Istanbul, approdo dell’Occidente e punto di partenza per l’Oriente, è l’incrocio di culture millenarie: è la città più sensuale del mondo, somma di scontri e fusioni di culture raffinate ed opposte. Seduce, perché è stata capitale di tre imperi, quello romano, quello bizantino e quello ottomano.
Sarà per quella voglia d’Europa che oggi l’antica Costantinopoli potrebbe tornare al suo ruolo storico, ovvero servire di nuovo come punto di incontro tra le culture orientale ed occidentale.
Una città vibrante tanto di giorno, nei mercati delle spezie e sull’affollato canale del Bosforo, che la sera, quando migliaia di giovani si riversano fino a tarda notte le vie del quartiere di Taksim. Dunque l’impressione generale è che al tradizionale folklore orientale si stia imponendo tanto di trendy, che non ha nulla da invidiare quello delle nostre capitali d’occidente.
Una città cosmopolita, multietnica e multireligiosa, ma anche incredibilmente laica in un paese con governo fondamentalista, dove a tutt’oggi sopravvivono realtà diverse. Come la volle Ataturk, Istanbul fa l’occhiolino alle mode occidentali, rappresenta l’islamismo moderato, quello per cui le donne vanno in giro da sole, a viso scoperto, senza suscitare scandalo; poi c’è ancora la Istanbul regina dell’impero ottomano, con le sue radicate tradizioni, evidenti quando ci si accorge che tutti gli uomini portano i baffi e che i grandi templi, come la Moschea Blu, sono il cuore pulsante della città.
Ma nonostante i pregiudizi che non permettono ancora di considerarla una propaggine dell’Europa, quello che non si può dimenticare, che la città da sempre “delle mille e una notte”, con i suoi minareti, le sue tantissime moschee i coloratissimi suk rendono l’atmosfera indimenticabilmente magica.
di Maria Sole Pantanella
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Ayasofya Pansiyonalari
Sogukcesme Street
Sultanahmet
tel +90 212 5133660
È un albergo composto da nove casette di legno dai colori pastello, che si snoda interamente lungo la via Sogukcesme. Restaurato dal locale Touring club che ne ha fatto un monumento storico, è magicamente racchiuso fra le mura di Topkapi alle spalle e quelle della moschea di Santa Sofia proprio davanti agli occhi. Ciascuna delle casette porta il nome di un profumo: Jasmine House, Rose Mansion o Cyclamen House. Ognuna ha il suo ingresso privato e un grande salotto in stile vittoriano, mentre da una cigolosa scala in legno si accede alle stanze nei piani superiori. Le camere, sono tutte arredate con mobili d’antiquariato turco dell’Ottocento. Nel decor, nulla è lasciato al caso. Il colore del velluto delle tende e delle poltroncine, richiama il raso dei tavolini o dei copriletto. Il parquet è arricchito da tappeti turchi, mentre i letti sono d’ottone o addirittura con il baldacchino. Le stanze, non grandissime, sono luminosissime: le finestre in legno sono per metà ornate da piccolissime feritoie esagonali, ricordo dell’epoca in cui alle donne era permesso di guardare fuori a patto di non essere viste. Ancora oggi, alle prime luci dell’alba, dall’Ayasofya Pansiyonalari si ode il muezzin della vicina moschea che invita alla preghiera. La prima colazione è servita nel Konuk Evi, un giardino d’inverno dai grandi lampadari di cristallo, candide piastrelle dai decori floreali e ancora tavoli e fontane di marmo, tutto nei toni biancolatte. Piacevole scoperta quella dell’Ayasofya Pansiyonalari che ha visto tra i suoi ospiti dalla regina Sofia di Spagna, a illustri maestri del cinema come Bernardo Bertolucci o Roman Polanski.
Mangiare
Pandeli Misir Carsisi 1
tel 212 5273909
Definito il tempio della cucina turca, è il luogo canonico per il pranzo. All’interno del Mercato delle Spezie si immersi in un’atmosfera molto orientaleggiante. E’ frequentato soprattutto da uomini d’affari e da turisti in pausa-acquisti. Non a caso non fa servizio di sera, di sabato e domenica, quando il mercato è chiuso. La qualità è eccellente e il prezzo decisamente conveniente.
360
Istikal Caddesi
Misir apt no. 311 K 8
tel 212 2511042
trovarlo non è facile: bisogna salire all’ultimo piano di un palazzo dall’apparenza uguale a molti altri, in una delle vie più trafficate (ma solo di pedoni) della città. Ma una volta in cima, si capisce il nome: le vetrate regalano una vista a 360 gradi. Cucina turco-giapponese (borek ma anche sushi e atmosfera modaiola.
Reina
Muallim Naci Caddesi
tel 212 259 59 19
Trendissimo, giovanissimo, con una splendida vista sul Bosforo. Qui la cucina e il decor orientale lasciano il passo a un gusto internazionale che ci fa sentire di essere in una vera capitale capace di soprenderci in tutta la sua modernità.
