Per una volta parlo di uomini. Di un uomo, per l’esattezza. Non so come si chiami ma l’ho incontrato sul Millenium Bridge a Londra. Vestito di una tuta arancione si aggirava per il ponte guardando a terra e in mano portava una specie di cassetta degli attrezzi. La tuta sporca di colore mi ha fatto pensare a un pittore, uno di quelli che si mettono sui ponti di Londra per godere di una visuale speciale.
Sono andata alla Tate Modern, dove ero diretta, e non ci ho più pensato. Al ritorno era ancora lí, sul ponte, ma questa volta chino su qualcosa e con un pennello in mano. Non ho resistito e gli ho chiesto cosa facesse.
Mi ha risposto che dipinge i chewing gum che la gente butta per terra. A guardare a fondo, ce ne sono tantissimi. I masticatori seriali di chewing gum sono più di quanti pensiamo. E purtroppo anche gli sputatori seriali. Il chewig gum per sua natura si appiccica a quello che trova e a volte alle dita che cercano un cestino in cui buttarlo. Più facile sputazzarlo a caso: finisce appiattito sotto le scarpe dei passanti, diventa grigiastro e si infila nelle scanalature del ponte. Non fa una gran figura, quel ponte etereo che collega St. Paul alla Tate Modern con tutte quelle chiazzette appiccitate per terra.
E l’artista volenteroso e sconosciuto ha pensato che sarebbe stato meglio trasformarle in piccole opere d’arte. Ogni cicca schiacciata che vede si trasforma in un pupazzetto, un uomino, un albero. Ci vuole un pennello piccolissimo, tanti colori e ancora più fantasia. Il risultato è però sorprendente.
Nell’attesa che Sadiq Khan, il sindaco di Londra, mandi qualcuno con l’aria compressa a pulire il ponte, se passi dalla Tate Modern per una volta guarda verso i tuoi piedi, invece di guardare in alto. A volte le sorprese sono dove meno le si aspetta.