La scena della Camargue
Molta musica, molti tatuaggi, molte preghiere. Dovessi racchiudere i tre giorni del pellegrinaggio dei gitani a Saintes Maries de la Mer, in Camargue, userei queste parole. Ogni anno, il 26 maggio, gitani di tutta Europa parcheggiano i loro caravan appena fuori da paese, indossano i loro vestiti più sgargianti, le catenone, gli anelli e gli orecchini a cerchio e si affollano nella chiesetta delle Marie, che celebra l’arrivo delle sante – Maria Salomé e Maria Jacobé, insieme alla Maddalena e alla serva di colore Sara – su una barca senza remi e senza vele.
Il paese, per tutto il resto dell’anno, è piuttosto sonnolento. Case bianche, negozi che vendono articoli a tema gitano (gonnellone a fiori, cappelli di paglia, bigiotteria, stivaletti da mandriano), qualche ristorante che offre spezzatino di carne di toro. Il toro, d’altra parte, insieme ai cavalli bianchi, è il prodotto locale.
Il pellegrinaggio
Tutto cambia una volta all’anno, quando arrivano i gitani, per una festa che dura tre giorni. La chiesa è dedicata alle Marie, che vengono portate in processione fino al mare il terzo giorno. Ma quella che loro venerano con una devozione infinita è Santa Sara, la loro patrona (probabilmente egiziana e non riconosciuta dalla Chiesa ufficiale). Il primo giorno ci si abitua, si canta, si balla, si va a vedere la statua della Santa nella cripta. Il secondo giorno si porta la Santa al mare, il terzo è la volta delle Marie. E questo è più o meno il programma, che dà avvio a un’estate di musica, tori, corride non cruente.
Il clou della festa è la processione di Sara, che viene avvolta da mantelli su mantelli, toccata e baciata. Poi portata in processione fino al mare, dove l’acqua la purifica; viene poi riportata in chiesa.
Il tutto seguito da migliaia di devoti di tutte le età, mentre fuori dalla chiesa i meno devoti e i più allegri bevono, ballano, suonano.
Se dici gitani ti vengono in mente le zingare della metropolitana di Milano, quelle che cercano di farti il portafoglio se milanobelladadio non le denuncia prima. Ecco, dimentica quel genere. Qui sono tutti sorridenti e gentili. A parte le gitane che all’arrivo al paese, cercano di venderti la medaglietta di Santa Sara (comprala, per 5 euro ti garantisci una specie di lasciapassare), per il resto i gitani ti sorridono, si lasciano fotografare, si fanno coinvolgere e, se ti metti a chiacchierare, ti raccontano qualcosa delle loro storie ed abitudini.
Quest’uomo, per esempio, era seduto fuori da un caravan tradizionale, di legno, tutto decorato (la maggior parte arrivano con delle normali roulottes moderne) e mi ha raccontato, in un francese “gitanesco”, che quando un padre di famiglia muore, per non far torto ai figli (sempre numerosi) brucia il camper, che poi è l’unica cosa che avrebbe da lasciare.
Cosa ti porti a casa
La festa è molto conosciuta e molto seguita da chi viene a vedere e, soprattutto, fotografare. Sarai circondata da turisti (c’erano tantissimi italiani) che tornano magari anno dopo anno, indipendentemente dalla devozione o dalla curiosità, solo perché si tratta di una festa colorata e allegra.
Se vuoi qualche tip pratico, posso dirti che, pur assistendo alla festa, alloggerei ad Arles, molto più carina da vedere e distante pochi chilometri (una mezz’ora di auto). Ci sono pullman che ti portano a Saintes Maries de la Mer, oppure puoi prendere un taxi, un uber, o noleggiare un auto (devi parcheggiarla e quindi ti conviene arrivare presto, perché i parcheggi sono pieni di caravan dei gitani).
Per mangiare ci sono tanti ristoranti, tutti più o meno simili. Da L’Asti ho mangiato un ottimo spezzatino di toro (anche se si definisce ristorante italiano), il Bistrot Chez Fanneu è tra i più gradevoli, per fare un po’ di shopping serio e non da souvenir vai da Yoko Concept Store.
Rivedere i preconcetti
Non credo che abbraccerò le zingare della metropolitana, la prossima volta che vado a Milano e ne becco una con le mani nella mia borsa (è successo, ma me ne sono accorta in tempo) o quando ne vedrò qualcuno piegato in due che chiede l’elemosina a qualche angolo cittadino. Ma la festa dei gitani di Saintes Maries de la Mer è una di quelle esperienze da fare assolutamente.