Hamdi
Tahmis Caddesi Kalcin Sokak Eminonu
tel 212 5280390
Grandissimo, su più piani e sempre affollato è un tipico ristorante “alla turca”, dove mangiare tutti i possibili tipi di kebab. Servisio alla buona ma tanto sapore locale.
La colazione turca, particolarmente ricca, è composta da: çay (tè), ekmek (pane bianco), beyaz peynir (formaggio), tereyagi (burro), zeytin (olive), simit (ciambelle salate con semi di sesamo), bal (miele), pastirma (salame piccante). Per pranzo o cena börek, una sottile sfoglia di pasta ripiena di formaggio o di carne tritata e insalata di melanzane con aglio e yogurt. Il riso pilav (condito con uva passa e pinoli), accompagna il doner kebap (carne di agnello arrostita o in polpette), il manti (pasta ripiena di carne macinata, yogurt, aglio e peperoncino), lo sis kebap (spiedini di montone), le çig köfte (polpettine di carne cruda lavorate con grano e peperoncino), Tra i dolci lokum e baclava. Non c’è molto da bere, essendo una città musulmana abbastanza integralista; è famoso solo un digestivo che si chiama raki e sa di anice, che viene venduto in certi negozi molto loschi. Viene allungato con l’acqua e loro lo bevono mangiando il cetriolo.
Cinque must
1. Ayasofya (Moschea Santa Sofia). Per secoli fu il simbolo della chiesa di Bisanzio costruita tra il 532 e il 537 sotto il regno di Giustiniano. Poi arrivò Maometto il Conquistatore che non perse tempo: nel 1453 la trasformò immediatamente in moschea. Fu Ataturk, negli anni Trenta, a convertirla in museo. Da non perdere, alzando gli occhi sulle volte decorate a mosaico icone e crocefissi cristiani.
2. Sultan Ahmet Camii (la Moschea Blu). Costruita da Ahmed I intorno al 1616, è l’ultima delle grandi moschee imperiali prima del declino del potere dei sultani. E’ celebre per i sei slanciati minareti. I pavimenti sono ricoperti di tappeti, enormi lampadari pendono dall’alto ma sembra quasi di poterli toccare con la testa e come nelle antiche chiese cattoliche anche qui un matronato per le donne in preghiera.
3. Yerebatan Sarai (la cisterna della Basilica). Si trova a Sultanamet in pieno centro storico Santa Sofia. È un opera di grande impatto emotivo, non solo per essere stata una delle opere più grandiose dell’epoca giustiniana, realizzata come riserva idrica della città, dalla capienza di 80.000 metri cubi. L’immensa volta è sostenuta da 336 colonne. Ma quello che è indimenticabile del posto è la regia che è stata creata per il posto in un inesorabile silenzio, musica classica di sottofondo e luci colorate che riflettono le acque immobili.
4. Topkapi Saray (il palazzo di Topkapi). Costruito tra il 1453 e il 1478 da Maometto. Il palazzo, di quasi 700.000 metri quadrati, è oggi il più grande e importante museo di Turchia. Il centro del potere ottomano e il più bell’esempio della sua architettura civile. Si entra nel Topkapi non potendo fare a meno di stupirsi dell’opulenza delle corti dei sultani del passato: padiglioni e cortili, sale e stanze segrete vanno girate con lentezza, assaporandone i particolari.
5. Dolmabahce Saray (Palazzo Dolmabahce). In riva al Bosforo, lungo 600 metri, in marmo bianco dell’isola di Marmara, fu fatto costruire nel 1853 dal sultano Abdulmecid e divenne la nuova residenza imperiale dopo Topkapi. Tutti gli interni sono sontuosamente arredati da preziosi tappeti, mobili, cristalli.
Di giorno
Il Bosforo, tratto di mare che lambisce la città, resta il punto di passaggio: su una riva si è in Europa, sull’altra si è in Asia. Ci sono i giri turistici in battello organizzati, i traghetti che collegano le due rive dello stretto: comunque decidi di attraversare il Bosforo ne varrà la pena. Nella traversata ti verrà sicuramente offerta una tazza di te, i gabbiani seguiranno la scia della barca, ma soprattutto vedrai Istanbul da una prospettiva diversa. Consigliato il percorso da Eminönü porta ad Üsküdar, ma al tramonto.
