazione poteva tranquillamente evacuare, dall’altro la lava copriva inesorabilmente tutto, lasciando il terreno incoltivabile. A questo si aggiunga il vento, che soffia spesso e volentieri.

Per arrivare a capire che dal terreno lavico si poteva tirare fuori qualcosa c’è voluto l’ingegno dei contadini, che hanno iniziato a scavare, per trovare umidità e piantare viti che nascono quasi dentro il terreno e che vengono protette da bassi muretti a secco. Il risultato è un vino vulcanico semplicemente squisito, prodotto da svariate cantine visitabili. Si trovano tutte nella regione di La Geria e sono di una bellezza incomparabile.

Ecco una cosa da fare a Lanzarote. Fare il giro delle bodegas, assaggiare i vini e portarli a casa. Un’altra è fare trekking. Ci sono diverse agenzie che organizzano trekking ai vulcani, che non richiedono particolari abilità scalatorie ma solo buona lena, buone scarpe e un nastro per legare i capelli (attenzione al  vento!). Si cammina sull’orlo dei crateri, si capisce la differenza tra i vari tipi di lava (la cenere, i lapilli più frammentati e usati anche in edilizia, il malpaìs, sul quale possono camminare solo i fachiri), si vedono le bombas, enormi formazioni arrotondate espulse dal cratere del vulcano.

Una delle più grosse ‘bombas’ dell’isola

Potrei parlarti di flora e fauna, straordinarie nonostante (o forse proprio perché) le condizioni di sopravvivenza sono difficili: sole tutto l’anno, clima secco, pochissima pioggia (125mm all’anno), vento frequente. Ma non sono una naturalista e ho rivolto la mia attenzione ad altro. Per esempio alla figura di Cesar Manrique, artista, architetto, figura celebratissima nell’isola, nato al nord dell’isola, nel paese di Harìa (bellissimo, non perderlo) dove si può visitare la sua casa-museo e la sua Fondazione.

Già che sei al nord dell’isola vai a vedere Jameos del Agua, una formazione naturale con una pozza d’acqua in fondo, e a Las Cuevas de los Verdes, le due attrazioni dell’isola. E, soprattutto, il Mirador del Rìo, dove, ti assicuro, rimani a bocca aperta.

Dal Mirador vedi l’isoletta di La Graciosa, che sta proprio davanti a Lanzarote, a circa 15 minuti di traghetto. No, non sono i Caraibi, ma lo sembrano. La Graciosa ha 600 abitanti mal contati, che diventano un po’ di più in estate, quando i pochissimi villeggianti affittano le case sul mare. Hotel non ce ne sono, macchine nemmeno, motorini men che meno e le strade non sono asfaltate. La vita è quindi molto, molto semplice. Ti affidi quindi ai due o tre che ti portano in giro con le jeep a vedere le spiagge (la più famosa è Las Conchas) o ti portano e riportano al ristorante nel caso tu voglia affittare una casetta. Oppure te la fai a piedi e visto che l’isola è lunga circa 8 km si tratta di trekking più che passeggiate.

Una spiaggia di La Graciosa

L’isola è piena di ciclisti (essendo piena di saliscendi è perfetta per gli amanti del genere) e di surfisti, che si ritrovano nella spiaggia di Famara.

Oppure ti dai alla visita ai paesini, come Teguise, bellissimo e con un mercatino domenicale in cui fare piccolo shopping.

Teguise è a metà isola. Più a sud vai a vedere le Salinas de Janubio e il Lago Verde.

I colori incredibili delle Salinas de Janubio

Alla fine, lo so, cercherai le spiagge. Siamo in un’isola e che isola è se non possiamo sdraiarci un po’ al sole e fare un bagno?

C’è una spiaggia meravigliosa, ma temo possa essere molto affollata se in stagione di vacanza. Si chiama Papagayo e si trova al sud dell’isola, troppo vicina a Playa Blanca (che non è un granché).

La spiaggia Papagayo. Se la trovi così, mezza vuota, goditela fino a che puoi.

Se Papagayo fosse troppo affollata, vai a rintanarti nelle spiaggette più remote, come Las Malvas. Ci arrivi con un bel po’ di km di sterrato ed è quindi probabile che non sia troppo piena.