Il Lato Positivo è un film singolare, che in Italia ha avuto un’attenzione maggiore solo dopo l’assegnazione del premio Oscar alla protagonista Jennifer Lawrence, una presenza sullo schermo che possiede una forza d’urto letterale.
In realtà è un film davvero singolare, e molto americano nella sua (riuscitissima) capacità di conciliare perfettamente dramma e commedia, per di più sul terreno scivolosissimo del disagio psichico e del disadattamento sociale, della violenza e dell’esclusione.
In questo film si passa dall’ospedale psichiatrico alle sale da ballo, dalle scommesse clandestine di chi ha perso il lavoro a un’ esilarante cena al ristorante a base di cereali e thè, che rimane come uno degli “inviti galanti” più divertenti visti sullo schermo. La caratteristica del film è proprio in questo equilibrio, tanto più riuscito e coraggioso quanto più realizzato su una materia scivolosa, fatta di instabilità e solidarietà, di ricadute e ridefinizioni continue degli obiettivi e delle aspettative, in cui la preparazione alla gara di ballo da parte di chi non aveva mai ballato prima diventa la preparazione atletica a una vita “ballerina”.
Il film mostra – purtroppo – la sua matrice americana proprio nel finale, in cui si adagia sulla melassa della commedia sentimentale più classica, coincidendo così perfettamente con il banale titolo italiano, laddove l’originale è Silver Linings Playbook.
Restano però superlative le prestazioni dei protagonisti: Robert De Niro, Pat Solitano senior, padre distratto e solidale, Jennifer Lawrence, la tenera e aggressiva Tiffany, e Bradley Cooper, Pat junior, che si carica sulle spalle il peso maggiore del difficile equilibrio fra ingenuità e consapevolezza che rende il film più amaro e più autentico.
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