Gran Bazar. il cuore dell’antica città dei commerci. Una visita al Capali Çarsi, Gran Bazar, è molto più di un’occasione per acquistare souvenir: se ci si concede tempo e si lascia spazio alla propria curiosità il mercato di Istanbul è tanto interessante quanto un museo. Lo è negli arabescati viali coperti, il più grande suk coperto del mondo. Per averne un’idea basti pensare che per accedervi ci sono 12 ingressi. All’interno cinquemila negozi, caffé, ristoranti, cambiavalute, moschee, botteghe, laboratori d’artigianato, sale d’aste. Importante sapere è che nulla si paga per il prezzo richiesto ma si riuscirà a portare via l’oggetto dei desideri solo dopo un’estenuante trattativa fatta di andirivieni. Sulle mura del bazar ottimo indirizzo per tappeti persiani e Kilm antiche i e moderni: Ahtamara Art Sandal Bedesteni n 14 Kapalicarsi. D’obbligo, per chi preferisce il suk più autentico, Misir Carsisi,il mercato delle spezie, rutilante di colori e odori, dove la visita da Yasar kuruyemis è una buona occasione per far una scorpacciata di spezie dove non manca una buona selezione di tè e caffè o del pregiatissimo caviale belga iraniano e russo.
Hammam. Non si dovrebbe perdere l’occasione di provarlo. Gli occidentali hanno di solito qualche remora di carattere igienico, che si può superare portando le proprie ciabatte e spugne e guanti di crine personali. In verità con tutte queste preoccupazioni si perde molto del gusto dell’hammam, e meglio sarebbe non pensarci; per un’autentica esperienza si devono seguire tutti i passaggi previsti, in tempi e modi orientali: dal sogukluk, il tepidario, dove assuefarsi al vapore rinfrescandosi a fontanelle di marmo, alla gobek pagi il grande calidario, dove la temperatura può raggiungere i 55 gradi. E intanto ci si affida alle cure di un massaggiatore che striglia, sciacqua, insapona, risciacqua ancora e asciuga. Quindi ci si ritira in un camerino a riposare e ci si rilassa in chiacchiere bevendo té o succhi di frutta nel vestibolo. La filosofia, infatti, è quella di concedersi tempo per prendersi cura del proprio corpo e rilassarsi. Uno dei più belli, sicuramente il più antico in attività, è quello di Cemberlitas Hamami di epoca quattrocentesca; si trova nel quartiere di Sultanahmet, è aperto dalle 6 del mattino a mezzanotte. (Vezirhani Cad 8) Ha zone separate per uomini e donne. Qui le cupole, i lavandini scavati nei blocchi di marmo e le vasche, sono proprio quelle dell’arte romana: il plin plin delle gocce di vapore che si staccano dagli alti soffitti, lo sciacquio dei getti d’acqua ricreano i suoni dei tempi antichi, musiche naturali che nessun pezzo new age può eguagliare. Altro hammam famoso frequentato fin dal XVIII secolo è il Galatasaray Hamami in Turnacibasi Sokak 2, tel. 0212/2494342, aperto tutti i giorni dalle 6,30 alle 20; ci si rilassa sotto cupole colorate degne delle moschee più belle, tra una doccia ghiacciata e una frizione profumata di spezie che ottenebrano i sensi.
Di pomeriggio
Caffè Hidiv. In una splendida dislocazione sulla parte alta della costa asiatica, è il bar dell’omonimo hotel, aperto anche a chi non soggiorna nell’albergo. Merita arrivare fin qui a gustare almeno un tè, servito in modo elegante e impeccabile, per ammirare le pareti affrescate e gli arredi originali del 1906 in stile floreale. Come e meglio di un museo. Tel. (212) 33.126.51/2
Per un dolcissimo pensiero da riportare visitare quella che è considerata la più antica pasticceria della città nel quartiere di Eminonu a Kadikoy (0216 3361519. Ali Muhiddin Haci Bekidal dal 1777 prepara caramelle, cioccolate, cialde ricoperte di pistacchio, mandorle e tanto miele.
Di sera
Non perderti il giro della città in taxi di notte. Le moschee illuminate sono meravigliose, e anche i tanti ponti sul Bosforo.
Mangiare sul Bosforo. Il pesce è buonissimo, i ristoranti sono puliti. Fermati a Kumkapi da Capari Capariz Sok; non è sul mare dunque niente vista ma ottimo il pesce e così il vino. Liman Lokantasi Rihtim Cad. 21 é un locale semplice, ma molto pittoresco, frequentato soprattutto da avventori che arrivano dal vicino porto. Allestimento e servizio non sono particolarmente raffinati, ma la qualità dei piatti è eccellente. Cucina tradizionale. Chiuso la sera. Tel 212 1441033
Consigli
* Da visitare assolutamente fuori stagione, per evitare di confondersi con le orde di turisti per lo più rumorosi, specialmente se italiani. Partire, allora, non prima di metà settembre e non oltre la metà di maggio. Mancando i mesi delle festività e ricordandosi che in quelli del ramadam moschee e libagioni dal tardo pomeriggio e per tutta la notte la rendono più intensa.
Istanbul e’ raccontata da Maria Sole Pantanella