A Milano ci sono al momento due mostre importanti a Palazzo Reale. E la gente che fa la fila per la mostra sbagliata. Non voglio dire che Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano sia una mostra brutta o di poca importanza. Ma è una mostra furba, che usa il nome di Tiziano ma in realtà propone molto altro, come Palma il Vecchio, Paris Bordone, Tintoretto.
Per andare a vedere Joaquìn Sorolla pittore di luce, invece, non c’è coda, non c’è nessuno. Eppure è quella la vera mostra-rivelazione, quella da cui esci con gli occhi pieni di bellezza e sapendo di aver visto qualcosa di straordinario.
Joaquìn Sorolla y Bastida, pittore spagnolo della seconda metà dell’Ottocento, era famosissimo nella sua epoca, in Spagna e altrove, anche negli Usa. Stupisce, quindi, che sia così poco conosciuto in Italia (anche perché ci aveva soggiornato e aveva partecipato alle Biennali di Venezia) e questa è la prima mostra italiana. Non solo era un gran pittore che sapeva dipingere la luce in modo straordinario; era anche una persona di buon carattere, molto affezionato alla famiglia, che ritraeva spesso. Il contrario, insomma, dei caratteri maudit dai quali a volte ci facciamo attrarre.
In mostra ci sono 60 tele, una più bella dell’altra, che ripercorrono i momenti della sua carriera. Molte riguardano i dipinti che faceva sulla spiaggia di Valencia, quando si piazzava con cavalletto e cappellone per ore, guardando i bambini giocare e le donne vestite di bianco ad attenderli.
Una mostra assolutamente da vedere, allestita fino al 26 giugno 2022.