Inge Morath (Graz 1923 – New York 2002) arriva a Venezia in viaggio di nozze nel 1951, con il neo marito Lionel Burch. Una coppia come tante, con la macchina fotografica in mano. Il tempo è cattivo e Inge ne approfitta per scattare foto invece di, chessò, fare giri romantici in gondola. Inge già collaborava con Robert Capa, ma non era una fotografa professionista. Scriveva le didascalie delle foto altrui. Venezia, però, anche sotto la pioggia, le sembra così magica che chiama l’agenzia per cui lavora e dice di mandare un fotografo. Robert Capa, che dirige l’agenzia, le risponde che un fotografo a Venezia c’è già, lei. Non restava che comprare un rullino e iniziare a fotografare. 

“Ero tutta eccitata. Sono andata nel luogo in cui volevo scattare le mie fotografie e mi sono fermata: un angolo di strada dove la gente passava in un modo che mi sembrava interessante. Ho regolato la fotocamera e ho premuto il pulsante di scatto non appena ho visto che tutto era esattamente come volevo. È stata come una rivelazione. Realizzare in un istante qualcosa che mi era rimasto dentro per così tanto tempo, catturandolo nel momento in cui aveva assunto la forma che sentivo giusta. Dopo di che, non c’è stato più modo di fermarmi”.

Nel 1955, quattro anni dopo quelle prime fotografie, arriva l’incarico dalla rivista L’Oeil.

“Il mio divertimento maggiore era quello di sedermi alla Scuola degli Schiavoni ed immergermi nelle opere di Carpaccio, quasi sempre da sola. O passare il tempo in compagnia del Tiepolo, era la fine del mondo. La sera i miei piedi erano stanchi e anche nel sonno mi trovavo ancora a camminare su innumerevoli ponti, le onde dei canali come pietrificate”. 

 

Poi il Cimitero all’Isola di San Michele, Burano, Murano, Torcello, le processioni, il Redentore, i gatti ed i panni stesi, monumento, acqua e la gente comune…

Il Museo di Palazzo Grimani di Venezia le organizza adesso una mostra, proprio partendo dalle foto veneziane, città della quale si è già fotografato tutto e che sembrerebbe, perciò, difficilissima da fotografare traendone qualcosa di originale. Inge lo fa. Le sue foto sono lì a dimostrarlo e io non vedo l’ora di andare a vedere la mostra “Inge Morath Fotografare da Venezia in poi”.

Circa 200 opere, molte veneziane ma non solo. Ci sono anche i suoi reportage in Spagna, Francia, Irlanda, Usa, Cina e Russia. La mostra apre il 18 gennaio fino al 4 giugno 2023.
Vai a vederla, che ne vale la pena.