Era il 7 marzo del 1865 quando ebbe luogo la cerimonia della posa della prima pietra della Galleria ‘buona’ di Milano, alla presenza del Re Vittorio Emanuele II, da cui la galleria prese il nome. Progettata dall’architetto Giuseppe Mengoni, tra vivaci dibattiti e aspre critiche, venne completata nel dicembre del 1877. Mengoni, suo malgrado non fu in grado di partecipare ai ricchi festeggiamenti perché morí cadendo dall’impalcatura nel tentativo di controllare una finitura.
Da allora qualcosa è cambiato. All’alba dei suoi 150 anni, la Galleria Vittorio Emanuele II si presenta con una nuova luce. In occasione della centocinquantesima candelina vi sono stati dei lavori di restauro con l’intento di ‘riportare facciate, fregi e decori al loro carattere primario’. Il salotto dei milanesi è da sempre considerato uno dei simboli più celebri dell’architettura di Milano e dell’Italia, più precisamente della cosiddetta architettura del ferro, diffusasi in Europa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Proprio per celebrare la sua importanza, gli è stata dedicata la quinta moneta d’argento da collezione del catalogo numismatico 2017. E’ stata realizzata da Maria Carmela Colaneri, artista incisore della Zecca dello Stato, ed è del valore nominale di 10 euro.
Ma non solo. È ora possibile visitare il nuovo Osservatorio della Fondazione Prada, inaugurato di recente, dedicato alla fotografia. Da non perdere il pavimento in mosaico con il suo leggendario toro e i suoi altrettanto leggendari “attributi” in vista che, se pestati girando su se stessi tre volte, dovrebbero portare fortuna. Alla Galleria è, inoltre, possibile fermarsi anche per mangiare o per un aperitivo negli iconici ristoranti Savini e Camparino.
Se ci si trova nei dintorni, è sempre un buon momento per fare un salto nel salotto di Milano e ammirare le sue ricercate decorazioni che valorizzano il suo già perfetto equilibrio tra vetro e ferro.